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Il sanpietrino che come una fenice risorge dalle ceneri

Il sanpietrino che come una fenice risorge dalle ceneri

L’idea che sta dietro al progetto del sanpietrino ecocompatibile  è semplicemente (si fa per dire) geniale, tanto da considerarlo come una vera e propria fenice che risorge dalle ceneri. Non le sue ma quelle prodotte dal processo di termovalorizzazione dei rifiuti con cui viene realizzato un impasto ceramico per creare questo tipico rivestimento delle strade cittadine, a cominciare da quelle di Roma, dove, nella sua forma particolare di piccolo parallelepipedo, fece la sua comparsa nel 1500, proprio attorno a San Pietro (da cui il nome).

Il tutto è legato a un processo industriale innovativo, nato dalla collaborazione tra il Gruppo Acea e Saxa Gres: il materiale ecologico si chiama Grestone e produce sanpietrini di nuova generazione, dieci volte più resistenti e tre volte più leggeri di quelli tradizionali ottenuti dal basalto. La presentazione “ufficiale” c’è stata alla fiera internazionale Ecomondo, all’inizio di novembre.

Cosa è esattamente il sanpietrino in Grestone?

Le polveri residue riutilizzare provengono dall’impianto Acea di San Vittore nel Lazio e vengono incapsulate dall’azienda Saxa Gres di Roccasecca, in provincia di Frosinone, all’interno della ceramica, rendendo impossibile la loro fuoriuscita e la dispersione all’esterno, proprio grazie a questo sicuro processo di ceramizzazione.

C’è da dire che il sanpietrino ecocompatibile è protagonista di un perfetto esempio di economia circolare. Infatti, il termovalorizzatore non dovrà più smaltire i rifiuti in discarica, poiché la cenere residua diventa una materia prima. Questo vuol dire anche che i costi economici e ambientali del trasporto del basalto vengono evidentemente azzerati, riducendo fino al 50% il prezzo finale del sanpietrino.

Che caratteristiche ha?

Il Grestone origina un sanpietrino impermeabile, con la certificazione antiscivolo e senza necessità di manutenzione. Come ricorda Francesco Borgomeo, presidente di Saxa Gres, “può essere riprodotto in continuità, senza problemi di approvvigionamento della materia”. Del resto, è proprio il caso di sottolineare, i rifiuti non finiscono mai… E poi, si lavora con estrema flessibilità, ricreando ogni tipo di selcio, con ampia varietà di formati e colori.

Il sanpietrino che promuove l’occupazione

Ma l’intuizione del sanpietrino ecocompatibile ha pure positive ricadute sul piano economico-sociale, oltre che garantire sicurezza e rispetto dell’ambiente. Consentendo una filiera produttiva dedicata, l’operazione ha fatto nascere il primo polo industriale dell’eco-ceramica nel centro Italia, il secondo per importanza dopo il distretto dell’industria ceramica di Sassuolo. Circa mille risorse sono state ricollocate grazie al nuovo processo produttivo, permettendo di riaprire impianti storici chiusi per via della crisi degli ultimi anni, nelle sedi dell’ex Marazzi Sud, ex Centro Impasti Ceramici ed ex Ideal Standard, in provincia di Frosinone, e nella sede dell’ex Tagina, in provincia di Perugia.

(foto Gruppo Acea e Saxa Gres)

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