È stata ipotizzata da Sorgenia, la realizzazione di una centrale geotermica ai confini del paesaggio della Val d’Orcia. Il progetto, presentato il 13 novembre alla Regione Toscana, prevede la costruzione della centrale occupando una cinquantina di ettari del territorio. Esattamente, l’insediamento geotermico industriale, dovrebbe essere ubicato a Voltole, ai confini del meraviglioso paesaggio della Val d’Orcia, nonché uno dei luoghi di maggior interesse storico archeologico dell’area della Francigena.
Si tratta di un’idea innovativa e tuttavia sperimentale in Italia. Ma tale sperimentazione sembrerebbe non convincere affatto i cittadini della zona a Sud di Siena. Per quale motivo? Da un’idea dell’associazione culturale Pyramid di Radicofani supportata da Opera Val d’Orcia, i cittadini hanno infatti costituito un comitato di resistenza e lotta contro la centrale.
Ecosistema Val d’Orcia, nome del comitato, al termine di una serie di incontri, ha dunque presentato ufficialmente un atto dichiarativo in cui viene chiesta l’adozione di una legge speciale regionale che tuteli i siti Unesco rispetto al “rischio di realizzazione di impianti fortemente impattanti”. Bisogna ricordare infatti, che il luogo al confine del quale si intende costruire la centrale geotermica, è sito Unesco, un patrimonio dell’umanità per bellezza dei suoi paesaggi naturali.
A preoccupare i cittadini, nonché Opera Val d’Orcia, è soprattutto il fatto che si tratta di operazioni non solo altamente impattanti e assolutamente inconciliabili con il paesaggio coinvolto, ma che tali operazioni riguarderebbero una geotermia speculativa. Per spiegarci meglio che cosa sta succedendo e il perché della contrarietà dei cittadini rispetto a questo progetto, noi di Green Planet News siamo andati ad intervistare Nicoletta Innocenti, presidente di Opera Val d’Orcia.
Noi di Green Planet New tuttavia, siamo disponibili a dare spazio anche alle aziende o alle figure che sostengono il progetto, qualora volessero, per poter rispondere o dare le loro motivazioni in merito. Accogliamo volentieri, insomma, il loro punto di vista sulla questione che tanto sta preoccupando i cittadini per cercare di capire ancora meglio cosa sta succedendo e quali sarebbero rischi e problemi effettivi.
Nicoletta cosa sta succedendo in Val d’Orcia?
È il 2016 quando Sorgenia fa una richiesta alla Regione Toscana per fare dei sondaggi in una zona vasta che riguarda la Val d’Orcia e un po’ tutta l’area del Sud del Senese, comprendendo comuni nell’ambito dei quali ci sono anche terme importanti come quelle di San Casciano o di San Filippo, per esempio. Si tratta di permessi di ricerca per la realizzazione di centrali geotermiche a media entalpia a ciclo binario. I comuni si esprimono subito quasi tutti dichiarando la loro non disponibilità ad ospitare le centrali geotermiche.
Un unico comune si è espresso positivamente ed è il comune di Abbadia San Salvatore che non ha dato la disponibilità per tutto il territorio, ma di una fascia del fondo valle in Val di Paglia che è proprio a confine dell’area Unesco. Su quella linea di confine all’ingresso del Parco Artistico Naturale Val d’ Orcia. Questo nel 2016. Le cose poi vanno avanti e a un certo punto, poiché prima criptato ed è stato decriptato solo venti giorni fa, è stato reso visibile nel sito della Regione Toscana il Progetto Sorgenia le Cascinelle.
Dibattito sulla Centrale Geotermica
È un progetto che riguarderebbe come prima centrale, questa di Val di Paglia Voltole. Da lì, se ne dovrebbero aprire altre in altri comuni, compresi quelli dell’area Unesco. Ovviamente le popolazioni si sono allarmate, ma anche tutte le associazioni ambientaliste, le categorie, tutti i soggetti che non sono d’accordo. C’è infatti un dibattito aperto su tali centrali geotermiche: la geotermia è un’energia buona che permette di interrompere il ciclo negativo del carbone e così via, oppure c’è dietro quella che si chiama geotermia speculativa?
Esiste una raccolta di fondi immensi che sono quelli derivati dai certificati verdi? E potrebbero anche esserci dei problemi creati dalle immissioni, o altri ancora? Queste le domande di fondo e il dibattito. Noi siamo convinti che si tratti della seconda ipotesi e molte cose ce le dichiara Sorgenia stessa nelle pagine del progetto. Dichiara che è la prima centrale geotermica, sperimentale in Italia. Non abbiamo dunque altri esempi del genere.
Così, troviamo un progetto in cui si usa spessissimo il condizionale, come: “dovrebbe accadere, dovremmo verificare se, dovremmo monitorare per non correre il rischio di”, perché appunto non c’è un dato esperenziale precedente. E la cosa che non convince è che questa centrale verrebbe realizzata esattamente sull’asse di confine dell’area Unesco Val d’Orcia, praticamente al suo ingresso venendo da Roma, da sud sulla Via Cassia che in realtà è la Via Francigena.
