CIDA e Federmanager a difesa dei diritti dei pensionati. La legge di bilancio triennale 2019-2021 n. 145 del 30 dicembre 2018, art.1, commi. 261-268, contiene l’attuazione dei provvedimenti contro le cosiddette “pensioni d’oro”
Dal mese di giugno del 2019 le trattenute sulle pensioni medio-alte verranno dunque applicate. Il taglio vale per le pensioni superiori ai 100mila euro lordi a calcolo retributivo o misto, su cinque aliquote marginali che vanno dal 15% al 40%. Avrà una durata quinquennale, e riguarderà oltre 24 mila pensionati. I risparmi previsti dal governo, al netto delle fiscalità, sono appena superiori ai 415 milioni di euro in termini cumulati, meno del 5% di quanto si spenderà nel prossimo triennio per pagare “quota 100”.
Il governo ha anche stabilito il blocco della perequazione automatica delle pensioni (art. 1 comma 260), cioè la rivalutazione degli importi in base all’inflazione. Tale blocco riguarderà le pensioni di importo superiore tre volte il minimo INPS (quindi 1522 euro) ed avrà durata triennale.
Per far fronte al provvedimento, si è riunito il Consiglio di Presidenza della CIDA (la Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità) alla quale aderisce Federmanager, per definire un’azione di tutela dei diritti dei propri rappresentati in materia previdenziale, convinta non solo di difendere i legittimi interessi dei dirigenti pubblici e privati, ma di portare avanti una battaglia di principio, contro provvedimenti legislativi che, di fatto, cambiano unilateralmente le regole del gioco e penalizzano un’unica categoria di percettori di reddito, i pensionati.
Alla base dell’intervento della CIDA la volontà di difendere chi, nel suo percorso professionale, ha sempre versato i contributi previdenziali previsti e spesso ha affrontato e risolto, a beneficio della collettività, le tante crisi economiche e politiche che hanno colpito il Paese.
Per questi motivi, il Consiglio dei Presidenti di CIDA ha deciso di passare alle vie giudiziarie a sostegno delle pensioni medio-alte, dopo aver condotto per mesi un’intensa attività di comunicazione e di incontri con il mondo della politica per rivendicare le proprie ragioni. E’ certamente un’iniziativa di natura sindacale, un atto dovuto nei confronti dei pensionati iscritti alle Federazioni aderenti, ma rappresenta anche un’azione politica, di carattere generale, per garantire la certezza del diritto, un valore al quale lo Stato deve necessariamente tendere per garantire la libertà dell’individuo, l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge e non intaccare la fiducia e la credibilità dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
CIDA, quindi, ha dato mandato all’avvocato Massimo Luciani, dello Studio Legale Luciani, di intraprendere alcuni ricorsi “pilota” contro la riduzione dei trattamenti pensionistici prevista dall’art. 1, comma 261, della l. n. 145 del 2018 e contro il blocco della perequazione imposto dall’art. 1, comma 260, della medesima legge.
La strategia, condivisa con l’Avvocato, è quella di scegliere le sedi dove intentare le cause, individuando i profili dei ricorrenti che meglio fanno emergere l’iniquità delle norme. La nostra finalità è quella di far sì che un Giudice ordinario (o una Corte dei Conti, a livello territoriale) ritenga dubbia la costituzionalità delle norme e le rinvii al giudizio della Consulta. In via del tutto ipotetica i tempi potrebbero aggirarsi sui 24-36 mesi.
Nel frattempo, accanto all’azione giudiziale, CIDA:
- Proseguirà la sua attività di lobby nei confronti dei parlamentari di tutti gli schieramenti politici;
- Darà vita ad un Gruppo di Lavoro ad hoc che metterà a punto, fra le altre cose, una strategia di comunicazione mirata, che si declinerà sia a livello nazionale, sia territoriale;
- Organizzerà un evento di rilievo nazionale, avente ad oggetto fisco e pensioni, che si svolgerà in autunno in concomitanza con la discussione della Legge di Bilancio 2020.
CIDA farà sentire la sua voce presso le Istituzioni e l’opinione pubblica e cercherà in ogni modo di frenare ogni altro ulteriore provvedimento lesivo dei diritti dei propri rappresentati. Altrettanto energicamente verrà contrastato il tentativo di delegittimare e colpevolizzare il mondo dei dirigenti, come è accaduto con l’utilizzo spregiudicato del termine pensioni d’oro. E’ forse il pericolo più subdolo che i dirigenti pubblici e privati, i professionisti e le alte professionalità corrono. Ed è per questo che va fermato con una ‘battaglia’ culturale e di principio che CIDA condurrà in prima fila, insieme con le sue Federazioni ed i suoi iscritti.