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Antropocene, il film che documenta l’impatto dell’uomo sul pianeta

Foto di Josh Sorenson da Pexels

Antropocene – L’epoca umana, il film che indaga l’impatto dell’uomo sul pianeta attraverso le straordinarie immagini di Jennifer Baichwal, Nicholas de Pencier ed Edward Burtynsky

Presentato ieri a Roma in anteprima all’Isola del Cinema (Arena Groupama) prima di essere programmato nelle sale di tutta Italia da settembre. Una riflessione sul fim e sul messaggio a cui hanno partecipato prima della proiezione Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo, Antonello Pasini – Fisico del clima del CNR, modellista climatico e docente di Roma Tre-, Ugo Poce – biologo e coordinatore scientifico di Extinction Rebellion Roma e Presidente dell’Associazione Onlus Planet 2084, Andrea Pinchera – direttore comunicazione Greenpeace e giornalista ambientale e i rappresentanti del gruppo Fridays For Future e di UNESCO Giovani. Antropocene – L’epoca umana arriverà nelle sale cinematografiche a settembre 2019 grazie a Fondazione Stensen e Valmyn, dopo aver vinto il Premio del pubblico all’ultima edizione del Festival CinemAmbiente.

Antropocene – L’epoca umana è frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky e i registi pluripremiati Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier che, combinando arte, cinema, realtà virtuale e ricerca scientifica, documenta i cambiamenti che l’uomo ha impresso sulla terra e testimonia gli effetti delle attività umane sui processi naturali. Vi abbiamo già raccontato su Green Planet News del progetto fotografico Anthopocene.

Dalle pareti di cemento in Cina che ora coprono il 60% della costa continentale, alle più grandi macchine terrestri mai costruite in Germania, alle psichedeliche miniere di potassio negli Urali russi, alle fiere di metallo nella città di Norilsk, alla devastante Grande Barriera Corallina in Australia e surreali stagni di evaporazione del litio nel deserto di Atacama, i cineasti hanno attraversato il globo usando valori di produzione di fascia alta e tecniche fotografiche allo stato dell’arte per documentare le prove e l’esperienza del dominio dell’uomo sul pianeta.

Ora, questo importante messaggio diventa anche un film. Un documento unico nel suo genere, che prima dell’uscita in sala è stato presentato in anteprima europea al MAST Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia di Bologna all’interno di una mostra multidisciplinare.

Terzo capitolo di una trilogia che include Manufactured Landscapes (2009) e Watermark (2013), il film testimonia con un approccio esperienziale e non didattico un momento critico nella storia geologica del pianeta, proponendo una provocatoria e indimenticabile esperienza dell’impatto e della portata della nostra specie.

La voce narrante in originale è del Premio Oscar® Alicia Vikander. Dicono dalla regia: “Sembra che i nostri film continuino a diventare sempre più grandi per ambizione. Non sono sicuro che ciò sia dovuto al fatto che invecchiando porti naturalmente a una prospettiva più globale o se l’urgenza dei problemi che affrontiamo lo richieda. Per Antropocene – L’epoca umana eravamo in sei dei sette continenti in 20 paesi e in 43 luoghi diversi. Ma questi soggetti per “grandi film”, ho imparato, rischiano di crollare se non hanno un adeguato bilanciamento su scala. A volte hai bisogno di andare in cielo trovare il tuo posto, ma se resti lassù tutto il tempo, ti allontani da ciò che è significativo. Penso che gli essere umani non siano destinati a rimanere a un livello onnisciente, anche se ci piace contemplare da lì e la tecnologia (elicotteri, droni, immagini satellitari) ci consente di farlo. È nella relazione tra scala e dettaglio in cui il nostro lavoro e Edward Burtynsky si incontrano… Il film ha richiesto una prospettiva globale per portare a casa il fatto che noi umani, che in realtà siamo attivi nella moderna civiltà da circa 10 mila anni, ora dominiamo completamente un pianeta che esiste da oltre 4,5 miliardi di anni”.

Il progetto Antropocene

Il docufilm è un lavoro multidisciplinare capace di mettere insieme documentario, fotografia, finzione, realtà virtuale, realtà aumentata e ricerca scientifica per indagare l’influenza umana sullo stato attuale, sulle dinamiche e sul futuro della Terra.

L’Epoca Olocenica inizia 11.700 anni fa quando i ghiacciai dell’ultima era glaciale si sciolgono. Geologi e altri scienziati del gruppo di lavoro ritengono che dopo l’Olocene siamo entrati in una nuova epoca: l’Antropocene appunto. La loro argomentazione è che gli esseri umani sono diventati la specie più forte al mondo e che le prove a sostegno di ciò sono schiaccianti. Quindi, meglio non fare tutti i Commissari tecnici ma provare a capire di che si tratta. Visto che in questo paese è pià facile sputare sentenze che fare un ragionamento.

Il fatto di rendere la terra abitabile attraverso l’estrazione mineraria, l’urbanizzazione, l’industrializzazione e l’agricoltura; la proliferazione delle dighe e il dirottamento dei corsi d’acqua; CO2 e acidificazione degli oceani a causa dei cambiamenti climatici; la presenza invasiva in tutto il mondo di plastica, cemento e altri tecnofossili; tassi senza precedenti di deforestazione ed estinzione: tali “incursioni umane”, che perdureranno, sono di portata così vasta che sono già entrati e resistono al tempo geologico.

Il progetto, originariamente concepito come saggio fotografico, si è evoluto rapidamente per includere installazioni cinematografiche, murales ad alta risoluzione di Edward Burtynsky arricchiti su larga scala da ampliamenti cinematografici, cortometraggi VR a 360 ° e installazioni di realtà aumentata.

Abbracciando e sviluppando tecniche innovative, il trio ha intrapreso un viaggio epico in tutto il mondo (in tutti i continenti, salvo l’Antartide) per immortalare le prove più spettacolari dell’influenza umana, prendendo tempo per riflettere su ciò che significano queste incredibili trasformazioni. Il risultato è una raccolta di esperienze che farà immergere lo spettatore nel mondo di Antropocene – L’epoca umana andando oltre lo schermo e l’immagine convenzionale.

Antropocene include

– un lungometraggio documentario;
– mostre presentate in anteprima all’Art Gallery of Ontario (AGO) e National Gallery of Canada (NGC), in seguito al MAST di Bologna;
– una nuova versione di fotografie di Edward Burtynsky;
– una serie di installazioni cinematografiche da Baichwal e de Pencier;
– esperienze interattive in realtà aumentata e virtuale;
un libro d’arte pubblicato da Steidl e un catalogo di mostre pubblicato dall’AGO.

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