ACCORDO UE, WWF: l’Italia deve essere leader nell’anticipo del decreto plastic free. La lotta contro l’inquinamento da plastica, ora più che mai, deve essere una vera e propria priorità. È necessario ridurre i tempi di azione per i nostri mari, per ciò che dobbiamo loro dopo la situazione disastrosa che negli anni siamo andati a causare e per quelle che saranno le nostre generazioni future
Ci sono dei numeri che parlano chiaramente e allarmano: il 95% dei rifiuti del Mar Mediterraneo sono composti da plastica. La situazione va affrontata ora, nell’immediato ed è in questo momento che l’Italia può essere leader nello spingere gli altri Stati UE a ridurre i tempi nell’eliminazione delle plastiche monouso; sono queste, infatti, le più pericolose, in quanto, venendo scambiate per cibo, diventano tra le principali cause di morte per soffocamento di pesci e uccelli marini.
Sono 700 le specie marine nel mondo, minacciate dall’inquinamento da plastica. Trattandosi di un prodotto sintetico che va a degradarsi in un centinaio di anni, la plastica va a causare l’alterazione di ecosistemi delicati, non essendo eliminata o riciclata correttamente.
Accordo UE: spiega il WWF
“L’Italia dimostri ancora oggi di essere apripista in Europa sul dis-inquinamento da plastica – commenta il WWF, che aggiunge – Il segnale che viene dall’Europa sull’accordo relativo al bando di prodotti di plastica monouso sia un incentivo alla presentazione al più presto in Parlamento della proposta normativa governativa plastic free. Il WWF auspica che il testo, annunciato da prima dell’estate, accolga subito nel nostro Paese quanto previsto nell’accordo, stabilendo tempi più stringenti per eliminare dal mercato i prodotti di plastica già in uso. Perché la natura soffocata dalla plastica non ha più tempo.”
Il WWF chiede dunque all’Italia, a proposito dell’accordo UE portando avanti una petizione on-line che ha già raccolto ben 600mila firme, di fare da apripista nel convincere anche gli altri Stati UE a ridurre i tempi di eliminazione della plastica monouso.
Il compromesso raggiunto tra Commissione e Parlamento europei e Stati Membri UE, riguarda diversi prodotti della plastica monouso, come cannucce, piatti, posate, contenitori in polistirolo, bicchieri per bevande, reti da pesca fantasma e altri.
L’Italia, su questa direzione, ha già vietato le shopper di plastica per la spesa dal primo gennaio 2011, i sacchetti di plastica per gli alimenti dall’inizio del 2018; dal primo gennaio 2019 sarà inoltre vietato l’uso dei bastoncini di plastica cotonati e dal primo gennaio 2020, l’uso di microplastica nei cosmetici.
“Il nostro Paese ancora una volta può anticipare i tempi, secondo quanto richiesto nella nostra petizione on-line – sottolinea il WWF – Ora si tratta di anticipare nel provvedimento plastic free i contenuti della direttiva che deve approdare nel Parlamento europeo per il passaggio finale, come richiesto nella Petizione. Inoltre, il WWF chiede che nella nuova normativa italiana: a) sia introdotta nel nostro Paese una cauzione sugli imballaggi monouso che stimoli i consumatori a riconsegnare i piccoli imballaggi di plastica a circuiti ben congegnati che favoriscano il loro riciclaggio, diminuendo così i rifiuti, con l’obiettivo del 100% di imballaggi in plastica riciclabili o riutilizzabili entro il 2030; b) siano messe fuori produzione in Italia le microplastiche da tutti i prodotti (a cominciare dai detergenti) entro il 2025, confermando il divieto delle microplastiche nei cosmetici dal primo gennaio 2020, stabilito dalla Legge di Bilancio 2018″.
L’intento deve dunque essere quello di eliminare la principale causa di inquinamento dei nostri mari, inquinamento che sempre di più sta mettendo a rischio l’esistenza di centinaia di specie preziosissime, alle quali non possiamo rinunciare.
Si parla di un rischio per gli ecosistemi delicati e fragili che sono necessari alla nostra stessa vita in questa Terra e a quella di generazioni future. Le soluzioni e i provvedimenti da prendere e soprattutto da portare avanti ci sono, esistono, ma non c’è più tempo, non si può più aspettare.
È necessario realizzarli in fretta ed è questa la richiesta che il WWF fa all’Italia. Di essere promotrice di un passo importante ed immediato per quelli che sono i suoi stessi mari, patrimonio meraviglioso della nostra penisola, i quali vanno protetti e conservati nella loro bellezza. Sbrighiamoci, allora, a ripulire il nostro mare.