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Rigenerazione urbana, all’insegna del Green New Deal

Rigenerazione urbana, all’insegna del Green New Deal
Foto di Leonhard Niederwimmer da Pixabay

Tra le iniziative di Ecomondo, l’importante appuntamento che alla Fiera di Rimini ha fatto il punto sulla innovazione tecnologica e industriale nell’ambito della “circular economy”, ci sono stati gli stati generali de “Il Green New Deal per le città: un programma nazionale di rigenerazione urbana”, ovvero suggerimenti, ipotesi, idee, realizzazioni per ridisegnare gli scenari cittadini in maniera sostenibile, investendo (davvero) nel verde.

Fondamentale l’approccio integrato ai problemi ambientali

In questa occasione Arcadis Italia, azienda specializzata tra l’altro nel settore delle bonifiche ambientali, ha parlato dei suoi obiettivi circa la “Digital Asset Lifecycle”. Di cosa si tratta? Lo ha spiegato l’amministratore delegato Massimiliano Pulice, proprio durante l’incontro sul Green New Deal, presentando le loro quattro linee di business (Environment, Water, Buildings, Infrastructure), in grado di supportare le imprese durante l’intero ciclo di vita della loro produzione: dallo studio di fattibilità alla sua progettazione e pianificazione di sviluppo, dalla riconversione alla gestione e manutenzione, intervenendo nelle diverse aree, sia le greenfield, terreni ancora edificabili, sia le brownfield, zone da riutilizzare e recuperare, che hanno bisogno di essere “liberate” da inquinanti di vario tipo. E secondo, naturalmente,  i più evoluti princìpi dell’innovazione digitale.

L’integrazione del know-how delle diverse divisioni di business”, ha sottolineato Pulice, “permette ad Arcadis di assumere un punto di vista privilegiato sugli interventi, poiché gli elementi concorrenti ai processi decisionali vengono messi a fattore comune e congiuntamente analizzati al fine di elaborare per gli stakeholders, siano essi pubblici o privati, proposte condivise e sostenibili”.

Dunque, un vero e proprio approccio integrato che possa consentire di comprendere in maniera approfondita i rischi cui vanno incontro il tessuto urbano e i suoi abitanti: il solo modo, sostiene Pulici, di individuare i problemi e dunque dare la priorità agli investimenti necessari ai fini di “aumentare la resilienza dei centri urbani, massimizzarne i benefici e salvaguardare le risorse critiche”.

The big U e altre storie di rigenerazione urbana

Chi ha curiosato per Ecomondo, è rimasto sicuramente colpito dallo stand di Arcadis, una grande backlight raffigurante l’isola di Manhattan. Ovvero l’immagine del progetto chiamato The big U,  co-realizzato da Arcadis e commissionato dalla città di New York City che, in seguito ai danni procurati dall’uragano Sandy nel 2012, ha deciso di dotare la celebre isola di un sistema di difesa da inondazioni integrato con il sistema urbano, sostenibile ed utilizzabile quotidianamente dalla popolazione. Tutto ciò è stato declinabile sotto forma di aree verdi, piste ciclabili, campi da basket e diverse zone fruibili da chi nella Grande Mela ci vive o viene in visita.

In occasione di Ecomondo poi è stato presentato il programma “Arcadis City of 2030 Accelerator”, sviluppato in collaborazione con Techstars, il più importante incubatore di start-up fondato nel 2006 in Colorado, con l’obiettivo quello di valorizzare in particolare quelle basate su software innovativi finalizzati a migliorare la qualità della vita delle città in tutti i settori: mobilità, resilienza, risorse (energia, acqua, cibo e aria), sviluppo e quindi rigenerazione urbana.

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