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Israele blocca aiuti a Gaza, nessuna tregua senza rilascio ostaggi: la reazione di Hamas

(Adnkronos) – Con un comunicato ufficiale, l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la sospensione di ogni ingresso di beni e rifornimenti nella Striscia di Gaza. “Israele non accetterà una tregua senza il rilascio dei nostri ostaggi. Se Hamas persiste nel suo rifiuto, ci saranno altre conseguenze”. Questa decisione segue un punto morto nei negoziati tra Israele e Hamas riguardo al prolungamento della tregua, durata 42 giorni. 

La prima fase dell’accordo per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, entrato in vigore il 19 gennaio, è scaduto. Hamas ha fatto sapere di respingere la “formulazione” di Israele sulla proroga e al canale al-Araby il portavoce del gruppo, Hazem Qassem, ha detto che non sono in corso colloqui sulla seconda fase dell’intesa, la cui durata era stata inizialmente prevista per altri 42 giorni con il ritiro completo delle forze israeliane da Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi vivi ancora trattenuti da Hamas in cambio della scarcerazione di altri prigionieri palestinesi. Tel Aviv ha espresso il proprio favore per una proroga, proposta dall’inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff, che includerebbe il mese sacro musulmano del Ramadan e la festività ebraica di Pasqua. Hamas, invece, ha ripetutamente respinto tale proroga. 

Netanyahu difende la sua decisione. “Non ci saranno pranzi gratis”, ha detto durante una riunione di gabinetto. “Se Hamas pensa che sarà possibile continuare il cessate il fuoco o beneficiare dei termini della prima fase, senza che noi riceviamo ostaggi, si sbaglia di grosso”, ha detto il premier, aggiungendo che si saranno “ulteriori conseguenze” se Hamas rimarrà ferma sulla sua posizione. 

In ogni caso, gli aiuti umanitari che sono entrati nella Striscia di Gaza sono ”sufficienti per cinque mesi” e ”non si prevedono carenze imminenti”, è la stima dei funzionari israeliani. Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha definito “una bugia” i ripetuti allarmi sul rischio di carestia nella Striscia di Gaza. “Per quanto riguarda le dichiarazioni sulla carestia, sono state dette bugie durante tutta la guerra. E’ solo una bugia”, ha detto Sa’ar nel corso di una conferenza stampa a Gerusalemme. 

 

”Israele vuol far morire di fame i palestinesi”. Questa l’accusa formulata da Hamas. “Israele sta ignorando il diritto internazionale e bloccando l’ingresso di medicine e cibo. Sospendere gli aiuti significa che l’occupazione ha deciso di far morire di fame la popolazione della Striscia di Gaza”, ha dichiarato il capo dell’ufficio stampa di Hamas a Gaza in un’intervista al’emittente tv qatariota Al-Arabi. 

“C’è bisogno di una forte posizione internazionale per fare pressione su Israele affinché smetta di far morire di fame la popolazione di Gaza”, ha aggiunto. E il processo negoziale tra Hamas e Israele è ”a rischio” dopo questa decisione. Israele è ”responsabile della sorte degli ostaggi”, che potrebbero subire le conseguenze della decisione di Netanyahu, ha dichiarato Hamas che insiste sulla necessità di attuare la seconda fase del cessate il fuoco. “L’unico modo per raggiungere la stabilità nella regione e il ritorno dei prigionieri è completare l’attuazione dell’accordo, iniziando con l’attuazione della seconda fase”, ha affermato il leader di Hamas Mahmoud Mardawi. 

 

“La decisione di Israele di sospendere gli aiuti a Gaza è preoccupante. Il diritto umanitario internazionale è chiaro: ci deve essere consentito l’accesso per fornire aiuti vitali ed essenziali”. Lo ha scritto su X Thomas Fletcher, capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari. Quindi il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, “chiede l’immediato ritorno degli aiuti umanitari a Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi” e “sollecita tutte le parti a compiere gli sforzi necessari per evitare la ripresa delle ostilità a Gaza”, ha dichiarato il suo portavoce Stéphane Dujarric in un comunicato. 

L’Unione europea ha condannato il rifiuto di Hamas all’estensione della prima fase di un accordo di cessate il fuoco a Gaza, aggiungendo che il successivo blocco degli aiuti da parte di Israele “rischia di avere conseguenze umanitarie”. “L’Ue chiede una rapida ripresa dei negoziati sulla seconda fase del cessate il fuoco ed esprime il suo forte sostegno ai mediatori”, ha dichiarato Anouar El Anouni, portavoce della politica estera e di sicurezza dell’Ue. 

Medici Senza Frontiere (Msf) denuncia con fermezza la decisione di Israele di bloccare l’entrata degli aiuti a Gaza. Gli aiuti umanitari non dovrebbero mai essere usati come uno strumento di guerra, si legge in una nota dell’organizzazione. 

”Israele sta ancora una volta impedendo a un’intera popolazione di ricevere aiuti, usandoli come merce di scambio. E’ inaccettabile, scandaloso e avrà conseguenze devastanti”, afferma Caroline Seguin, responsabile per l’emergenza Gaza di Msf. ”La notizia ha creato incertezza e paura, causando un’impennata dei prezzi dei generi alimentari”, ha aggiunto Msf. 

AdnKronos

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