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L’uccisione dei propri simili: Lorenz e l’attualità del caos

L'uccisione dei propri simili: Lorenz e l'attualità del caos
Photo Credit: Depositphotos.

L’uccisione dei propri simili è un grande classico dell’etologia e del pensiero scientifico e allo stesso tempo un saggio di impressionante attualità.

Nel libro L’uccisione dei propri simili  (Piano B, 16 euro, 138 pag.), Konrad Lorenz, attraverso un’approfondita analisi dell’aggressività e dei meccanismi di inibizione in varie specie animali, elabora una riflessione critica sul ruolo della guerra e delle armi nella società umana, annunciando un potente messaggio di allarme sulle sfide dell’umanità moderna nel controllare i propri impulsi distruttivi.

“Considerato come specie, l’uomo, nello stesso lasso di tempo che gli è occorso per diventare signore della terra, non ha compiuto il più piccolo passo avanti per diventare signore di se stesso.”

In questa opera, il celebre etologo e premio Nobel si addentra in uno degli argomenti più delicati e controversi dell’etologia comparata: la tendenza all’aggressività e all’uccisione all’interno della stessa specie, un comportamento apparentemente contraddittorio rispetto al principio evolutivo della conservazione

Lorenz esprime un’interpretazione originale delle dinamiche evolutive e culturali legate alla sopravvivenza della specie, esplora le cause biologiche e sociali dell’aggressività, sia nel mondo animale che nell’uomo, mettendo in luce come tali istinti sebbene in sé normali e funzionali alla sopravvivenza, nell’umanità moderna, possano condurre a distruzione e violenza incontrollata.

“È noto da tempo che le persone alle quali viene tolta la normale possibilità di scaricare la loro «sana ira» vanno soggette ad analoghe manifestazioni di abbassamento della soglia del comportamento aggressivo.”

Attraverso l’analisi di specie animali come i ciclidi e i lupi, l’autore dimostra come l’evoluzione abbia sviluppato meccanismi di inibizione che evitano il fratricidio, e indaga se anche nell’uomo siano presenti simili istinti.

L’opera (molte le analisi interessanti proposte da Piano B) si distingue per la profondità con cui l’autore mette in relazione l’aggressività con la cultura e la civiltà, analizzando le conseguenze della tecnologia e della guerra moderna, che permettono all’uomo di uccidere a distanza, neutralizzando i meccanismi di inibizione istintiva.L’uccisione dei propri simili offre una riflessione illuminante e inquietante sul pericolo che l’umanità corre oggi, suggerendo che solo attraverso la consapevolezza e la responsabilità morale si potrà evitare l’autodistruzione.

L’uccisione dei propri simili è un’opera indispensabile per approfondire le dinamiche tra biologia e cultura, e offre un contributo prezioso alla comprensione delle patologie della civiltà moderna e del pensiero  «tecnomorfo», del comportamento umano e delle sue implicazioni sulla società e sul mondo.

Verrebbe da chiedersi: creazionismo o ilozoismo? Materia vitale che subisce le altalena vicende della natura dove il caos è il presupposto fondamentae della libertà o Dio che crea il mondo sin da Prncipio. Sono tante le domande e tante le risposte che cerchiamo per dare un significato alle contraddizioni del mondo dove l’alternanza “militante” tra gioia e dolore, amore e crudeltà, vita e morte sembrano far parte parte di uno stesso progetto.

Photo Credit: Depositphotos.

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