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Alla scoperta delle meraviglie che ci sono nel nostro giardino

Alla scoperta delle meraviglie che ci sono nel nostro giardino
Alla scoperta delle meraviglie che ci sono nel nostro giardino

Un emozionante viaggio nelle quattro stagioni per raccontare il microcosmo di biodiversità nascosto nei nostri giardini di città. In questa intervista, l’autrice, Giovanna Olivieri, ce lo racconta

Guida dedicata alle meraviglie nel tuo giardino, un microcosmo da scoprire e curare, stagione per stagione (Ediciclo editore, pagine 272, Euro 25). Un libro riccamente illustrato per scoprire gli animali e le piante spontanee che abitano l’ambiente naturale che frequentiamo più spesso: il nostro giardino! Un manuale per imparare a curarlo e mantenerlo, ricreando i microhabitat e le condizioni più adatte alla vita della fauna selvatica. Con schede zoologiche e botaniche, curiosità, aneddoti insoliti e miti da sfatare.

A condurci in questo viaggio alla scoperta della biodiversità che ci vive accanto è Giovanna Olivieri, naturalista appassionata che da anni osserva e studia gli ecosistemi urbani e urbani e rurali.

Conduce laboratori con materiali di recupero, organizza progetti di educazione ambientale in collaborazione con parchi naturali, biblioteche e scuole. Tiene conferenze sullo spreco alimentare, l’orticoltura biologica, la cura della biodiversità, i rapporti tra cucina e ambiente. Ha pubblicato Io lo faccio da me (Terra Nuova Edizioni, 2014), e Io cucino a occhio (Altreconomia, 2017).

La biodiversità è un patrimonio che travalica i confini di nazioni e continenti migrando sulle ali di uccelli e insetti, sulle pinne di pesci e cetacei, nelle spore di muffe e funghi, nelle geometrie invisibili dei microrganismi. È una ricchezza che abbiamo il dovere di preservare per rispetto a milioni di anni di evoluzione, oltre che per il nostro innato bisogno di bellezza. Giovanna Olivieri ce la spiega in questa intervista.

Come nasce una “Guida dedicata alle meraviglie nel tuo giardino”, quanto tempo ci è voluto per raccogliere informazioni così dettagliate e come ha organizzato il libro?

Questa guida è nata da un progetto molto più ampio, che prevedeva uno studio sulla biodiversità urbana e rurale. In corso d’opera, mi sono resa conto che ne sarebbe venuta fuori un’enciclopedia e pertanto ho incominciato a restringere il campo, focalizzandomi sulle specie che più di frequente possiamo osservare nei nostri giardini o nei parchi di città.

Molte delle informazioni contenute in questo libro sono frutto delle mie osservazioni ed esperienze sul campo, ma naturalmente è stato necessario un lavoro di ricerca per confermare e sistematizzare le mie nozioni. Diciamo che ho impiegato ben oltre un anno, tra osservazioni, letture e scatti fotografici. Ma la ricerca non finisce mai…

Quali meraviglie abbiamo principalmente nel nostro giardino e cosa possiamo fare per accudirle e proteggerle, di che microcosmo parliamo?

Parliamo innanzitutto di invertebrati, che costituiscono la maggior parte della biomassa animale sulla Terra e quindi, in proporzione, anche nel nostro giardino.

Ma parliamo anche delle loro indispensabili interazioni con le specie vegetali e con altre forme di vita animale come uccelli, rettili e persino anfibi. Il nostro giardino, infatti, è un microcosmo di predatori e prede, parassiti e parassitoidi, detritivori e decompositori, fiori e impollinatori, frutti e consumatori.

Per accudirli e proteggerli possiamo innanzitutto evitare di sterminarli, anche se si tratta per noi di creature inquietanti o fastidiose; possiamo evitare di distruggere il loro habitat pulendo, raccogliendo foglie, potando e sfalciando il prato in continuazione; e infine possiamo creare dei microhabitat che ne favoriscano la vita.

Lei scrive che abbiamo bisogno di bellezza. Come si cura la biodiversità e come possiamo diffondere questa bellezza a molti sconosciuta?

Per sentire il bisogno di curare e diffondere, bisogna entusiasmarsi. E per entusiasmarsi, bisogna conoscere. Gran parte delle persone non sa distinguere un merlo da uno storno, una vanessa atalanta da una cavolaia, un’ortica da una melissa. Eppure sono specie animali e vegetali che vivono accanto a noi. Se non le conosciamo, quando saranno scomparse per sempre probabilmente non ce ne renderemo nemmeno conto.

Quali sono le stagioni più “complesse” per il giardino e quali sono le migliori dal punto di vista di questa citata bellezza?

