Scriveva Leonardo da Vinci in uno dei Codici (esattamente il Codice Madrid I): “E venite o omini a vedere i miracoli che per questi tali studi si scopre nella natura”
Noi accogliamo l’invito e gironzoliamo con stupore e meraviglia (le definizioni che si accostano al Genio di cui il mondo è costellato di eventi per celebrare i suoi 500 anni dalla morte) nella mostra “La Botanica di Leonardo. Per una nuova scienza tra arte e natura” che si svolge a Firenze fino al prossimo 15 dicembre nell’antico complesso conventuale di Santa Maria Novella. All’esterno, nel Chiostro Grande, c’è l’esposizione dei poliedri neoplatonici e degli esemplari di piante leonardiane; all’interno, nell’ex dormitorio del Convento, si sviluppa la sezione centrale dell’esposizione, in cui si esplorano gli studi botanici di Leonardo.
Ma la sua presenza si declina pure in altri luoghi della città, come piazza Santa Maria Novella, piazza della Signoria, piazza della Stazione, la Fortezza da Basso, dove si ammirano le riproduzioni su larga scala dei poliedri che lo scienziato artista disegna per il manoscritto datato 1509 dal titolo “De Divina Proportione”, scritto dal matematico Luca Pacioli, che indaga sull’armonia delle forme e il rapporto tra la sezione aurea e i solidi platonici e altri poliedri. Nelle sue riflessioni si fa aiutare da Leonardo, che ne realizza rappresentazioni tridimensionali e prospettiche, diventando simboli della visione leonardiana del rapporto tra uomo e natura.
Leonardo esplora il rapporto tra uomo e natura
Sono proprio questi solidi ad accogliere e accompagnare il visitatore nella declinazione che vede piante e matematica unite. Luca Pacioli e Leonardo insieme ammira le forme create dalla natura che crea e trasforma la materia. Riflettendo su come l’uomo, parte del creato, può leggerla e rielaborarla, sottolineano la profonda interconnessione fra mondo vegetale, animale e minerale, in un “mistero” per il quale Leonardo si impegna tutta la vita a svelare, ma non a violare.
In particolare, del dodecaedro della mostra del chiostro, dotato di superficie riflettente, ci si può entrare e provare, alzando le braccia e allargando le gambe, a diventare un vitruviano, essere umano perfetto, nella suggestiva sensazione di essere al centro di un universo in perfetta armonia (la chiave di tutto in fondo…).
Un gioco, certo, ma che suggerisce di intrecciare le conoscenze del passato, quelle che aveva il Genio, con le conoscenze e le tecnologie di oggi, inframmezzando le diverse discipline. Perché l’uomo e il mondo in tutte le sue espressioni, sono connessi da sempre (e senza internet, beninteso) e dovrebbero continuare ad esserlo, davvero, senza creare squilibri. Ce lo dicono Leonardo e Luca, e loro di equilibri se ne intendono e li hanno cercati tutta la vita, perché non farlo anche noi? L’esposizione La Botanica di Leonardo si apre a un discorso contemporaneo sull’evoluzione scientifica e la sostenibilità ecologica, attraverso una narrazione che passa dalla fillotassi alla dendrocronologia, con gli scritti e i disegni di Leonardo in cui ancora adesso leggiamo informazioni fondamentali grazie all’acuto spirito di osservazione del Genio.
Gli orari: dal lunedì al giovedì e il sabato, 9/17.30; venerdì 11/17.30; domenica 12/17.30.
Una risposta