Coronavirus e cambiamento climatico ( formato Ebook, pp.63) è l’eBook di Nicolas Lozito scaricabile gratuitamente dal 4 maggio. Un eBook per approfondire e capire il rapporto che intercorre tra coronavirus e cambiamenti climatici. Durante questo periodo, da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria, sono state molte le domande che ci siamo posti sulla questione. Tra queste, sicuramente, quella che riguarda le correlazioni tra coronavirus e cambiamenti climatici.
Ci siamo spesso domandati se in effetti, l’inquinamento o il sovraffollamento delle città, possano aver causato la comparsa o la diffusione di questo virus. L’eBook di Nicolas Lozito, approfondisce l’argomento e ci permette di comprendere quanto la salute umana dipenda dall’ambiente circostante, in cui si vive.
In Coronavirus e cambiamento climatico, vengono riportate 50 domande con 50 risposte raggruppate in 5 macro temi declinati sotto ogni aspetto: da dubbi quotidiani a questioni irrisolte; dalle politiche internazionali alle scelte domestiche.
Ma come nasce?
Nicolas Lozito è giornalista de Il Messaggero, e ha sempre avuto a cuore le tematiche ambientali. Tematiche che ha voluto affrontare in maniera alternativa rispetto al giornalismo più tradizionale. Nasce così, la newsletter Il colore verde attraverso cui Lozito, ogni sabato mattina, affronta una sfumatura della questione ambientale.
In questo periodo poi, avendo dedicato le puntate principalmente al Coronavirus, ha deciso di riprendere tutti gli argomenti e riscriverli in forma distillata, aggiornando o integrando dove necessario con nuove informazioni, storie e numeri: arriva così l’eBook Coronavirus e cambiamento climatico. Un eBook attraverso cui poter approfondire il rapporto esistente tra Covid-19 e ambiente.
Ma anche per poter cominciare a pensare a una futura ripresa che parta da una maggiore attenzione: attenzione per i nostri gesti individuali quotidiani. Piccoli gesti che possono avere un enorme impatto sull’ambiente, ma come abbiamo constatato negli ultimi mesi, sulla nostra stessa salute. Abbiamo visto quanto un semplice gesto come quello di lavarsi le mani, sia risultato fondamentale nell’ultimo periodo.
Coronavirus e cambiamento climatico mostra quanto la salute del nostro Pianeta influenzi e determini la nostra stessa salute, essendo anche noi parte di esso.
Per scaricare l’eBook gratuitamente è possibile iscriversi alla newsletter Il colore verde curata da Nicolas Lozito. Viceversa scaricando l’eBook ci si iscriverà direttamente alla newsletter. Noi di Green Planet News siamo andati a intervistarlo.
Parliamo prima di tutto della newsletter di cui ti occupi e di come poi è nato l’ eBook Coronavirus e cambiamento climatico. Nello specifico di cosa tratta la newsletter e come nasce?
Sono un giornalista e da quando ho iniziato questo mestiere ho sempre avuto a cuore le tematiche ambientali. Con il tempo mi sono accorto che il giornalismo tradizionale affronta il tema del cambiamento climatico come qualsiasi altro dibattito, ovvero contrapponendo tesi opposte. Questo riduce le possibilità di comprensione e di approfondimento. Ho deciso quindi quest’anno di lanciare la newsletter, Il colore verde proprio per provare a risolvere, nel mio piccolo, questo problema.
Per l’occhio umano il verde è il colore con più sfumature: ne vediamo tantissime tinte. Allo stesso modo nella mia newsletter voglio raccontare tutte le “tinte” della questione ambientale: dare voce alle idee e ai dubbi e passaparola, soprattutto ai giovani. Mi ero prefissato di iniziare a marzo, poi è scoppiata l’emergenza coronavirus. All’inizio volevo rimandare, poi ho capito che era ancora più importante parlare dell’ambiente in un periodo così, perché proprio ora capiamo maggiormente le cause e gli effetti dell’ambiente e del clima sulle nostre vite.
Ci sono effettivamente correlazioni tra Coronavirus e cambiamenti climatici? Quali sono le più forti?