Le stagioni più complesse e migliori dal punto di vista dell’abbondanza degli stimoli (visivi, olfattivi e sonori) sono senz’altro la primavera e l’estate. La primavera è un turbinio di pollini, di impollinatori, di profumi, di richiami e voli d’uccelli e l’estate è un caos di ronzii, canti di cicale, grilli e cavallette, batter d’ali di farfalle e falene. Il rischio, però, è quello di perdersi in questa bellezza.

L’autunno e l’inverno, invece, sono stagioni più silenziose, di una bellezza più sommessa, meno urlata, ma altrettanto affascinante e più facile da osservare.

Lei è una naturalista appassionata e lavora con i bambini. Che tipo di attività organizza?

Nel corso degli anni ho organizzato passeggiate naturalistiche, laboratori con materiali di recupero e raccolti in natura, letture per bambini, proiezioni di film sul rapporto con gli animali e l’ambiente, concorsi per artisti in erba sulle tematiche ambientali, laboratori di educazione ambientale e via discorrendo.

Ho notato che quando si presentano ai bambini dei materiali riciclati come vecchie stoffe, carta da regalo, nastri, bottoni, bastoncini, pigne, bacche colorate ecc., si scatena la loro fantasia e, cosa ancor più fantastica, si scatena anche quella dei genitori che inizialmente si limitano ad “aiutare” i piccoli, ma alla fine si fanno prendere dalla voglia di creare, chissà da quanto tempo sopita.

Tiene conferenze di vario tipo tra cui lo spreco alimentare: cosa possiamo fare per non “sprecare”, combattere invece la fame e per non danneggiare la natura e l’ambiente?

Qualche anno fa ho pubblicato un libro dal titolo “Io cucino a occhio”. Penso che tornare a cucinare il cibo che consumiamo, anziché delegare tutto all’industria alimentare, sia il primo passo fondamentale per riappropriarci di una capacità (quella di trasformare gli alimenti) vecchia come l’uomo, ma che molti di noi hanno dimenticato.

Per non sprecare, è sufficiente evitare di comperare cibi pronti e in offerta speciale: se hai passato una mattinata intera a fare cappelletti, è molto difficile che butterai via quel che resta nel tegame.

Per non danneggiare la natura e l’ambiente, dovremmo rivedere le nostre scelte alimentari, consumando innanzitutto meno carne e prodotti animali e più legumi, cereali e verdure, acquistando prodotti locali e possibilmente biologici o, meglio ancora, dandoci all’autoproduzione.

Per combattere la fame, invece, è necessario agire a livello globale e combattere la desertificazione. Qui non basta più farsi i cappelletti in casa: serve rivedere i nostri consumi e il nostro impatto ambientale, che hanno ricadute a livello globale.

Per chi non ha il giardino ma vuole avere lo stesso “queste meraviglie”, che consigli possiamo dare, cosa si può fare?

Alcune delle meraviglie che racconto frequentano anche balconi e terrazzi, garage e cornicioni e, con qualche accorgimento (per esempio delle mangiatoie o dei nidi artificiali) possiamo fare in modo che si avvicinino e si lascino osservare.

Inoltre possiamo frequentare con più spirito d’osservazione i parchi urbani, gli spazi ruderali, le rive dei canali, persino le zone industriali a ridosso delle nostre città.

Per fare un esempio, lo scorso settembre in un parco divertimenti della Riviera Romagnola ho osservato una grande quantità di Crocothemis erythraea, una splendida libellula color rosso carminio. Chi se lo sarebbe mai aspettato? La biodiversità c’è (per ora), siamo noi che la ignoriamo.

Di cosa hanno più bisogno la natura e l’ambiente? Lei crede che il mondo si salvi prima di cena, per ricordare Safratan Foer, servono le azioni individuali o prima di tutto bisogna partire da chi inquina in maniera esponenziale?

Io penso che ciascuno di noi, ogni giorno e in ogni momento, si trovi davanti a delle scelte: prendo la macchina o vado a piedi, mi cucino le lenticchie o vado al McDonald’s, do il diserbante sul vialetto di casa o lascio crescere l’erbaccia, schiaccio quella bestiaccia o la fotografo e poi l’accompagno delicatamente fuori casa? Qualunque peso abbiano le nostre scelte, comunque dobbiamo farle, in un senso o nell’altro: tanto vale farle nel verso giusto!

Questa guida è qualcosa di molto personale, un po’ come tutto quello che scrivo, perché è frutto delle osservazioni, delle esperienze, dei miei piccoli entusiasmi quotidiani.

Siamo ormai abituati a vivere tutto in grande: grandi crociere, grandi schermi televisivi, grandi parole urlate in televisione o sui social, grandi numeri. Non siamo più in grado di trovare la bellezza nelle piccole cose. E non diamo più importanza alle cose vere, vissute sul serio. Bello è solo quello che viene fotografato e postato. A me, invece, piace più raccontare un’emozione. Condividerla.

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