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BMW e sostenibilità, no ai minerali provenienti dagli oceani

BMW e sostenibilità, no ai minerali provenienti dagli oceani
BMW e sostenibilità, no ai minerali provenienti dagli oceani, foto di Trace Constant da Pexels

BMW si schiera a protezione delle profondità marine e, grazie ad un accordo con WWF Germany, si impegna a non utilizzare minerali provenienti dall’oceano e a non finanziare l’estrazione mineraria in acque profonde. Forte l’impegno anche in materia di riciclo ed economia circolare

Il gruppo BMW non ha certo bisogno di presentazioni, con i suoi quattro marchi (BMW, MINI, Rolls-Royce e BMW Motorrad) è ad oggi uno dei costruttori leader mondiale di auto e moto. Il successo si fonda da sempre su una visione di lungo periodo e su un’azione responsabile. Per questo l’azienda ha stabilito come parte integrante della propria strategia la sostenibilità ecologica e sociale in tutta la catena di valore, la responsabilità globale del prodotto e un chiaro impegno a preservare le risorse.

Foto di Jeremy Bishop da Pexels

In quest’ottica si spiega il lancio di un’iniziativa per proteggere le profondità marine in collaborazione con il WWF Germany. In una dichiarazione congiunta, il BMW Group, il WWF e aziende di altri settori si impegnano, come misura precauzionale, a non utilizzare minerali provenienti dalle profondità oceaniche e a non finanziare l’estrazione mineraria in acque profonde fino a quando non sarà stata condotta una ricerca scientifica completa sull’impatto dell’estrazione mineraria e non saranno state valutate chiaramente le conseguenze per l’ambiente.

A causa della crescente domanda di materie prime in generale, i giacimenti minerari marini hanno recentemente guadagnato una maggiore attenzione pubblica. In particolare, i noduli di manganese (noduli polimetallici), le croste di ferro e manganese ricche di cobalto, così come il solfuro massiccio e i fanghi ricchi di minerali, potrebbero attirare l’interesse delle compagnie minerarie. Alcuni esperti ritengono che potrebbero rappresentare un’alternativa valida ai minerali provenienti dall’estrazione terrestre. Tuttavia, la maggioranza degli esperti rimane complessivamente scettica, a causa della mancanza di analisi scientifiche.

Foto di Kelly Lacy da Pexels

Come sottolineato da Patrick Hudde, Head of Supply Chain Sustainability and Indirect Purchasing Raw Materials Management del BMW Group: “Il BMW Group aspira ad essere uno dei produttori automobilistici più sostenibili e ha costruito standard elevati nelle proprie supply chain con questo obiettivo. L’approvvigionamento delle materie prime richiede particolare attenzione. Attualmente non esistono sufficienti evidenze scientifiche per poter valutare i rischi ambientali dell’estrazione in alto mare. Per questo motivo, le materie prime provenienti da questo tipo di estrazioni attualmente non rappresentano un’opzione per il BMW Group“.

Degna di nota è anche l’attività del gruppo BMW in materia di riciclo e di economia circolare, in particolare un approccio efficiente e l’obiettivo di aumentare significativamente la percentuale di materiale secondario nei veicoli. L’azienda impiega già fino al 50% di alluminio secondario, 25% di acciaio secondario e fino al 20% di termoplastica secondaria. Queste percentuali dovrebbero continuare ad aumentare in futuro. Un utilizzo più ampio di materiali secondari aiuterà a ridurre la necessità di materie prime primarie nel lungo periodo.

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