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“The Roots of the Sea”, il metodo rivoluzionario per la riforestazione della Posidonia oceanica

"The Roots of the Sea", il metodo rivoluzionario per la riforestazione della Posidonia oceanica
Frédéric Ducarme, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

Nella difesa del mare e soprattutto della posidonia Livorno è molto avanti e grazie a questo impegno la prateria marina produce ossigeno riducendo l’anidride carbonica.

Il lavoro presentato all’Acquario di Livorno con il video intitolato “The Roots of the Sea” messo a punto grazie alla collaborazione tra ASA, Acquario di Livorno e Università di Pisa che ha visto nel tempo aggregarsi ISPRA, l’Università di Siena e l’azienda tessile di alta moda Coatyarn, ha dato il suo contributo alla riforestazione della posidonia. Una ricerca congiunta nella produzione del tessuto servito per la produzione della rete di pascimento della pianta.

Con il video si è potuto capire sia la progettazione che la realizzazione di impianti di riforestazione ecosostenibile di praterie di posidonia oceanica.

Durante la conferenza c’è stata la possibilità di incontro e confronto sui temi ambientali marini e su alcune tematiche all’ordine del giorno come la siccità, l’emergenza idrica e la desalinizzazione.

“The Roots of the Sea”, il progetto biodegradabile

L’ASA – Agenzia Servizi Ambientali SpA che gestisce i servizi idrici a Livorno e provincia, nelle attività di ricerca per la tutela dell’ecosistema marino ha ideato e realizzato una rete completamente biodegradabile, utile alla riforestazione delle talee di Posidonia oceanica sul fondo del mare in alcune zone del mare dell’Isola d’Elba.

La posidonia, grazie a questo processo biochimico, una volta terminata la sua funzione di trattenimento delle talee, diventa nutrimento per i funghi e batteri naturalmente presenti sui fondali marini.

Gli studi sono stati condotti sulla capacità del plancton marino di biodegradare polimeri di PBSA (polibutilene succinato adipato) da impiegare come materiale bioplastico di supporto per il reimpianto di talee di Posidonia oceanica su fondali marini compromessi.

I risultati hanno portato all’isolamento di ceppi batterici e fungini da plancton marino allevato da oltre 12 anni nei laboratori ISPRA, capaci di degradare completamente i granuli di PBSA, dopo 3 mesi di incubazione.

Inoltre gli esiti sono stati ioggetto di una tesi di laurea sperimentale condotta presso il laboratorio ISPRA di tossicogenomica e biologia funzionale del plancton di Livorno ed i dipartimenti di Biologia e di Ingegneria Civile ed Industriale.

I ceppi batterici e fungini identificati a livello di genere mediante metagenomica, sono in fase di ulteriore caratterizzazione tassonomica e le promettenti performance degradative saranno testate anche su altri polimeri recalcitranti alla degradazione e comunemente commercializzati, aprendo nuove prospettive nei campi della circular e blue economy.

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