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La Laguna di Venezia non è più mare e riscopre il suo habitat naturale

La Laguna di Venezia non è più mare e riscopre il suo habitat naturale
La Laguna di Venezia non è più mare e riscopre il suo habitat naturale, foto di AndreaFl74 da Pixabay

Un progetto avviato nel 2017 con lo scopo di ricreare nella laguna di Venezia zone a bassa salinità e favorire, tramite l’immissione di acqua dolce dal Sile, la ri-colonizzazione di circa 20 ettari di canneto e il ripopolamento di numerose specie ittiche e di uccelli

In Laguna di Venezia torna l’acqua dolce e si rivedono le specie tipiche di questo habitat, anche di interesse conservazionistico, come il ghiozzetto cenerino e quello di laguna, pesci caratteristici degli ambienti lagunari a bassa salinità.

Tornano a popolare l’area molti esemplari giovani di cefali che utilizzano gli ambienti lagunari dissalati come nursery. Anche la vegetazione sta progressivamente cambiando con la comparsa del canneto e la fioritura di specie barenali tipiche degli ambienti a bassa salinità.

Il progetto ed i risultati raggiunti

Presentati a Venezia, i risultati finali di Life Lagoon Refresh, il progetto europeo coordinato dall’ISPRA, partito nel 2017 con lo scopo di ricreare nella laguna di Venezia zone a bassa salinità e favorire, tramite l’immissione di acqua dolce dal Sile, la ri-colonizzazione di circa 20 ettari di canneto e il ripopolamento di numerose specie ittiche e di uccelli.

Nonostante le difficoltà incontrate in questi anni come l’alta marea eccezionale del 12 novembre nel 2019, la pandemia dal 2020 e negli ultimi mesi la siccità, i risultati sono stati raggiunti: il gradiente salino è stato ripristinato e i livelli di salinità (prima degli interventi superiori a 30 in tutta l’area di progetto) sono scesi a valori inferiori a 15 in un’area di 25 ettari.

Come si trasforma la vegetazione

Anche la vegetazione è in fase di trasformazione: nell’area vicina al punto di immissione dell’acqua la dominanza delle specie alofile delle barene sta lasciando il posto al canneto che ha ormai attecchito in tutte le aree con salinità idonea e si sta progressivamente diffondendo intorno alle zone di trapianto.

Foto di nextvoyage da Pixabay 

Tra settembre e ottobre 2021 si è assistito alla fioritura dell’Aster Tripolium e da giugno 2022 l’Inula tinge di giallo i bordi delle barene più dissalate. Ottimi i risultati ottenuti anche con le piante acquatiche sommerse (Zostera marina, Zostera noltei, Ruppia cirrhosa) che oggi formano chiazze anche di parecchi metri di diametro.

Una nuova colonia di uccelli

Nei 4 anni e mezzo di monitoraggio il progetto Life Lagoon Refresh ha censito complessivamente più di 32.637 uccelli presenti nell’area di progetto e 128 specie delle quali 62 riferibili al gruppo degli uccelli acquatici. Dal 2018 ad oggi si è assistito ad un cambio nella composizione e abbondanza di varie specie all’interno della comunità ornitica, segnale tangibile a riprova di effetti positivi conseguenti all’apertura dell’acqua dolce.

Ma le e attività non si fermano: i partner saranno impegnati nella fase “After life” sia per quanto riguarda la gestione dell’opera idraulica, sia per le attività di monitoraggio ambientale in modo da continuare a verificare gli effettivi benefici.

Life Lagoon Refresh, un progetto a tutto campo

Il progetto non si è fermato solo agli interventi in laguna ma è andato oltre organizzando corsi di formazione sul riconoscimento dell’avifauna e sulla fotografia naturalistica, seminari e attività didattiche in aula e in campo. Complessivamente sono sati coinvolti oltre 1000 studenti delle scuole primarie e secondarie, ma anche delle Università di Padova e di Venezia con seminari e attività didattiche in aula e in campo.

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