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Foto/Industria 2021: quinta edizione della Biennale di fotografia a Bologna

Foto/Industria 2021: quinta edizione della Biennale di fotografia a Bologna
Foto/Industria 2021: quinta edizione della Biennale di fotografia a Bologna (Foto Ilaria Capparella)

A Bologna è stata inaugurata la quinta edizione della Biennale di fotografia dell’Industria e del Lavoro, organizzata e presentata da Fondazione MAST. Si tratta di 10 esposizioni in luoghi storici nel centro della città e una al MAST. Le mostre saranno presenti dal 14 ottobre al 28 novembre 

La Fondazione MAST ha presentato la quinta edizione di Foto/Industria, la prima Biennale al mondo dedicata alla fotografia dell’Industria e del Lavoro, che si svolge a Bologna dal 14 ottobre al 28 novembre, con la direzione artistica di Francesco Zanot.

ITALY. Favignana. 1951. 27 – The big tuna steaks are trimmed by hand and placed into big tins. ITALIEN. Favignana. 1951. 27 – The big tuna steaks are trimmed by hand and placed into big tins. T-IT-FAV-006

Si tratta di 11 mostre in 10 luoghi differenti che consentono, non solo ai cittadini bolognesi, ma anche ai turisti, di scoprire ancora meglio i luoghi storici della città e di fare una meravigliosa passeggiata per le vie di Bologna. 

Indietro nel tempoFoto/Industria nasce nel 2013 con l’intento di sostenere e diffondere la cultura della fotografia e per promuovere Bologna come una protagonista mondiale. 

Foto/Industria è FOOD

Quest’anno il titolo di Foto/Industria è FOOD, un tema di fondamentale importanza che copre gli ambiti più disparati come: la biologia, la filosofia, la storia, la geografia, l’economia, la politica, la tecnologia, la demografia e l’ecologia. 

Per questo, al centro della Biennale si trova il soggetto dell’industria alimentare: un settore in rapido sviluppo che risponde alle trasformazioni in atto su scala globale: la questione demografica, il cambiamento climatico e la sostenibilità. 

Il tema dell’alimentazione viene intrapreso come fatto culturale, come linguaggio e allo stesso tempo come tema complesso. In questa mostra fotografia e gastronomia si fondono innescando una serie di riflessioni sulla complessità della “questione alimentare”

DONNA due giovani raccoglitrici di zucche, ne portano via una ciascuno trasportandola sulla testa. fotografia di Ando Gilardi (parte della mostra Olive e bulloni – Ando Gilardi Lavoro contadino e operaio nell’Italia del dopoguerra 1950-1962) Qualiano (NA) 1955 circa

Di fatto, gli argomenti principali oggetto delle 11 mostre, che ripercorrono un secolo di storia dagli anni Venti ad oggi sono: l’industria alimentare e il suo impatto sul territorio; la questione del grano; i mercati e le tradizioni locali; il rapporto tra alimentazione e  geografia; la meccanizzazione della coltivazione e dell’allevamento; l’alimentazione organica e naturale; la pesca nei mari e nei fiumi. 

Francesco Zanot, il direttore artistico

Il cibo è un fondamentale indicatore per analizzare e comprendere intere civiltà – scrive nel testo introduttivo del Photo book/Ricettario della Biennale il direttore artistico Francesco Zanot -. Le modalità attraverso cui gli alimenti vengono prodotti, distribuiti, venduti, acquistati e consumati sono in costante cambiamento e racchiudono pertanto alcuni caratteri distintivi di un’epoca, un periodo storico o un ambito culturale e sociale… Il cibo è linguaggio.” 

BERNARD PLOSSU, Parigi, Francia

Continua: “Come la fotografia, gli alimenti incorporano e diffondono messaggi. Il risultato è un cortocircuito: qualsiasi fotografia di cibo è il frutto di un processo di ri-mediazione. Inoltre, fotografia e cibo hanno un legame speciale con la tecnologia. La fotografia nasce come tecnica. Camera oscura, pellicola e obiettivo sono conquiste dell’ingegno umano messe al servizio della scienza, dell’arte, della memoria e della trasmissione di informazioni. Per quanto riguarda il cibo, il punto di svolta è costituito dalla comparsa dell’agricoltura, che conduce dal nomadismo alla coltivazione e all’allevamento stanziali attraverso una serie di profonde innovazioni tecniche“.