Ci sono due lati in questa risposta. Il primo: l’emergenza coronavirus, con il conseguente blocco di molti spostamenti e attività, ha avuto un impatto positivo sull’ambiente. Sono diminuite le emissioni di gas serra, è diminuito l’inquinamento atmosferico, la natura si è ripresa un po’ di spazio. Lo abbiamo notato nell’acqua cristallina dei canali di Venezia o nell’aria più respirabile nelle grandi città.
Sono effetti temporanei, però, che non risolvono nessun problema a lungo termine: ora che tutto sta lentamente ripartendo come prima, anche l’ambiente tornerà a soffrire. Il secondo: il cambiamento climatico e in generale il nostro interferire con la natura può avere avuto un effetto “moltiplicatore” sull’arrivo e la diffusione del coronavirus.
Il virus è di origine zoonotica, cioè deriva dagli animali: questo tipo di malattie è in aumento negli ultimi decenni a causa della deforestazione e della caccia e commercio di specie selvatiche. All’interno degli ecosistemi è pieno di agenti patogeni a noi ancora sconosciuti, che vivono in equilibrio con animali e piante, ma più noi interferiamo con questi equilibri più ne subiamo le conseguenze.
L’effetto moltiplicatore poi lo vediamo anche nella diffusione: il coronavirus attacca l’apparato respiratorio, e le conseguenze sono statisticamente più gravi per chi vive in città ad alto inquinamento atmosferico, proprio perché l’esposizione allo smog nel corso degli anni rende più vulnerabile i polmoni.
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In questo momento, in cui l’emergenza sanitaria ha sicuramente la priorità, com’è possibile arginare i danni all’ambiente? Vediamo infatti come il monouso, dalle mascherine ai guanti, sarà sempre più diffuso e utilizzato. È possibile continuare a pensare all’ambiente ora?
Da un lato, è vero, stiamo tornando al monouso: ci siamo resi conto che la plastica “usa e getta” è necessaria nell’emergenza sanitaria. Ed è un bene che questi dispositivi sanitari esistano e siano diffusi proprio grazie alla versatilità della plastica. Questo non toglie che siamo giustificati a buttare mascherine e guanti per terra, come ormai siamo abituati a vedere, invece che nel cestino.
L’emergenza ci deve fare stare più attenti, e temporaneamente ci costringe a mettere in secondo piano alcune priorità, ma non significa che ce ne dobbiamo dimenticare. Anzi, per i politici, le aziende, ma anche per i cittadini, questo momento di pausa può essere importante proprio per riscrivere alcune regole per ripartire al meglio.
La Commissione europea in questo è stata chiara, il cosiddetto green new deal, ovvero tutte le politiche verdi avviate negli scorsi anni, deve continuare e, anzi, rafforzarsi per arrivare più forti e più “puliti” quando l’emergenza sarà finita.
Quanto è importante il nostro impatto sul pianeta?
Ce ne stiamo rendendo conto proprio ora che almeno metà della popolazione mondiale è stata bloccata in casa. In meno di un mese molto attorno è cambiato e non solo nelle città. Il rumore medio negli oceani, hanno appena scoperto in uno studio, è diminuito di almeno 5 decibel, che sembra poco ma è sufficiente per liberare di tantissimo stress le balene che con le onde sonore comunicano e si spostano e da anni sono sempre più confuse dal rumore delle navi.
Per capire meglio il nostro ruolo è però importante dividerlo in due: siamo quasi 8 miliardi di esseri umani sul pianeta e per forza di cose la nostra esistenza ha un impatto sulle risorse del pianeta. Non possiamo scomparire. Dall’altra parte però negli ultimi anni stiamo capendo quanto il nostro impatto sia “in eccesso”, quanto faccia male e quanto possa essere ridotto.
Ecco: credo che il tema su cui noi dovremmo ragionare e far ragionare di più sia proprio questo: cosa possiamo fare per attutire il nostro impatto, cosa dobbiamo fare per non erodere il patrimonio naturale da lasciare in eredità alle future generazioni?
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