Una localizzazione che è anche un’importantissima location dal punto di vista archeologico. Voltole, antico tratto della Via Francigena, da cui vengono fuori reperti etruschi, romani, reperti alto medievali ad ogni aratura, a ogni lavorazione del terreno. Quindi un’area archeologica di grande valore, dove verrebbe realizzata una centrale pari a 11 campi di calcio per estensione.
Perchè la Centrale Geotermica non può essere realizzata in Val d’Orcia? Cosa rende le due cose inconciliabili?
Queste aree non possono coesistere perché c’è un problema di impatto ambientale, impatto idrogeologico, impatto archeologico e quant’altro, nell’ ipotesi di realizzazione che confligge totalmente con un’idea di sviluppo culturale, turistico, sociale ed economico dei nostri territori. La Val d’Orcia oggi è un modello, diventata sito Unesco nel 2004. Con una serie di obiettivi valoriali che sono quelli delle buone pratiche, quelli delle produzioni di qualità, delle eccellenze enogastronomiche, cito ad esempio il pecorino di Val d’Orcia, per non citare il paesaggio.
Oggi la Val d’Orcia è un’icona di bellezza e armonia quando si parla di paesaggio non solo della Toscana, ma dell’Italia. Quindi le due cose non possono andare d’accordo. Immaginando la realizzazione della centrale geotermica, arrivando da Roma percorrendo la Via Cassia, oggi uno dei più importanti assi di spostamento turistico nord e sud d’Italia, tu vedresti a destra l’attuale cartello verde e grande con scritto “Benvenuti nel Parco Artistico Naturale della Val d’Orcia, sito Unesco”; a sinistra vedresti la grandezza di 11 campi da calcio di centrale geotermica.
Inoltre, avrebbe una produzione irrisoria. La sua realizzazione costerebbe 126 milioni di euro, ma ne guadagnerebbe molti di più in contributi, certificati verdi e tutto il resto. In risposta noi abbiamo voluto creare un soggetto unico, che si chiama Ecosistema Val d’Orcia, all’interno del quale ci sono tanti soggetti.
Una buona parte di amministratori, tutti i cittadini che questa cosa la temono e sono tantissimi, tutte le associazioni che oltre a Opera Val d’Orcia, la nostra associazione che assieme all’associazione di giovani, Pyramid e che sta promuovendo la cosa, sono Italia Nostra, il FAI, Club Unesco, la Lagambiente locale. E non solo le associazioni, ma anche gli imprenditori che sono fortemente preoccupati per questa cosa. E anche il comune di Radicofani che ha detto un NO netto.
In che modo state contrastando tale progetto e come avete intenzione di procedere?
Questo è il momento della Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIA). Venti giorni fa il progetto è uscito nel sito della Regione Toscana e hanno legittimità ad esprimersi su ciò, la sovrintendenza, con la propria VIA e l’Unione dei Comuni. Si tratta di pareri solo consultivi, non sono pareri vincolanti, ma anche i cittadini possono esprimerne una propria. Sicuramente lo deve fare il comune di Radicofani essendo obbligatoriamente coinvolto.
Noi comitati stiamo facendo tutte le valutazioni coinvolgendo vulcanologi che si occupano degli aspetti sismici, paesaggisti, geologi, per presentarne una nostra. Lo faremo durante un convengo importantissimo il 14 dicembre a San Quirico d’Orcia, che si intitola ‘La nostra energia è la bellezza! Rischio geotermia in Val d’Orcia’ dove presenteremo il nostro documento di contrarietà e la VIA. Il problema è che dall’altra parte c’è una volontà politica della Regione Toscana che è quella di andare avanti.
Noi faremo il possibile coinvolgendo anche il MIBACT (Ministero dei Beni Culturali), il Ministero della Salute, il MISE. Riteniamo infatti, che debbano essere coinvolti tutti. Compresa la Commissione Grandi Rischi e Protezione Civile. Ci troviamo infatti tra due faglie tettoniche attive: tra la faglia del Monte Amiata e la faglia del Monte Cetona e in mezzo ci sono Radicofani e la Val di Paglia dove loro vogliono realizzare questa cosa. Vorrei dire però la parte propositiva di tutto ciò.
Tutela delle aree Unesco
Il documento che noi presenteremo, tiene conto di tutti i rischi e le criticità di questa situazione. Successivamente vogliamo che si vada oltre la Val d’Orcia facendola diventare una situazione paradigmatica. Chiediamo a questo punto l’adozione di una legge speciale Regionale e Nazionale che tuteli le aree Unesco rispetto al rischio di realizzazione di impianti fortemente impattanti. Che costituisca dunque un’area di rispetto importante che possa creare una continuità tra quelli che sono i contenuti e le motivazioni del sito Unesco.
Non è possibile infatti immaginare di essere in un sito Unesco e poi, arrivando al suo confine, di trovarsi in un’area industriale devastante. Questo non è immaginabile. Chiediamo che il MIBACT e la Regione Toscana istituiscano delle fasce di rispetto reali intorno alle aree Unesco. Il rischio altrimenti, è che queste ultime diventino delle Disneyland fuori dalle quali c’è di tutto. Questo per noi non è accettabile.