Gli studiosi hanno dimostrato che i microbi presenti negli oceani e nel suolo di tutto il mondo si stanno evolvendo per “digerire” la plastica
La plastica ormai si trova dovunque causando quell’inquinamento che oggi rappresenta una delle sfide più importanti del nostro tempo. Dalle cime dell’Everest al profondo degli oceani, attualmente per liberarsi della plastica non sembrano esserci soluzioni che possano risolvere questo problema.
Proprio perché la plastica è un materiale particolarmente difficile da degradare e riciclare, gli scienziati di tutto il mondo sono impegnati nella ricerca di batteri in grado di produrre enzimi per scomporre rapidamente il materiale plastico in specifiche condizioni.
Questo è quanto risulta da un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori presso la Chalmers University of Technology, a Göteborg in Svezia.
Gli studiosi hanno dimostrato che i microbi presenti negli oceani e nel suolo di tutto il mondo si stanno evolvendo per “digerire” la plastica. Dopo aver compilato un elenco di dati relativi a 95 enzimi microbici già noti per degradare la plastica, presenti nella maggior parte dei casi nei batteri in discariche e in determinati luoghi ricolmi di plastica, la ricerca ha trovato oltre 30.000 enzimi diversi in grado di degradare 10 diversi tipi di materiali plastici.
Per arrivare a questo risultato i ricercatori hanno analizzato oltre 200 milioni di campioni di DNA prelevati da 236 diversi ambienti di diverse parti del mondo in siti sia marini che terresti.
Nei campioni oceanici sono stati trovati circa 12.000 nuovi enzimi, prelevati a profondità differenti e in 67 località e proprio dai campioni provenienti dalle maggiori profondità degli oceani gli esperti hanno notato che i livelli di enzimi degradanti erano maggiori.
Quindi questa è la dimostrazione che i livelli di inquinamento da plastica aumentano con la maggiore profondità.
In merito ai campioni prelevati al suolo, le località sono 169 in 38 paesi e 11 diversi habitat contenenti circa 18.000 enzimi in grado di “digerire” la plastica. Il 60% circa di questi enzimi studiati era finora sconosciuto, quindi si pensa ad un’evoluzione delle molecole naturali mai esistita, che per vivere si sono adattate in un ambiente sempre più pieno di rifiuti plastici.
La scoperta di batteri terrestri in evoluzione, oltre ad essere un indicatore dello stato di salute di vari ecosistemi, potrebbe rappresentare una svolta per la degradazione dei materiali plastici facilitando l’abbattimento di una importante parte dell’inquinamento umano.
Fonte: Microbial Biology