A tre anni dalla tempesta Vaia, PEFC Italia, ente promotore della corretta e sostenibile gestione delle foreste, e il progetto giornalistico internazionale Adaptation.it, presentano il webdoc “Trentino”, dedicato alle storie di coloro che stanno lavorando per “adattare” questa regione al cambiamento climatico
Tutti noi abbiamo ancora negli occhi e nel cuore le terribili immagini del dramma della tempesta Vaia dello scorso 29 ottobre 2018, con piogge e raffiche di vento stimate oltre i 150 km/h che hanno distrutto 42.500 ettari di foreste. Una distesa di alberi schiantati di fronte alla quale emerse evidente l’impotenza dell’uomo a combattere i fenomeni climatici estremi.
Ricordare è dunque fondamentale, scolpire nei nostri ricordi quelle immagini per comprendere quanto sia necessario intervenire al più presto. Occorre dire che tanto è stato fatto, grazie soprattutto al grande impegno messo in campo da enti, associazioni e aziende per recuperare e utilizzare il legno degli alberi sradicati.
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Con questo obiettivo, in occasione dell’anniversario della tempesta che ha colpito l’area alpina dalla Lombardia al Friuli-Venezia Giulia, PEFC Italia, ente promotore della corretta e sostenibile gestione delle foreste e il progetto giornalistico internazionale Adaptation.it presentano il capitolo del webdoc “Trentino”, dedicato alle storie di coloro che stanno lavorando per “adattare” questa regione al cambiamento climatico.
Il Progetto Adaptation: comunità e resistenza
Nato per documentare la convivenza tra l’uomo, la tecnologia e la natura nell’era della crisi climatica, il progetto Adaptation è un webdoc che, attraverso storie di constructive journalism, mette in evidenza le soluzioni trovate dalle comunità per resistere agli eventi meteo-climatici estremi.
Il nuovo capitolo di Adaptation dedicato al Trentino è online e visionabile gratuitamente e all’indirizzo Adaptation.it.
Negli scorsi mesi il giornalista scientifico Marco Merola, ideatore del progetto Adaptation, si è recato, con il supporto di PEFC Italia, nei luoghi della tempesta ed ha intervistato esperti dell’Università di Trento, imprenditori e rappresentanti delle comunità locali, proprietari dei boschi abbattuti e gestori forestali. Un “viaggio” illuminante, grazie al quale è oggi possibile raccontare un territorio che non ha mai smesso di lavorare per diventare più forte e consapevole di prima.
“Il Trentino è stata una delle aree più danneggiate, anche a livello economico, da Vaia, ma è stata in grado di mettere in atto sin da subito una strategia di adattamento e ripristino. Allo stesso tempo, ha iniziato una riflessione sulle scelte compiute in passato, comprendendo ancora di più l’importanza della gestione forestale attiva – sottolinea Francesco Dellagiacoma, Presidente del PEFC Italia –. Come PEFC Italia ci siamo mossi da subito nel post Vaia creando la Filiera Solidale PEFC, unico sistema e logo pensato per sostenere le zone colpite dalla tempesta tramite il recupero del legno proveniente dalle piante abbattute da Vaia. Ora siamo orgogliosi di supportare il webdoc Adaptation che punta i riflettori su questo territorio e sull’impegno delle tante aziende che hanno fatto sempre della sostenibilità e della resilienza i principi attorno cui far ruotare il proprio lavoro”.
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“La tempesta Vaia ha rappresentato per i trentini non solo un evento inaspettato, tragico ma un monito a cambiare atteggiamento nei confronti della natura. Le popolazioni locali hanno imparato che il bosco è e deve rimanere uno scrigno di biodiversità – spiega il giornalista Marco Merola, ideatore del progetto Adaptation –. La sfida del prossimo futuro, per i trentini, è adattarsi agli eventi meteoclimatici sempre più estremi che potrebbero colpire il territorio. Venti forti ma anche piogge, gelate improvvise o prolungate siccità. Per questo enti pubblici, privati e Università stanno sperimentando soluzioni altamente innovative“.
Soluzioni innovative per adattarsi agli eventi climatici estremi
Nella puntata “Trentino” viene evidenziato il problema dei boschi monocolturali di abete rosso, il legno più utilizzato, dall’edilizia agli strumenti musicali, che hanno confermato la loro fragilità dinanzi ad eventi estremi originati dal cambiamento climatico. Pianificatori forestali ed esperti di selvicoltura hanno infatti consigliato di incrementare la biodiversità e non ripiantare tutti gli alberi abbattuti.
La tempesta – emerge dal documentario – ha anche insegnato come solo una comunità veramente coesa possa adattarsi rapidamente a scenari non prevedibili. Le popolazioni che si sono trovate a gestire milioni di metri cubi di legname abbattuto hanno saputo costruire nuovi mercati e investire in usi altamente sostenibili per il “legno di Vaia”, anche grazie ad iniziative come la “Filiera Solidale PEFC”, come testimonia il grattacielo di nove piani costruito a Rovereto, la più alta e imponente costruzione in legno mai realizzata in Italia.
Il legno, i giovani ed un futuro professionale
Vaia, infine, ha confermato che il settore del legno è per molti giovani il trampolino di lancio verso un futuro professionale sostenibile, quello di tecnico del legno, certificato dal Centro di Formazione Professionale ENAIP di Tesero. Nei laboratori dell’Istituto, sotto lo sguardo attento dei professori, gli studenti usano il legno degli schianti per fare esperienza ed imparare un mestiere nobile e ricercato di cui ci sarà sempre più bisogno.
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