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Pericolo zecche in Italia, come proteggere i nostri cani soprattutto in campagna

Pericolo zecche in Italia, come proteggere i nostri cani soprattutto in campagna
Pericolo zecche in Italia, come proteggere i nostri cani soprattutto in campagna, foto di Blue Bird da Pexels

Qualche consiglio su come proteggersi e cosa fare per evitare ed affrontare questi ospiti indesiderati, sapendo che è sempre meglio prevenire piuttosto che curare. Le tre tipologie di zecche più temibili presenti in Italia.

Le zecche sono parassiti primari ematofagi, cioè si nutrono del sangue del loro ospite, oltre ad essere causa di altre patologie. Per definirle scientificamente, si tratta di aracnidi con otto zampe e le loro dimensioni, a seconda dello stadio biologico e della specie, variano da qualche millimetro fino a quelle di una nocciola nel caso delle femmine adulte ingorgate di sangue.

Seppure particolarmente sentito nei mesi più caldi, da maggio a settembre, il pericolo di questi insetti non ha in realtà una stagionalità ed è presente e costante durante tutto l’anno. Questi, infatti, vivono in ambienti in cui, non solo vi sono condizioni climatiche ottimali, ma anche ospiti ideali da parassitare.

A conferma della non stagionalità delle zecche, una survey che ha coinvolto 64 province italiane e 153 strutture veterinarie, ha evidenziato come il 45,7% dei cani che afferiscono agli ambulatori veterinari siano infestati da zecche e alcune specie, come Ixodes ricinus, siano presenti e attive tutto l’anno anche nelle regioni del Nord Italia. Si veda a proposito Maurelli, M.P., Pepe, P., Colombo, L. et al. A national survey of Ixodidae ticks on privately owned dogs in Italy. Parasites Vectors 11, 420 (2018).

La difficoltà di poter sapere, per cani, gatti e persino per l’uomo, se si è stati infestati deriva dal fatto che la zecca non produce nessuna particolare sensazione di fastidio e, di conseguenza, agire in modo del tutto inosservato.

Pur ribadendo una non stagionalità, è certo che in estate i nostri animali stanno maggiormente all’aria aperta, nella natura. Per questo il laboratorio di analisi veterinarie MYLAV ha coinvolto il Dott. Luigi Venco (Board-Certified al College Europeo di Parassitologia Veterinaria) per offrire informazioni esatte e spiegare ai proprietari di animali da compagnia come tenersi lontani da questi fastidiosi e pericolosi parassiti.

Le 3 differenti tipologie di zecche presenti in Italia

Nel nostro Paese dobbiamo confrontarci principalmente con tre differenti tipologie di zecche: la zecca comune del cane, la zecca dei boschi e la zecca riccio. Tre specie che appartengono alla più ampia categoria delle zecche dure, caratterizzate dalla presenza di uno scudo dorsale coriaceo.

La “zecca dei boschi” (Ixodes ricinus) vive in ambienti ricchi di vegetazione ed è vettore di importanti malattie negli animali (Ehrlichiosi, Anaplasmosi) e nell’uomo (Borreliosi di Lyme). Si tratta di una tipologia di “zecca da attesa”, che rimane nascosta nell’erba e tra le piante nelle aree boschive in attesa appunto di aggrapparsi a un potenziale ospite di passaggio e attaccarlo.

La “zecca tipica del cane” (Rhipicephalus sanguineus), vettore di malattie come Babesiosi o Rickettsiosi, può vivere invece nei pressi delle abitazioni – specialmente nelle crepe e nelle fessure dei pavimenti – in climi asciutti o aridi. Tende ad aggredire l’ospite sugli arti, infatti è di comune ritrovamento soprattutto a livello degli spazi interdigitali. Il motivo per il quale può essere presente tutto l’anno è che nelle cucce o nelle gabbie degli animali può sopravvivere a basse temperature per diversi mesi senza nutrirsi e in alcuni ambienti, come i canili, può essere presente con densità elevata causando vere e proprie infestazioni massive con rischio di gravissime anemie.

La “zecca dei ricci” (Ixodes hexagonus), infine, è meno frequente delle precedenti, sebbene sia diffusa in tutto il territorio italiano, ma attacca principalmente i ricci che, frequentando orti o giardini, possono disperdere queste zecche favorendo l’infestazione a loro volta in cani e gatti.

Foto di Jozef Fehér da Pexels

Un’attenta prevenzione mette al riparo dai rischi e dalle gravi conseguenze di essere infestati dalle zecche: i farmaci ectoparassiticidi

Una soluzione efficace contro il pericolo delle zecche è certamente quello di fare ricorso ad un farmaco, la difficoltà è quella di scegliere quello realmente efficace. Senza dubbio il migliore è quello capace di determinare la morte della zecca entro otto ore dall’infestazione, bloccando la possibile trasmissione di pericolosi patogeni.

All’interno di questa categoria di farmaci di distingue due famiglie. I farmaci antiparassitari ad azione locale (in formulazione spot on, collari e spray) annoverano tra i vantaggi quello di non interagire con altri farmaci assunti dall’animale e la possibilità di agire per contatto, ma potrebbero non garantire una copertura completa di alcune aree corporee dell’animale, come le zampe.

I farmaci antiparassitari ad azione sistemica (in formulazione spot on o per via orale) consentono invece una copertura di tutte le aree corporee dell’animale e rimangono efficaci nonostante lavaggi intensi o bagni; tuttavia, vi è la possibilità che interagiscano con altri farmaci.

Le attenzioni che non devono mai mancare se si passeggia con il proprio cane in campagna o in montagna in questa stagione

Dopo ogni passeggiata, soprattutto se svolta in aree boschive o in cui l’erba è particolarmente alta, è bene ispezionare cute e mantello dell’animale a livello degli spazi interdigitali, delle ascelle, del collo, della testa e delle zone peri auricolari.

Nel caso si trovasse una zecca, bisogna afferrarla il più vicino possibile al rostro e alla cute dell’animale, staccarla poi con una pinza sottile o con la punta delle dita – a patto che la mano sia provvista di un guanto – con delicata trazione avendo cura di non schiacciarla. L’eventuale permanenza del rostro nella cute dell’animale non costituisce un problema poiché viene rigettato in modo spontaneo.

Dopo aver rimosso la zecca dalla cute dell’animale sarebbe meglio conservarla in una piccola provetta contenente alcool non denaturato a 95 gradi (alcool ad uso alimentare) perché, in caso di comparsa di sintomi, ciò rende possibile la ricerca di eventuali patogeni responsabili direttamente sulla zecca stessa.

Infine, nel tentativo di rimozione è importante evitare di cospargere la zecca con alcool, olio, o farmaci antiparassitari prima di asportarla perché ciò favorisce il rigurgito agonico della zecca stessa e l’immediata trasmissione di patogeni.

I proprietari, invece, dovrebbero utilizzare stivali o scarpe che coprano caviglie e parte della gamba durante le passeggiate negli ambienti boschivi con i propri amici a quattro zampe, specie se frequentati da ungulati selvatici (come cervi e caprioli) per il rischio potenziale di trasmissione della malattia di Lyme.

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