Ogni regione italiana ha la sua pianta: lo hanno stabilito oltre 500 appassionati ed esperti botanici provenienti da tutto il paese, che hanno eletto le vincitrici a partire da una rosa di candidature, con un meccanismo per certi versi simile a quello… delle primarie politiche
Ma queste qui ci piacciano davvero, e parecchio! Insomma gli elettori botanici se ne sono andati in giro per il Belpaese e si sono lasciati meravigliosamente catturare e convincere da questa ventina di candidati tra i numerosi, una scelta difficile!
Una pianta per regione, patrimonio di tutti
Si tratta davvero di una bella iniziativa, in un paese come il nostro in cui c’è un incredibile patrimonio di biodiversità, anche in campo botanico. “Sì, è vero”, conferma Lorenzo Peruzzi, professore di Botanica sistematica presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e Direttore dell’Orto e Museo Botanico. “La nostra è la nazione con il maggior numero di piante vascolari autoctone in Europa. Questo primato è dovuto all’eccezionale varietà di climi, orografia e habitat, dai contesti alpini a quelli insulari, che l’Italia offre. L’iniziativa nasce proprio per sensibilizzare la popolazione circa questo straordinario patrimonio, da conoscere e (orgogliosamente) tutelare. E così sono state elette venti piante, che per valenza storico-scientifica, peculiarità biogeografiche e bellezza, possano essere assurte a vero e proprio “simbolo” di ognuna delle venti regioni italiane”.
Bellezze da tenere d’occhio regione per regione
Ma queste piante selvatiche come stanno? Sono in buona salute o stanno scomparendo? “Alcune di queste specie elette a piante simbolo delle varie regioni italiane”, risponde il professore, “sono a rischio di scomparsa e pertanto inserite nelle Liste Rosse nazionali o globali. Le Liste Rosse, definite dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) sono delle liste di attenzione che evidenziano il rischio di estinzione di animali e vegetali. Tra le piante a rischio, ci sono l’Abete delle Madonie, l’Adonide distorta, la Moehringia vescicolosa, la Primula di Palinuro, il Ribes sardo, la Sassifraga dell’Argentera, la Soldanella calabrese, lo Spillone palustre. Inoltre l’Aquilegia di Bertoloni, l’Astragalo maggiore, la Campanula di Capo Noli, il Gigaro pugliere, il Pino loricato, la Sassifraga dei Berici e lo Zafferano etrusco sono prossime allo stato di rischio e da tenere pertanto sotto controllo”. Da cosa dipende la loro situazione vulnerabile? “Le minacce che gravano su queste specie sono quasi sempre da imputarsi alla perdita di habitat a causa delle attività dell’uomo. Per molte di queste piante lo Stato italiano, indipendentemente da rischi e minacce, è tenuto a garantire uno stato di conservazione ottimale e un monitoraggio periodico dello stato di salute”.
Oltre 8mila le piante italiane spontanee
In Italia, racconta a GPNews Gabriele Galasso del Museo di Storia Naturale di Milano, “la flora vascolare autoctona conta 8195 specie e sottospecie, di cui 1708 endemiche, cioè esclusive del territorio italiano, e 26 probabilmente estinte (non si ha più notizia di loro tramite avvistamenti veri e propri, ndr). La regione maggiormente equipaggiata è il Piemonte (3464), seguita da Toscana (3370), Lombardia (3272) e Abruzzo (3190). E comunque siamo al primo posto in Europa per numero di specie autoctone, che abbiamo solo noi. Nell’intero bacino del Mediterraneo ci “batte” solo la Turchia che ne ha di più ma è anche vero la sua estensione è a cavallo di tre continenti”. Sono invece 1597 le specie aliene, non tipiche del nostro territorio ma arrivate per scopi agricoli, clandestine, giunte involontariamente e che potrebbero in alcuni casi creare problemi con le altre occupando il loro spazio vitale. Come si è arrivati a conoscere questi dati? “Esplorazioni sul campo regione per regione, studi e realizzazione di elenchi regionali e nazionali durati 15 anni, hanno portato a un inventario pronto all’inizio del 2018″, spiega Galasso. “Sulla rivista internazionale Plant Biosystems è stato pubblicato un intero fascicolo con l’elenco aggiornato di felci e affini, conifere e piante a fiore (la cosiddetta ‘flora vascolare’ o ‘piante superiori’) autoctone d’Italia”. Un lavoro corale, con la collaborazione di 51 ricercatori italiani e stranieri, coordinato oltre da Gabriele Galasso e Lorenzo Peruzzi, da Fabrizio Bartolucci e Fabio Conti del Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino, Università di Camerino – Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Le magnifiche Venti
Ecco l’elenco delle meraviglie fiorite e no attorno a noi.
