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La gente di Sahiwal: scatti come finestre sulla natura umana

La gente di Sahiwal: scatti come finestre sulla natura umana
Foto di Shoaeb Hameed da Pixabay

La gente di Sahiwal: scatti come finestre sulla natura umana: Per la presentazione del volume The Spirit of Sahiwal di Sohail Karmani , edito da Skira, l’appuntamento è per martedi 18 febbraio, alle ore 18.30, presso la Fondazione Gianfranco Ferrè, in via Tortona 37 a Milano. Oltre all’autore interverranno: l’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno, il critico e docente di fotografia Roberto Mutti, il fotografo Mustafa Sabbagh e la curatrice Francesca Interlenghi.

Sohail Karmani, nato e cresciuto in Inghilterra, è professore ordinario presso la New York University di Abu Dhabi, dove attualmente tiene il corso Power and Ethics in Photography. Ma alla sua carriera accademica accompagna da sempre una grande passione per la fotografia, sviluppando, nel tempo, un proprio linguaggio narrativo incentrato sulla gente, i viaggi, la strada e la fotografia documentaria. La sua fotografia, d’impostazione formale, è resa speciale da una texture quasi pittorica, immagini equilibrate e composte e un forte senso dello stile.

La sua famiglia è di origine pakistane e, nel 2010, Karmani si reca per la prima volta a Sahiwal, città di suo padre, nel distretto centro orientale di Punjab, meglio conosciuto come il sito dell’Antica Civiltà della Valle dell’Indo e risalente al terzo millennio a.C.

Sopraffatto dai colori, dalle vibrazioni, dalle storie racchiuse in ogni angolo di strada, ne ha tratto la raccolta fotografica oggetto di questo libro, che vuole essere un omaggio alla bellezza, all’umanità, alla dignità e allo straordinario spirito di resilienza di questo popolo. Osservando i volti si resta rapiti, hanno un potere magnetico, creano un coinvolgimento emotivo, un dialogo forte e vicendevole tra chi guarda e chi è guardato

Mantenendosi lontano dal cliché dolorosamente affascinante di un Oriente fatto di ultimi e di dimenticati, ed evitando qualsiasi spettacolarizzazione o strumentalizzazione della sofferenza, il libro offre uno spaccato ravvicinato, e in molti casi intimo, della società sahiwaliana.

Frammenti di vita quotidiana in cui i volti si intrecciano con i riti, i rituali e le cerimonie di un territorio in cui è ancora parzialmente intatta la naturalità della condizione umana. I colori vivi, i contrasti cromatici, la luce intensa, si innestano nella vitalità di una natura umana feconda e autentica.

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