Coinvolti oltre al Po anche Arno Tevere e Aniene con portate dimezzate
Mentre al Nord compaiono le prime autobotti per la distribuzione potabile l’emergenza acqua sta rapidamente estendendosi al Centro Italia: è questo il dato preoccupante che emerge dal report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.
Secondo l’associazione dei consorzi di bacino italiani si tratta della “prima stagione in cui si evidenziano in maniera massiva le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla Penisola”.
Anbi emergenza siccità, la situazione nel Centro Sud italiano
L’allarme è messo in evidenza dallo stato in cui versa in Toscana l’Arno con flussi dimezzati rispetto alla media mensile e l’Ombrone ridotto ormai ad uno stato torrentizio dopo mesi di sofferenza idrica. L’Ombrone registra attualmente una portata di 890 litri al secondo, quando il minimo per garantire la vita in alveo è indicato in l/s 2000.
Il fiume Sentino nelle Marche tocca già il minimo storico (-37 centimetri), registrato nell’Agosto 2021 e così anche Esino e Nera.
In Umbria gli invasi del lago Trasimeno e della diga Maroggia sono praticamente dimezzati rispetto agli anni scorsi. Ma non basta anche il fiume Tevere, nel suo tratto iniziale, registra il livello più basso (cm. 35) dal 1996.
Grave sempre nel Lazio la situazione dell’Aniene ridotto ad una portata di circa 3.000 litri al secondo contro una media di oltre l/s 8.000 e crolla anche la portata del Sacco, così come in calo sono i livelli dei laghi romani di Nemi che scende a cm. 47 contro m.1,66 del Giugno 2021 e Bracciano ha un livello inferiore di 25 centimetri all’anno scorso.
Sempre secondo l’associzione dei consorzi di bacino italiani al Nord “capitola” il delta del Po, “conquistato” ormai per 30 chilometri dalla risalita del cuneo salino registrata a Goro con l’alta marea.
Lungo tutta l’asta, il più importante fiume italiano è al di sotto dei minimi storici, registrando una “magra” epocale.
In rapida decrescita sono anche i grandi laghi del Nord: il Maggiore si è abbassato di 20 centimetri, il Lario di oltre 30 e l’Iseo di cm. 7; il lago Maggiore trattiene il 23,2% di acqua e con cm. -7,5 segna il record minimo dal 1946, mentre la portata erogata dal lago di Como nel fiume Adda ha toccato punte doppie rispetto agli afflussi da monte ed il riempimento del bacino è sceso in una settimana dal 54,7% al 30,6%.
Restando in Lombardia, sono ormai completamente esaurite, con 2 mesi d’anticipo, le riserve di neve.
È questa la grande differenza con l’estate 2021 che pur avendo presentato lunghi periodi con assenza di precipitazioni, poteva contare su una riserva di neve, che ad inizio Giugno era doppia rispetto alla media.
Anche gli invasi idroelettrici sono ai minimi storici.
“La grave situazione d’emergenza nel bacino padano necessita di un’assunzione di responsabilità che, nel rispetto delle priorità di legge, coinvolga tutti i soggetti interessati. Per questo, è necessaria l’attivazione di una cabina di regia sotto il coordinamento della Protezione Civile” ribadisce Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
In Valle d’Aosta, dove sono in leggero rialzo le portate della Dora Baltea e del torrente Lys, uno studio della Società Meteorologica ha certificato la grave condizion in cui versano i ghiacciai del Grand Etrét (Valsavarenche) e Ciardoney (Val Soana).
Le portate dei fiumi piemontesi che da diverso tempo sono inferiori del 30% alle portate medie, testimoniano come i benefici apportati dai brevi, ma intensi fenomeni meteo, registrati la settimana scorsa vengano vanificati dalla perdurante ondata di calore, che da oltre un mese “soffoca” tutta la Penisola con temperature tra i 3 ed i 4 gradi superiori alla media e, in molte zone, con massime stabilmente ben al di sopra dei 30°.
Il deficit pluviometrico estremo rilevato su tutto il Piemonte provoca livelli di falda quasi ovunque al di sotto dei minimi storici e, anche in Piemonte la riserva di neve risulta azzerata con 2 mesi d’anticipo.
In Veneto niente più neve sui monti e falde a secco dove il fiume Adige e gli altri corsi d’acqua si mantengono su livelli minimi rispetto al passato.
A Sud la situazione migliora grazie alla Campania dove permane il rischio di siccità nel bacino idrografico del Liri-Garigliano e Volturno ma salgono i livelli idrometrici dei principali fiumi.
In Puglia i bacini trattengono volumi d’acqua in linea con quelli del positivo 2021 ma in Basilicata il volume di risorsa stoccata cala di oltre 16 milioni di metri cubi in 12 giorni.
Per quanto riguarda la Sicilia la regione è sorprendentemente al riparo dai rischi di siccità grazie ai buoni livelli registrati nei bacini nel mese di maggio (+20% rispetto all’anno scorso).
“È questa l’ennesima dimostrazione dell’importanza di avere bacini in grado di trattenere le acque di pioggia, così come previsto dalle tante proposte di nuovi invasi e laghetti, avanzate dai Consorzi di bonifica ed irrigazione – evidenzia Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – È evidente che a ciò devono essere affiancati interventi di infrastrutturazione non solo per portare l’acqua sul territorio, ma per ottimizzarne l’uso.”