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Plogging: quando lo sport fa bene due volte

Foto di Tirachard Kumtanom da Pexels

Avete mai sentito parlare di Plogging? Questo strano termine nasce dall’unione delle parole “jogging” e “plocka upp” che in svedese significa raccogliere. Si tratta infatti delle più green tra le attività fisiche, cioè correre e nel contempo fermarsi a raccogliere rifiuti di ogni tipo che incrociamo nel nostro percorso. E’ purtroppo consuetudine frequente per chi si trova a fare sport in parchi, boschi, spiagge o tragitti cittadini di volgere lo sguardo ai lati della strada e notare con sgomento quanta inciviltà sia passata di lì.

La sua origine si data nel 2016 in Svezia, ma già da un po’ si sta diffondendo in Europa e nel mondo. Un’attività salutare che permette di mantenersi in forma e allo stesso tempo prendersi cura concretamente dei luoghi che viviamo. Un esempio di come essere alla moda può rappresentare davvero la cosa giusta da fare.

Il successo e la diffusione di questa attività sono dovuti ad alcuni fattori:
la semplicità: non occorre molto se non amare muoversi all’aria aperta. Ciò che è richiesto è ovviamente vestirsi in modo adeguato, quindi con scarpe adatte alla corsa, e avere l’accortezza di munirsi di guanti per raccogliere i rifiuti e di un sacchetto dove poi riporli.
la capacità di diffondersi tramite social: un’attività che certamente va diffusa e organizzata, da questo punto di vista la comunicazione tramite i canali social diventa fondamentale. Sarà quindi possibile darsi appuntamento ed iniziare a correre e ripulire.
l’attenzione all’ambiente: aumentano movimenti, associazioni e comunità che si impegnano concretamente per combattere l’inquinamento di ogni genere. Pensiamo ad esempio alle iniziative per sensibilizzare le popolazioni di tutto il mondo sulla presenza della plastica in mare e non solo.

Ritrovarsi, fare gruppo, condividere la stessa attenzione per il pianeta è uno stimolo in più per mettersi a correre e ripulire le nostre città, senza dimenticare che il plogging permette comunque di fare un esercizio fisico completo: oltre all’ovvia corsa infatti, si devono effettuare piegamenti, start&stop che mettono in funzione molti muscoli, sia degli arti superiori che inferiori.

In Italia, pur essendo ancora poco noto, si sta lentamente diffondendo, soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano, dove è anche più forte e urgente la necessità di intervenire in luoghi spesso in totale abbandono. Grazie all’hashtag #plogging sempre più persone sono venute a conoscenza di questa attività, anche grazie ad associazioni che ne hanno favorito la diffusione come Retake. Una realtà formata da gruppi di cittadini che soprattutto nei week end si ritrovano per portare avanti dei piccoli progetti di riqualificazione delle proprie città: puliscono giardini pubblici, ridipingono edifici ricoperti da scritte, aggiustano arredi urbani ormai distrutti.

È naturale quindi che, partendo da questi momenti di aggregazione allo scopo di migliorare i luoghi in cui si vive, i gruppi Retake ora organizzino anche dei plogging di gruppo dove si corre insieme e si raccolgono i rifiuti abbandonati. Molti sono quelli che si sono già svolti a Milano, gli ultimi in occasione della Milano green week che ha avuto luogo nel week end del 29 e 30 settembre: giovani, famiglie e bambini hanno fatto jogging o passeggiato per 5 o 3 chilometri nel Parco delle Cave e intanto l’hanno ripulito da cartacce, plastica e ogni altro genere di rifiuto. Un’esperienza da provare perché a beneficiarne non è solo l’ambiente e il nostro fisico, ma anche l’umore.

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