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Itelyum, nella transizione ecologica, già pronta per il cambiamento del CAM Veicoli

Itelyum, nella transizione ecologica, già pronta per il cambiamento del CAM Veicoli
Foo @Itelyum

Il nuovo CAM Veicoli, per l’Amministratore delegato di Itelyum Codognola, rappresenta una reale rivoluzione verso la greenmobility premiando, per l’eccellenza degli oli rigenerati, l’economia circolare italiana

In vista dell’entrata in vigore il prossimo 30 ottobre del nuovo CAM Veicoli, Itelyum è già pronta a soddisfare i requisiti richiesti. Il testo infatti rivede e aggiorna I criteri ambientali minimi che spingono e obbligano verso l’acquisizione dei veicoli adibiti al trasporto su strada. In modo da ridurre le emissioni di inquinanti e di altri impatti ambientali lungo l’intero ciclo di vita dei materiali utilizzati.

Un passo determinante per la transizione ecologica del nostro Paese. In anticipo rispetto all’Europa, nel CAM Veicoli sono stati introdotti i criteri per l’acquisto di oli lubrificanti a base rigenerata.

Itelyum, azienda leader a livello nazionale e internazionale per la rigenerazione degli oli usati, la produzione e purificazione dei solventi e i servizi ambientali per l’industria vanta un indice di circolarità medio di oltre il 90%.

“Accogliamo con favore questo approccio del Ministero della Transizione Ecologica – spiega Marco Codognola, Amministratore Delegato di Itelyum, in occasione della Fiera Ecomondo – in un ambito che premia un percorso di eccellenza italiana di cui Itelyum è orgogliosamente protagonista”.

Nel nostro Paese – prosegue Marco Codognolaquasi il 100% degli oli lubrificanti usati provenienti dal settore automotive e industriale vengono avviati a rigenerazione per la creazione di nuove basi lubrificanti di qualità. Con un risparmio di emissioni di CO2 del 50% rispetto alla produzione da greggio e di materia prima equivalente. Un dato che rende l’Italia detentrice di un primato europeo e campione di economia circolare per il comparto degli oli lubrificanti usati”.

Itelyum e il CAM Veicoli

Il CAM veicoli avrà un impatto rilevante sulla mobilità e sulla sostenibilità del trasporto in Italia e la politica nazionale in materia di appalti pubblici verdi si appresta a diventare più incisiva.

Questo non solo nell’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali, ma anche con il fondamentale scopo di promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili.

Il CAM Veicoli e la certificazione verde

Il CAM veicoli prevede che le basi rigenerate e tutti i materiali dovranno ricevere una certificazione ‘verde’.

“A riprova di un nostro percorso con solide basi e sguardo rivolto al futuro, anche in questo Itelyum ha anticipato i tempi – sottolinea Codognoladotandosi negli anni passati della certificazione REMADE IN ITALY®, il primo marchio indipendente per la certificazione di prodotti e materiali derivanti da riciclo e dal riuso.
L’etichetta racconta le caratteristiche di sostenibilità ambientale del materiale, del processo e del prodotto
in termini di riduzione di consumi energetici e contenimento delle emissioni di CO2”.

Simona Faccioli Direttrice di Remade in Italy spiega infatti: “La certificazione ha diversi aspetti significativi, in quanto rappresenta una certezza in sede di gara e un mezzo di prova indiscutibile per le Stazioni appaltanti; deriva da un processo di totale e trasparente tracciabilità sui materiali e i processi svolti. Inoltre, quantifica gli impatti ambientali derivanti dall’utilizzo di materia da recupero rispetto alla materia vergine, nel ciclo di vita relativo al suo processo produttivo”.

Quanto al nuovo CAM Veicoli – aggiunge Faccioli accogliendo le prescrizioni della Direttiva Eu 2019/1161 introduce un vero e proprio cambio di paradigma: la direttiva, i recepimenti nazionali e le norme di attuazione tra le quali risiede questo CAM, possono davvero contribuire alla svolta nell’abbattimento delle emissioni clima alteranti”.

“Uno degli aspetti più rilevanti – conclude Simona Faccioliè la considerazione degli impatti lungo l’intero ciclo di vita (e su questo riferimento vanno determinati anche i costi dell’appalto, includendo quindi le esternalità ambientali e altri costi indiretti; quindi non solo quelli relativi all’acquisto del bene)”.

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