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Con CleanAir@School tutti a lezione di aria pulita

Con CleanAir@School tutti a lezione di aria pulita
Foto di adi saputra da Pixabay

Monitorare il biossido di azoto (NO2), uno degli inquinanti principali delle aree urbane, determinato in larga misura dal traffico autoveicolare. Questo il fine delle attività di educazione ambientale e di Citizen Science iniziate il 20 novembre e che si svolgeranno in 82 scuole primarie e secondarie di 32 comuni dell’intero territorio nazionale.

CleanAir@School, di cosa si tratta?

È un progetto di Citizen Science volto a sensibilizzare e formare i cittadini, attraverso il ruolo di “citizen scientist”, sulle problematiche dell’inquinamento atmosferico e della qualità dell’aria e sulle modalità di monitoraggio. Come? Facendoli partecipare a fianco di tecnici esperti! La proposta è stata lanciata dall’Ispra, che ne ha il coordinamento in Italia, insieme a 15 Agenzie del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA).

Nato da un’idea promossa nel 2018 dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, il Progetto coinvolge 10 Paesi della rete delle agenzie ambientali europee (Epa Network); nella maggior parte di questi le attività si chiuderanno nel 2019, mentre In Italia proseguiranno anche nel 2020.

L’iniziativa CleanAir@School, si legge nella nota ufficiale, è patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) ed è organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), con cui Ispra ha recentemente attivato un protocollo d’Intesa per lo sviluppo di attività finalizzate al raggiungimento di una migliore qualità dell’ambiente urbano.

Citizen Science, la scienza dei cittadini

Sarebbe bello se tutti potessero essere partecipi della ricerca scientifica ed è proprio quanto accade con la Citizen Science, la scienza dei cittadini. Un modo semplice per consentire alla comunità l’ingresso nel mondo scientifico, rendendo “protagonisti” grandi e piccini.

Il dizionario Oxford English ha definito la Citizen Science come “la raccolta e l’analisi di dati relativi al mondo naturale da parte di un pubblico, che prende parte a un progetto di collaborazione con scienziati professionisti”. Si tratta di iniziative per le quali non è richiesta una speciale preparazione scientifica, ma solo curiosità, motivazione e consapevolezza. Un’ottima “tattica” per far conoscere la ricerca nei suoi molteplici aspetti e avvicinare alla scienza.

L’approccio, che si sta diffondendo sempre più, trova una notevole applicazione nel campo ambientale. “La comunità scientifica —spiega ARPAT Toscana — attraverso specifici progetti, può coinvolgere dunque i cittadini in attività di varia natura, dalla segnalazione di specie animali o vegetali presenti in un dato territorio, dall’osservazione su specifici fenomeni, all’utilizzo di apparecchiature per il rilevamento di parametri ambientali, alla messa a disposizione di risorse proprie per rilevazioni di varia natura”.

CleanAir@School, l’analisi della qualità dell’aria si fa partecipata

Come specifica ISPRA, l’intento di CleanAir@School è proprio quello di coinvolgere scuole, studenti e famiglie in maniera attiva e scientifica rendendoli partecipi, al fianco di esperti istituzionali, delle attività di monitoraggio che rappresentano un esempio concreto di adesione attiva al controllo ambientale.

Obiettivo dell’iniziativa è anche attivare un confronto diretto tra cittadini e istituzioni, favorendo la conoscenza reciproca e l’instaurarsi di un rapporto di fiducia, nonché quello di stimolare all’acquisizione di stili di vita più virtuosi e sostenibili, ad esempio in termini di mobilità.

L’inquinamento atmosferico è fonte di preoccupazione

Il tema dell’inquinamento dell’aria sta richiamando ormai un’attenzione crescente. A questo proposito, la Commissione Europea ha intensificato la propria azione lanciando nel 2013 il programma “Clean Air for Europe”, contenente un pacchetto di misure per ridurre le fonti di inquinamento dell’aria e migliorare le condizioni di salute della popolazione entro il 2030.

L’Italia, segnala ancora ISPRA, ha aderito firmando il Protocollo d’Intesa che istituisce il “Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria”, sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con sei Ministeri (Ambiente, Economia, Sviluppo Economico, Infrastrutture e trasporti, Politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo, Salute), le Regioni e le Province autonome.

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