Undici fotografi: tre Italiani e otto Stranieri

Undici artisti contemporanei e giovani autori affermati sulla scena internazionale, i quali alternano pratiche fotografiche che vanno dagli usi puri e tradizionali della fotografia alle sperimentazioni più innovative.

Tra gli artisti italiani:

  • Ando Gilardi, una delle figure più eclettiche e originali della storia della fotografia italiana, è il protagonista della mostra “Fototeca” al MAST con una combinazione di reportage fotografici degli anni cinquanta e sessanta (la mostra proseguirà fino al 2 gennaio 2022);
  • Maurizio Montagna ha realizzato “Fisheye” (all’Università di Bologna nella Collezione di Zoologia), un progetto che indaga il territorio della Valsesia in rapporto al passato e al presente del luogo;
  • Lorenzo Vitturi in “Money Must Be Made” fotografa Balogun da diverse prospettive, il mercato di strada di Lagos in Nigeria, uno dei più grandi al mondo (Palazzo Pepoli Campogrande – Pinacoteca Nazionale di Bologna). 
VIVIEN SANSOUR, Palestine Heirloom Seed Library

Tra gli artisti stranieri:

  • Hans Finsler, tra i maggiori protagonisti della fotografia oggettiva degli anni ‘30, ha realizzato nel 1928 la serie “Schokoladenfabrik” dove i protagonisti sono dei dolci di cioccolato e marzapane di una fabbrica tedesca (San Giorgio in Poggiale);
  • Herbert List è il campione della fotografia metafisica e membro dell’agenzia Magnum, nella sua mostra “Favignana” sono esposte 41 immagini sulla mattanza dei tonni avvenuta nel 1951 (Palazzo Fava – salone “Mito di Giasone e Medea”);
  • Bernard Plossu in “Factory of Original Desires” ha fotografato spezzoni di vita in tutto il mondo e ritratti legati a persone e cibo nella quotidianità (Palazzo Fava – sala “Le Avventure di Enea”);
  • Mishka Henner ha creato “In the Belly of the Beast”, un’esposizione sul rapporto tra uomo, animali e tecnologia in un processo fatto di consumo, digestione e scarto (Palazzo Zambeccari);
  • il giapponese Takashi Homma ha ideato la mostra “M + Trails”, la quale da un lato vede una serie di fotografie dei negozi di Mcdonald’s in diverse parti del mondo, mentre dall’altro la serie Trails presenta fotografie di sangue sulla neve lasciate dai cacciatori di cervi sulle montagne di Hokkaido (Padiglione dell’Esprit Nouveau); 
  • l’olandese Henk Wildschut con “Food” si concentra sulle avanzate tecnologie dell’industria alimentare (Palazzo Paltroni);
  • l’artista americana Jan Groover in “Laboratory of forms” fotografa le nature morte riprese nella cucina della sua abitazione, che dialogano con le opere del pittore bolognese Giorgio Morandi, custodite nelle sale del MAMbo (la mostra proseguirà fino al 2 gennaio 2022); 
  • l’artista palestinese Vivien Sansour presenta “Palestine Heirloom Seed Library”, un progetto per salvaguardare alcune varietà di semi e la biodiversità (Palazzo Boncompagni). 
Padiglione Esprit Nouveau – Fiera di Bologna. Esposizione di Takashi Homma (Foto Ilaria Capparella)

Il programma degli eventi 

La Biennale come di consueto è accompagnata da un programma di eventi con ingresso gratuito su prenotazione. La Fondazione MAST mette a disposizione: visite guidate, talk, workshop di fotografia, performance, proiezioni, tavole rotonde e attività didattiche con i mediatori culturali, i quali sono studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, che collaborano da anni con la Fondazione MAST.  

Inoltre, è possibile visitare le mostre dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19, con l’eccezione della mostra al MAST che in occasione degli eventi è aperta fino alle 22. Per entrare è necessario ottenere il badge attraverso l’iscrizione online, lo stesso si ritira poi in una delle sedi, il tutto gratuitamente. 

Photo Book / Ricettario

Foto/Industria 2021 ha realizzato un photo book/ricettario. Si tratta di una pubblicazione a metà tra fotografia e libro di ricette pensate dallo chef e scrittore Tommaso Melilli. Egli ha interpretato le immagini e i temi di ogni mostra e affiancato ad ognuna una ricetta originale. 

Il libro è pensato per innescare un discorso visivo e testuale sulla vasta materia del cibo. Qui, arte e gastronomia si fondono dalla teoria alla pratica, come accadeva una volta.

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