(Adnkronos) – Gli ingegneri dell'Università della Columbia Britannica hanno varcato una nuova frontiera nella purificazione dell'acqua, presentando un trattamento innovativo che cancella le temute "sostanze chimiche per sempre" (PFAS) dall'approvvigionamento idrico. Le sostanze chimiche per sempre, conosciute formalmente come PFAS (sostanze per- e polifluoroalchil), sono un gruppo di composti che conferiscono proprietà antiaderenti o repellenti alle macchie a vari prodotti. Sebbene invisibili all'occhio umano, le oltre 4.700 varianti di PFAS in circolazione si trovano probabilmente nel tuo quotidiano, infiltrandosi nell'ambiente e, di conseguenza, nell'acqua potabile. Queste sostanze possono essere presenti in abbigliamento da pioggia, pentole antiaderenti, repellenti alle macchie e persino nelle schiume antincendio. Utilizzate dall'industria sin dagli anni '40, le PFAS sono impiegate per una vasta gamma di scopi, dall'impermeabilizzazione all'antiaderenza, dai tessuti ai cosmetici. Un elenco infinito di applicazioni che illustra quanto siano onnipresenti e potenzialmente dannose le PFAS nella nostra vita quotidiana. Le PFAS rappresentano una minaccia invisibile per la nostra salute, poiché la maggior parte delle persone entra in contatto con queste sostanze attraverso cibo, prodotti per i consumatori e acqua contaminata. I danni potenziali sono gravi e diversificati, includendo, secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente, disturbi del fegato, disfunzioni tiroidee, obesità e addirittura il cancro. L'esposizione continua a queste particelle nocive può portare a una serie di problemi di salute, compresi disturbi ormonali, malattie cardiovascolari e ritardi nello sviluppo. La rimozione delle PFAS dall'acqua potabile è ora possibile grazie a un innovativo materiale adsorbente sviluppato dai ricercatori dell'Università della Columbia Britannica. Questo materiale unico è in grado di intrappolare e trattenere tutte le PFAS presenti nell'approvvigionamento idrico, permettendo poi la loro distruzione attraverso tecniche speciali elettrochimiche e fotochimiche. Il cuore di questa tecnologia è un materiale a base di silice, progettato per assorbire efficacemente una vasta gamma di PFAS, garantendo così la massima purificazione dell'acqua. La bellezza di questo sistema risiede nella sua sostenibilità: il materiale adsorbente può essere rigenerato e riutilizzato, riducendo al minimo la produzione di rifiuti solidi tossici. Allo stesso tempo, ricerche condotte dall'Università dello Stato dell'Arizona stanno esplorando un approccio alternativo basato sull'uso di microrganismi per scomporre le PFAS. —sostenibilita/lifestylewebinfo@adnkronos.com (Web Info)