La graduatoria del Ministero dei Trasporti con chi si è aggiudicato i contributi.
Per il futuro sostenibile della mobilità italiana è un’ottima notizia e un passo decisivo la creazione della rete italiana di rifornimento a idrogeno.
Quindi non soltanto elettrico, l’Italia difatti prova a spingere anche sull’idrogeno ampliando la rete delle stazioni di rifornimento stradale, attualmente ferma a due in tutto il territorio nazionale (le auto a idrogeno circolanti attualmente sono davvero pochissime).
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato la graduatoria dei 36 progetti ammessi al finanziamento pubblico per la realizzazione di stazioni di rifornimento a idrogeno.
Un contributo da parte dello Stato da circa 103,5 milioni di euro, finanziati grazie al PNRR. Si tratta di una prima parte dei 230 milioni di euro complessivi previsti nel Piano proprio per sviluppare la rete nazionale di rifornimento a idrogeno.
H2IT – Associazione Italiana Idrogeno – che rappresenta grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore dell’idrogeno – sottolinea la forte risposta da parte della filiera, che dimostra di essere pronta a fornire al sistema Italia soluzioni a idrogeno.
Inoltre l’Associazione auspica che la quota parte dell’investimento non allocato attraverso questo bando (circa 130 milioni), venga comunque reinvestito nel settore della mobilità a idrogeno.
Alle 36 nuove HRS che verranno create, si aggiungono, infatti, le 2 già presenti nella provincia di Bolzano e Mestre.
Le stazioni di servizio, dove sorgeranno
Le aree scelte riguardano soprattutto le zone strategiche per i trasporti stradali pesanti, come l’asse stradale del Brennero, del corridoio est-ovest da Torino a Trieste e dei corridoi europei TEN-T (le reti di trasporto trans-europee), fino ad arrivare in Puglia e Calabria.
Nello specifico il 77% dei 103,5 milioni di euro riguarda alcune regioni del Nord: Veneto, Trentino- Alto Adige, Lombardia e Piemonte. In particolare, circa 27 milioni verranno investiti in Veneto (9 progetti), quasi 21 milioni in Trentino-Alto Adige (6) e circa 16 milioni in Piemonte (5) e Lombardia (4). Gli investimenti riguardano anche al Centro e al Sud: ad esempio, in Puglia verranno investiti 8 milioni (3), nel Lazio 3 milioni (2) e in Calabria 2 milioni (1).
I progetti, le aziende coinvolte
Per quel che riguarda le aziende coinvolte, a spiccare tra i progetti approvati è Snam 4 Mobility che ha ottenuto fondi per l’apertura di 8 delle totali 36 stazioni di rifornimento. Autostrada del Brennero potrà aprire 4 progetti. A seguire Milano Serravalle, Eni, Edison, Q8 Petroleum 3, Sapio e Sasa 2, seguite poi da Green Factory , Alperia Greenpower, Gemmo — Simplifhy SB, Dilella Invest, Beyfin , Teca Gas, Sol e Italgas con 1.
In merito all’approvazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, H2IT – Associazione Italiana Idrogeno precisa che l’Italia grazie a questa decisione potrà iniziare ad essere competitiva con gli altri Paesi europei e si ritiene molto soddisfatta.
“Siamo soddisfatti che il Governo abbia ascoltato le istanze del settore idrogeno italiano e abbia dato fiducia al suo potenziale di crescita – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT. Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per permettere all’idrogeno di dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema italiano. Investire nell’infrastruttura è di importanza strategica perché abilita lo sviluppo della mobilità idrogeno e di tutta la sua supply chain, che sarà sinergica con i progetti di Hydrogen Valleys”.
“In Europa si sta già puntando su questo vettore da anni, con alcuni Paesi pionieri, come ad esempio la Germania, che rappresentano un modello d’avanguardia nell’innovazione e nella transizione energetica – prosegue Dossi. Ora siamo sulla giusta strada per recuperare il divario con questi Paesi. Sotto questo profilo, la decisione del Ministero di finanziare i primi 36 progetti, per le aziende attive nel comparto idrogeno, rappresenta una pietra miliare. La filiera è giovane ma altamente tecnologica, innovativa e da anni sta investendo ingenti risorse sui progetti idrogeno e sullo sviluppo delle competenze e delle tecnologie, scommettendo con la pianificazione di questi investimenti industriali nel futuro della mobilità a idrogeno in Italia.”
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