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Youth in Action: le buone idee sono giovani

Youth in Action: le buone idee sono giovani
Foto di Martin Polo da Pixabay

Sono tutti giovani under 30, premiati per il concorso Youth in Action, esattamente Youth in Action for Sustainable Development Goals – Edizione 2018: ecco i ragazzi artefici di 26 progetti d’impresa, le cui idee sono dedicate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 promossi dalle Nazioni Unite, che in tal modo hanno voluto dettare le guide circa la strada da percorrere per i prossimi anni al fine di rendere la nostra Terra migliore, con iniziative comuni, in cui nessuno sia escluso, all’insegna della sostenibilità

Giovani innovatori del futuro sostenibile

Con Youth in Action i giovani partecipanti, attraverso stage retribuiti da 3 a 6 mesi (i primi al via a settembre), hanno la possibilità di acquisire nuove competenze nel campo della sostenibilità e di svilupparle all’interno di grandi aziende e realtà appartenenti al mondo del non profit. Questa è stata la seconda edizione del concorso: rispetto alla prima sono aumentate del 5% le idee progettuali arrivate (192) di cui 93 ammesse alla fase di selezione e 51 a quella finale.

Numeri importanti, per l’Italia, ancora distante dal pieno raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Nel nostro paese l’impegno riguarda soprattutto ambiti legati al miglioramento degli indicatori relativi alla crescita economica e occupazionale. Ma non sono dimenticate le emergenze ambientali, in particolare nel caso dell’uso delle risorse idriche, attualmente vicini al limite della soglia di non sostenibilità.

Per opporsi a tutto questo, oltre alla politica, sono coinvolti in prima persona i cittadini e soprattutto i giovani, veicoli di idee innovative in grado di cambiare (davvero) le cose. E Youth in action ha messo in campo una bella e brava gioventù, con progetti concepiti per uno splendido futuro.

Tra i progetti vincenti dei giovani inventori

Con un po’ di fatica, abbiamo selezionato alcuni dei 26 progetti vincenti. GoALL l’ha inventato Morena Pedicino: si tratta di un veicolo elettrico con energia a km 0 basato sul concetto di “bike sharing” che permette a chi è diversamente abile di guidare in completa autonomia. Funziona così: la persona si inserisce nel mezzo di trasporto a bordo della sua sedia a rotelle e, attraverso uno sterzo interattivo, inizia la corsa.

L’utilizzo dei materiali compositi e delle fibre naturali rendono il veicolo leggero e flessibile. Una eco-bici che può servire per una passeggiata e che poi può essere condivisa da chiunque abbia gli stessi problemi. Giorgia Ghione invece ha pensato a DeltaWaves, rilevatore domestico di terremoti che si appende al muro e, connesso con un’app mobile, può rivelare le vibrazioni sismiche e allertare, permettendo di scappare.

È previsto anche l’invio di messaggi per lanciare l’SOS. Un modo insomma per essere preparati agli eventi sismici. Il progetto è sviluppato attraverso un modulo Arduino di basso costo e in futuro permetterà di analizzare i dati rilevati e fornirespecifiche istruzioni per mettersi in sicurezza.

Con l’alimentazione GPS, Sandibel Salcedo Lagos ha pensato a una soluzione in grado di ridurre lo spreco alimentare consentendo anche alle persone più vulnerabili dal punto di vista economico di comprare prodotti di qualità, riducendo i rifiuti e lo sfruttamento di risorse naturali. Si tratta di un’app con il GPS, appunto, che collega i cittadini con i negozi alimentari che promuovono in tempo reale i prodotti in eccesso o in scadenza a prezzi scontati.

Incentivare una mobilità sostenibile riducendo l’impatto ambientale degli spostamenti con i mezzi propri e utilizzando i  trasporti pubblici è il progetto di Gordon Abeiku Mensah, cioè Free Mover – Sustainable Urban Transportation.

Obiettivo di Tommaso Maria Conti è la riqualificazione dei territori alpini marginalizzati, attraverso l’inclusione di popolazione rifugiata regolare: lo propone attraverso la Valorizzazione Territoriale delle Valli Montane. È una piattaforma di apprendimento digitale Fiero (Alza le mani al cielo e urla!) di Francesco Mattioli ma anche un’idea che si propone di impattare in modo rivoluzionario sulla scuola odierna, pensata seguendo le più recenti teorie sull’apprendimento.

Le classi si trasformeranno in atelier creativi dove gli studenti potranno mettere in pratica le loro conoscenze e dove non sarà più necessario un numero per raccontare la propria esperienza didattica. MUP – Mapping Urban Perception di Valerio Franci vuole essere uno strumento che indaga la vita pubblica delle città tramite la tecnologia della cartografia digitale interattiva web-GIS, con il coinvolgimento e l’impegno di tutti.

Lo spirito di Youth in Action, anche per i meno giovani

Per realizzare la seconda edizione del concorso Youth in Action si sono mosse Fondazione Italiana Accenture (fondazioneaccenture.it/), Fondazione Eni Enrico Mattei (feem.it) e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli (fondazionefeltrinelli.it), con tutta una serie di aziende partners che assieme a loro mettono a disposizione lo stage retribuito.

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