Abruzzo: Adonis distorta Ten. (Adonide curvata), erbacea a fiori gialli, tipica delle più alte cime dell’Appennino centrale.
Basilicata – Pinus heldreichii Christ subsp. leucodermis (Antoine) E.Murray, ovvero il maestoso pino loricato (nella foto di apertura), conifera che vive solo nei territori del Parco Nazionale del Pollino.
Calabria – Soldanella calabrella Kress, Soldanella calabrese, erbacea a fiori viola, endemica delle montagne della Calabria centro-meridionale. Campania – Primula palinuri Petagna, la Primula di Palinuro che con i suoi fiori gialli cresce sulle rupi a picco sul mar Tirreno, vive sulle coste tra Campania meridionale e Calabria settentrionale e già parte del logo del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Emilia-Romagna – Primula apennina Widmer, la Primula appenninica dai fiori rosa, endemica dei crinali rocciosi dell’Appennino settentrionale, nei territori del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Friuli Venezia Giulia – Armeria helodes F.Martini & Poldini, altro rosa per lo Spillone palustre: cresce endemica nell’area delle risorgive.
Lazio – Styrax officinalis L. ovvero Storace comune, grande arbusto con vistosi fiori bianchi: allo stato spontaneo anche nella regione Campania.
Liguria – Campanula isophylla Moretti, cioè la Campanula di Capo Noli, una vistosa campanula rupicola, con areale limitato alla sola area del Finalese in Liguria. Lombardia – Silene elisabethae Jan, la Silene di Elisabetta, erbacea che con i suoi fiori fucsia, specifica di un’area a cavallo tra Lombardia e Trentino-Alto Adige. Marche – Moehringia papulosa Bertol., cioè Moehringia vescicolosa, piccola pianta rupicola con minuti fiori bianchi. Molise – Acer cappadocicum Gled. subsp. lobelii (Ten.) A.E.Murray: è l’Acero di l’Obel, tipico dell’Italia centro-meridionale, particolarmente frequente nelle foreste molisane. Piemonte – Saxifraga florulenta Moretti, Sassifraga dell’Argentera), erbacea rupicola a fiori rosa, endemica delle Alpi occidentali e presente in Italia soltanto in terra piemontese. È la pianta che ha ricevuto il maggior numero assoluto di voti. Puglia – Arum apulum (Carano) P.C.Boyce, Gigaro pugliese, con una vistosa spata rossastra. Sardegna – Ribes sardoum Martelli, Ribes sardo, piccolo arbusto con frutti rossi. Sicilia – Abies nebrodensis (Lojac.) Mattei: l’Abete delle Madonie, assieme alla candidata piemontese è stata la pianta più votata.
Toscana – Crocus etruscus Parl. ovvero Zafferano etrusco), erbacea a fioritura precoce, presente anche in Emilia-Romagna e Umbria. Trentino-Alto Adige – Androsace hausmannii Leyb., Androsace di Hausmann, minuta pianta erbacea a fiori bianchi. Umbria – Ionopsidium savianum (Caruel) Arcang. cioè Bivonea di Savi), piccola a fiori bianchi. Valle d’Aosta – Astragalus alopecurus Pall. l’Astragalo maggiore, vistosa erba a fiori gialli, c’è solo qui. Veneto – Saxifraga berica (Bég.) D.A.Webb, a fiori bianchi la Sassifraga dei Berici.