(Adnkronos) –
Vladimir Putin vede più vicini gli obiettivi della Russia in Ucraina, minaccia l'Occidente e la Nato, apre ai negoziati con Kiev ma pone condizioni irricevibili per Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo, bolla come "pazzo" il leader del Cremlino, che parla per oltre 4 ore nella tradizionale conferenza-fiume di fine anno.
Putin si siede davanti al microfono a Mosca poco dopo le 12 locali e si alza dopo le 16.30, quando ha offerto tutto il proprio repertorio. "In Ucraina avanziamo ogni giorno, siamo più vicini ai nostri obiettivi prefissati", esordisce, preannunciando anche lo 'sfratto' dei soldati ucraini dalla regione russa di Kursk: "Ma non posso dare una data precisa". "La Russia è sempre più forte", dice Putin rispondendo piccato alla domanda diretta del giornalista di Nbc News che mette in dubbio la potenza di Mosca nel nuovo quadro internazionale.
Il presidente russo esibisce l'Oreshnik, il nuovo missile che ha appena debuttato, è usa toni di sfida nei confronti dell'Occidente: "Non possono intercettare l'Oreshnik, non possono abbatterlo. Scelgano un obiettivo da difendere, magari a Kiev, e vediamo se riescono a fermare il missile. Potrebbe essere un test utile anche per gli americani", dice, riproponendo il mantra 'tutti contro la Russia. "Praticamente tutti i Paesi della Nato sono in guerra con noi. La prontezza al combattimento dell'esercito russo è ai massimi livelli mondiali, la Russia è diventata più forte ed è diventata uno Stato davvero sovrano", dice. Nessun rimpianto se ripensa al 2022 e all'inizio della guerra con l'Ucraina. Anzi. "Una decisione del genere andava presa prima. Abbiamo iniziato gli eventi del 2022 senza alcuna preparazione. Se avessimo saputo prima cosa sarebbe successo, ci sarebbe dovuta essere una preparazione sistematica", dice.
Ora, in attesa dell'arrivo di Donald Trump sulla scena ("Non ci parlo da 4 anni, sono pronto a vederlo in ogni momento"), la via negoziale appare l'unica soluzione per un conflitto cristallizzato. L'interlocutore primario scelto da Putin è Trump, non Zelensky. "La Russia è pronta per negoziati" e "compromessi, ma il governo ucraino finora si rifiuta di farlo", è la prima versione. "La politica è l'arte del compromesso e noi abbiamo sempre detto che siamo pronti ai negoziati e ai compromessi. E' solo che l'altra parte (il governo di Kiev, ndr) si è rifiutata di negoziare, ma noi siamo sempre pronti", aggiunge. Altra domanda, altra risposta: Zelensky è un presidente "illegittimo", il suo mandato è scaduto lo scorso 20 maggio. E allora? "Sono pronto a negoziare con lui se dovesse vincere eventuali nuove elezioni. "Parleremo con chiunque, compreso Zelensky, se dovesse andare alle urne e ottenere legittimità. "L'intero governo ucraino è illegittimo poiché molti dei suoi organi sono formati da un presidente che ha perso la sua legittimità", ripete. L'obiettivo al tavolo è "una pace a lungo termine, non una tregua: un cessato il fuoco breve consentirebbe agli ucraini di scavare trincee, uno più lungo permetterebbe di riorganizzare e addestrare battaglioni".
Da Bruxelles, nelle stesse ore, le parole di Zelensky. Per il presidente ucraino, "Putin è un pazzo che ama uccidere". E qui, lo spiraglio per un dialogo appare già ridotto. Anche il numero 1 di Kiev punta tutto o quasi sul nuovo presidente degli Stati Uniti: "Voglio che Donald Trump ci aiuti a finire questa guerra", scandisce Zelensky. "Penso che sia un uomo forte e lo voglio dalla mia parte. Vorrei discutere con lui in maggiore dettaglio e penso che sia molto importante", visto che "lui non è stato in questa guerra, perché non era presidente" quando è iniziata l'invasione russa dell'Ucraina. "E' comprensibile. Spero che mi capirà, perché", a prescindere dal passato di ciascuno, "uomo d'affari, politico…siamo semplicemente persone e abbiamo le stesse emozioni".
Su una cosa Zelensky e Putin sono d'accordo: no alla tregua, proposta ad esempio dal premier ungherese Viktor Orban. "Penso che non sia molto serio quando si parla di diverse iniziative legate alla vita degli ucraini e le si viene a scoprire dai mass media. Con tutto il rispetto per il popolo ungherese, il premier non ha un mandato personale per organizzare i negoziati, e i suoi rapporti con Putin sono un po' troppo cordiali" per riuscire a "rimetterlo al suo posto”. Un cessate il fuoco del genere rischia di congelare semplicemente il conflitto e non dare chiarezza su cosa avverrà dopo. "Per questo l'Ucraina ha bisogno di garanzie di sicurezza. Naturalmente vogliamo terminare la guerra, vogliamo una pace stabile, ma va da sé che la Russia non è interessata a questo", spiega il presidente ucraino, sottolineando l’importanza di non discutere alcun piano riguardo l'Ucraina senza la sua partecipazione. In attesa di Trump e di negoziati, bisogna continuare a combattere: "Abbiamo bisogno di 19 sistemi aggiuntivi di difesa aerea per proteggere la rete elettrica, altrimenti rimarremo senza 4-5 GW di energia il prossimo inverno, come la Russia sa bene". Le forniture arrivano? "C'è qualche movimento, qualche conferma, inizieremo a riceverli dal Canada e dalla Germania. Ma non sono sufficienti, ne servono almeno 19, e anche dei sistemi Patriot per proteggere le nostre città". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)