(Adnkronos) – Si è conclusa ieri, con la selezione di cinque progetti tra i 64 presentati, la prima fase della call for data-driven innovation lanciata lo scorso 16 gennaio da Unioncamere e InfoCamere e diretta all’eco-sistema delle Startup e Pmi innovative per valorizzare il patrimonio informativo e le competenze del sistema camerale a vantaggio delle imprese. L’iniziativa – che vede la collaborazione di The Doers, la società di consulenza di open innovation di Digital Magics, incubatore leader in Italia negli investimenti in fase early-stage di startup digitali – coinvolge cinque Camere di commercio (Firenze, Messina, Milano, Padova, Torino) che da oggi lavoreranno a fianco delle Startup selezionate per sviluppare un Proof of Content (PoC) dell’idea vincente e, in caso di risultati soddisfacenti, tradurli in progetti operativi. Le dieci migliori candidature si sono sfidate di fronte alla giuria composta dai rappresentanti delle cinque Camere di commercio partner del progetto illustrando la propria idea – come di consueto in questo tipo di sfide – in pitch di cinque minuti ciascuno. Dalla giornata sono emerse vincitrici AriesTech di Milano, BlueTensor di Trento, Deix ancora di Milano, Kapto con sede a Londra e Ujiboo della provincia di Torino. “L’Intelligenza artificiale offre ampi margini di miglioramento all’attività della pubblica amministrazione”, sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “Obiettivo di questa iniziativa del sistema camerale è individuare, con l’aiuto delle imprese più innovative, come far evolvere la propria offerta di servizi per le imprese, profilando gli utenti, rendendo servizi customizzati e semplificando così il rapporto con la Pa”. “Il paradigma dell'open innovation – spiega Barbara Caputo del Politecnico di Torino ed esperta di AI – prevede di investire in nuove società ad alto tasso di innovazione per poi poter beneficiare dei risultati di questa innovazione. Con questo progetto, un sistema pubblico come quello delle camere di commercio ha sollecitato direttamente il mondo delle startup per chiedere cosa può fare per aiutare il sistema camerale ad introdurre l’AI nei propri processi e servizi, e la risposta è stata molto incoraggiante”. “La via verso la trasformazione digitale della Pubblica amministrazione – fa notare il direttore generale di InfoCamere, Paolo Ghezzi – passa necessariamente per un confronto con il mondo dell’open innovation. Promuovendo questa iniziativa congiunta, InfoCamere ha voluto mettere a disposizione del sistema camerale le esperienze fin qui maturate nell’uso di questo approccio per l’individuazione di soluzioni innovative per il miglioramento dei processi organizzativi delle Camere di commercio e la valorizzazione del loro patrimonio informativo”. Attraverso l’uso di tecnologie per la digitalizzazione e automazione dei processi l’iniziativa mira, da un lato, a efficientare e rendere più agili e produttive le procedure camerali, sia interne sia quelle che hanno risvolti anche all’esterno dall’altro; dall’altro a individuare soluzioni ad alto grado di innovazione che possano contribuire al miglioramento della gestione del patrimonio informativo delle camere di commercio, aumentando l’accuratezza, l’attualità, la coerenza e la completezza dei dati gestiti dal Sistema Camerale (Intelligent data analysis & management). Le tecnologie richieste e valutate in sede di scelta delle migliori candidature hanno riguardato, nel primo, quelle nel campo del natural language processing (artificial intelligence, machine learning, conversational design, chatbots & virtual assistants, virtual testing, robotic process automation). Per la seconda tipologia di soluzioni, la selezione ha premiato tecnologie di big data analysis quali data governance, data cleansing, data quality assurance, predictive analysis, sentiment analysis. All’esito della call, un programma di Poc design consentirà ai vincitori di lavorare insieme con le camere di commercio, Unioncamere e InfoCamere per individuare servizi e/o prodotti coerenti con le aspettative di tutti gli stakeholder. Il lavoro cooperativo porterà alla definizione dei requisiti per la realizzazione di un Poc, che metta in comune il know how tecnologico delle start up selezionate e InfoCamere. Il punto di partenza saranno i servizi e/o prodotti già esistenti, per poi arrivare all’adattamento degli stessi, rispondendo ai bisogni e agli obiettivi comuni degli stakeholder. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)