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“Made in Italy” è un brand vincente sul web

Foto di David Peterson da Pexels

“Made in Italy” è un brand vincente sul webSEMrush è un’azienda leader al mondo di analisi della concorrenza e ricerca per l’online marketing, riuscendo a fornire dati affidabili su volumi di ricerca, correlazione, traffico dei siti web e tendenze digitali

Una delle ultime ricerche ha voluto concentrare l’attenzione sul “Made in”. Infatti, utilizzando un motore di ricerca, ci si rende conto come i risultati riescano ad evidenziare quelle che sono le peculiarità di ogni Paese. Ad esempio quelle italiane si legano principalmente alla moda, al food e al design,  con l’agroalimentare che va considerato a pieno titolo uno dei settori più forti.

Ricercando “Made in Italy” si può osservare come i risultati siano cresciuti incredibilmente negli ultimi 3 anni. Si è passati infatti da un volume medio di ricerca mensile di 35,8 mila nel 2016 e 38,9 mila nel 2017 a una media di 88,7 mila nel 2018. Con ricerche lanciate anche sul suolo italiano, segno che l’orgoglio locale trova conferma.

Tutto questo ha un enorme significato. Il “Made in Italy” è inteso non solo come produzione localizzata in Italia, ma come percezione del prodotto nel suo insieme. Gli stranieri dunque associano il “Made in Italy” a valori come bellezza, passione, creatività, lusso, cultura e qualità e le aziende che utilizzano questo marchio è ciò che vogliono fare percepire.

SEMrush mette in evidenza come sono cambiate le tendenze online a favore dell’Italia tra il 2016 e il 2018 in uno studio condotto su milioni di utenti a livello globale.

I Paesi in cui “Made in Italy” è stato più ricercato nel 2018 sono: Italia, Australia e Regno Unito. Nella classifica estratta da SEMrush il “Made in Italy” occupa il terzo posto, dopo “Made in India” con quasi 270 mila ricerche mensili e “Made in China” con 140 mila, ma prima di “Made in Mexico” con 48 mila ricerche mensili effettuate dagli utenti del web.

Da un lato l’Italia festeggia l’accordo di partenariato UE-Giappone che favorisce la creazione della più grande zona di libero scambio del mondo, riducendo le tariffe sui dazi all’importazione e proteggendo la tipicità dei marchi dell’agroalimentare a indicazione geografica.

Dall’altro l’India diventa il leader assoluto della classifica, superando la Cina, che aveva dominato nel 2016 e nel 2017 con volumi di ricerca globale rispettivamente di 135 mila e 140 mila. E questo cambio al vertice è dovuto anche alla campagna “Make in India”, lanciata dal Primo Ministro Narendra Modi, nel settembre 2017 con la visione di trasformare l’India in un grande HUB della manifattura globale.

L’obiettivo è di incentivare le aziende nazionali e internazionali a fabbricare i loro prodotti in India. E in una prospettiva globale, la campagna vuole incoraggiare gli Investimenti Stranieri Diretti raccogliendo consensi tra i potenziali partners esteri sulle capacità economiche del Paese asiatico emergente.

Gli altri paesi di spicco che troviamo ben posizionati nello studio “Made in” sono Brasile, Messico, Giappone e Francia.

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