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Arrivate microplastiche nella placenta umana, sotto choc le mamme

Arrivate microplastiche nella placenta umana, sotto choc le mamme
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Microplastiche nella placenta umana, è quanto risulta da uno studio condotto dall’Ospedale Fatebenefratelli di Roma e dal Politecnico delle Marche. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Environment International

La ricerca ha analizzato la placenta di 6 donne dai 18 ai 40 anni in stato di gravidanza normale e sane, tramite microspettroscopia Raman in dotazione al Dipartimento di Scienze della vita e dell’Ambiente del Politecnico delle Marche.

Microplastiche della placenta umana, il risultato dello studio

Nelle placente sono stati identificati in totale 12 frammenti di microplastiche con dimensioni variabili tra i 5 e i 10 micron, in poche parole della grandezza un globulo rosso o un batterio.

Dei dodici frammenti, cinque sono state trovate nel lato di placenta, quattro nella parte attaccata all’utero materno e tre dentro le membrane che coprono il feto, le membrane corioamniotiche.

La natura delle microplastiche

Le 12 particelle di microplastiche sono state identificate e suddivise nei seguenti materiali: nel totale tutte pigmentate, 3 sono frammenti di polipropilene (il materiale  con cui si realizzano le bottiglie di plastica e i tappi) e 9 di materiale sintetico verniciato.

Le conseguenze:

Alcuni studi internazionali hanno già fatto capire che la plastica altera il metabolismo dei grassi, ma probabilmente potrebbe influenzare il sistema immunitario e cambiarlo facendo riconoscere parte di se stesso anche elementi esterni non organici.

Da dove arrivano

Ancora non è stato chiarito il modo in cui le microplastiche possano essere introdotte nel corpo umano, ma i ricercatori suppongono due possibilità, attraverso l’apparato respiratorio e gastrointestinale. Ad esempio respirando le polveri dell’asfalto rilasciate dalle frenate dei pneumatici.

I frammenti potrebbero anche arrivare attraverso le vaschette che contengono cibi surgelati oppure mangiando pesci come crostacei. Ma sono soltanto ipotesi.

Molto probabilmente i frammenti potrebbero derivare da smalto per le unghie, cosmetici, creme per il viso e il corpo, dentifricio, gesso, creme per il viso e il corpo, vernici.

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Germana Ferrante

Giornalista, Caporedattrice e responsabile della comunicazione per Green Planet News. Ha lavorato per molti anni nel mondo editoriale presso la A. Manzoni & C. S.p.a., storica concessionaria di pubblicità del Gruppo Editoriale L’Espresso. Svolge la professione di giornalista sulle tematiche ambientali e della sostenibilità online, settori che negli ultimi anni hanno avuto una crescita tale da acquisire importanza primaria. Tra le varie passioni ci sono la fotografia, i viaggi alla scoperta delle varie culture del mondo, gli animali pelosetti, la lettura e la cucina di cui intende portare avanti la tradizione con un pizzico di innovazione sul suo sito personale Mind Cucina e Gusto (www.mindcucinaegusto.com). g.ferrante@greenplanetnews.it.
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