Allevare, si ma come? Molta parte dei prodotti di origine animale oggi in commercio derivano da allevamenti intensivi, provenienti cioè da aziende che molto spesso utilizzano tecniche industriali per ottenere la massima quantità di prodotto al minimo costo.
Tutto questo ha quale diretta conseguenza condizioni che non rispettano l’etologia degli animali, causando loro indicibili sofferenze, gravi danni ambientali e seri rischi per chi quel cibo lo mangia.
Serve pertutti questi motivi un’alternativa da parte di tutti coloro che non vogliono rinunciare del tutto al consumo di prodotti animali. Le alternative esistono: sono metodi di allevamento dove l’attenzione per le esigenze etologiche e comportamentali dell’animale sono alla base del rapporto uomo-animale allevato, così come il rispetto dell’ambiente e l’attenzione verso un’elevata qualità del prodotto.
Per rispondere a queste domande è nato Allevamento Etico (www.allevamento-etico.eu). Un’iniziativa che mira a tracciare quelle che sono le linee guida che un’azienda è chiamata a rispettare, recensendo, all’interno del loro portale, tutte le realtà imprenditoriali che rispondono a questi requisiti, volendo così offrire un’alternativa nel momento dell’acquisto.
Esistono condizioni necessarie perché un allevamento possa definirsi “etico”:
Il terreno
Per allevare in maniera etica, l’azienda deve incrementare in modo naturale la fertilità dei terreni, dove possibile utilizzando il letame prodotto in azienda dopo opportuna maturazione (in modo che non sia inquinante ma anzi una risorsa importante per la fertilità del terreno).
L’alimentazione
Presenza di tracciabilità della filiera degli alimenti destinati agli animali per garantirne la qualità. L’alimentazione deve essere adeguata secondo la necessità fisiologica ed etologica dell’animale e bilanciata al fine di garantire l’energia necessaria per mantenere l’animale in salute. Obbligatoria la presenza di un piano alimentare aziendale.
Etologia specie allevata
Diventa fondamentale la conoscenza dell’etologia di specie e l’applicazione delle necessità sociali degli animali. In questo senso appare primaria l’importanza dello svezzamento con le madri. Le uniche mutilazioni concesse sono la decornazione nel bovino e la castrazione dei suinetti maschi, che devono essere eseguite nei tempi e nei modi adeguati per ridurre al minimo la sofferenza degli animali.
Ulteriore merito sarà riconosciuto a quelle aziende che garantiscono una gestione delle fasi di nascita e allattamento che favorisca il legame madre-figlio; la presenza del maschio della specie e inseminazione naturale; mantenimento delle caratteristiche della specie (per. es. mantenimento delle corna nelle vacche, possibilità di grufolare e razzolare per il suino).
Il personale
Il personale deve essere in numero sufficiente per gli animali accuditi, deve essere competente e istruito in relazione al rapporto con gli animali. Tutte le manualità sull’animale vengono effettuate con competenza e pazienza . Sostituzioni e cambi di turno devono essere sempre accompagnati da efficace comunicazione sulle condizioni degli animali, ad esempio dando notizia delle terapie in corso, evitando cambi troppo frequenti di personale aziendale. Gli animali devono essere ispezionati con frequenza giornaliera.
Spazi e strutture
Gli animali devono essere liberi e possono essere legati solo per un periodo di tempo concordato con il veterinario e per validi motivi. Non devono essere presenti lesioni di nessun tipo e in particolari lesioni croniche. Gli spazi dove vivono gli animali devono essere confortevoli, puliti e asciutti sia d’inverno che in estate, illuminati da luce solare e devono permetter agli animali di manifestare il loro comportamento di specie.
Tutti gli ambienti e le strutture non devono poter arrecare traumi agli animali. L’alimento deve essere fresco , sano e controllato periodicamente, così’ come l’acqua di abbeverata, la zona di alimentazione e gli abbeveratoi. La zona parto e infermeria deve essere separata ma deve permettere un contatto visivo con il gruppo di appartenenza. Agli animali deve essere permesso una zona all’aperto sempre tenendo presente il concetto di formazioni di piccoli gruppi e senza sovraffollamento. Non devono mancare paddock esterni.
Salute e farmaco
C’è l’obbligo di un veterinario aziendale e la gestione dei farmaci va fatta secondo normativa: numero trattamenti/capo/anno. Le cure devono essere prevalentemente naturali, riducendo al massimo i trattamenti antibiotici ed escludendo dove possibile antiparassitari di origine chimica.
Prodotto finale
Che sia in regola con tutti gli adempimenti di legge in materia di controlli sanitari. D’obbligo garantire la tracciabilità del prodotto. Allevare, dunque, ma prima di tutto rispettare.
Attualmente il portale ha recensito 28 aziende agrarie che hanno fatto proprie tali condizioni e possono definirsi “Allevamenti Etici”. Il record spetta alla Lombardia, con ben 8 strutture, segue la Toscana con 5, 4 per Piemonte ed Emilia Romagna, 3 per il Lazio ed una per Puglia, Sicilia, Umbria e Veneto.
Esiste anche la possibilità di associarsi ad Allevamento Etico, al costo di 20 Euro, sostenendo così le attività dell’organizzazione, contribuendo a supportare la diffusione di buone pratiche in allevamento, per il rispetto del benessere animale e il diritto ad un’alimentazione etica e sostenibile, supportando le produzioni locali. Allevare, rispettare, per un mondo migliore.
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