Un sistema tecnologico innovativo e completo, in grado di lavorare anche trentamila tonnellate di sottoprodotti in un anno. Il risultato è un estratto efficace e con una sua sostenibilità economica.
L’abete rosso, il cui nome scientifico è Picea abies, è un arbusto ampiamente diffuso in Italia, soprattutto nelle zone montane delle Alpi e dell’Appennino Tosco-Emiliano. Rientra tra gli arbusti tipici dell’area montana media e superiore e di quella subalpina inferiore, prediligendo condizioni climatiche che si riscontrano tra i 1200 e i 1800 metri di altitudine.
Da noi ha un particolare significato legato alla tradizione, è infatti l’albero di Natale per eccellenza. Delle sue proprietà si parla da tempo. Ad esempio, si sa che, in ambito fitoterapico, si sfruttano gli effetti benefici della conifera attraverso l’impiego, ad uso topico, del prezioso olio essenziale di abete rosso.
Corteccia e rametti dell’abete rosso, proprietà per la salute dell’uomo
Ma sulle sue qualità la scienza ha fatto notevoli passi in avanti. Una ricerca coordinata dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr e dall’Istituto Luke di Helsinki ha individuato proprietà antiossidanti, antibatteriche e antivirali nell’estratto ottenuto dalla corteccia e dai rametti di abete rosso.
I risultati della ricerca in vitro, a cui hanno partecipato altri partner italiani, finlandesi e statunitensi, sono stati pubblicati sulla rivista Separation and Purification Technology. Si segna così l’avvio di una potenziale nuova fase per questo settore, incentrata sullo sviluppo industriale di prodotti utili per la salute dell’uomo.
Francesco Meneguzzo, ricercatore del Cnr-Ibe e supervisore dello studio, ha voluto meglio spiegare le procedure e le conclusioni a cui si è giunti: “In questa ricerca abbiamo impiegato la corteccia di abete rosso, una specie particolarmente diffusa sulle Alpi e anche sull’Appenino tosco-emiliano, un sottoprodotto della filiera forestale di norma non utilizzato oppure destinato alla combustione.
Gli estratti, ottenuti mediante la tecnica di cavitazione idrodinamica, sono dotati di elevate proprietà antiossidanti e antivirali rispetto a due tipi di virus, e di attività antibatterica particolarmente efficace nei confronti di diversi ceppi. Questo metodo si è rilevato efficiente, veloce, in grado di operare a basse temperature e anche con altri sottoprodotti, quali i rametti”.
Una tipologia di estrazione che non era stata mai sfruttata prima, per la mancanza di una tecnica che fosse in grado di restituire un prodotto sicuro per l’organismo e in grado di assicurare un adeguato ritorno economico.
Aggiunge Meneguzzo: “Abbiamo progettato un sistema tecnologico innovativo e completo, in grado di lavorare anche trentamila tonnellate di sottoprodotti in un anno. Dopo una lunga sperimentazione e analisi complesse, siamo riusciti a identificare nel dettaglio quali potessero essere gli aspetti tecnici e di mercato determinanti per la sostenibilità economica dell’applicazione industriale”.
Una nuova frontiera per la bioeconomia forestale
Lo studio, condotto nell’ambito del progetto ForestAntivirals dell’Accademia di Finlandia e dei progetti italiani Pnrr On Foods (finanziato da #NextGenerationEU) e Nutrage (finanziato dal Cnr) potrà aprire la strada a una nuova bioeconomia forestale, non limitata alla produzione di combustibili o di materiali tecnici, ma focalizzata su prodotti potenzialmente importanti per la salute umana, utilizzabili per la funzionalizzazione di alimenti e per la realizzazione di integratori alimentari.