(Adnkronos) – Non si conoscono ancora le conseguenze precise del passaggio della Dana, l'evento meteorologico estremo che ha causato centinaia di morti in Spagna. Le alluvioni che hanno colpito il Paese, in particolare la provincia di Valencia, hanno provocato per ora 207 morti – si legge su El Mundo -, un tragico bilancio che continua ad aggravarsi e destinato a salire. Solo nella regione di Valencia si contano 204 vittime, mentre le altre tre sono state registrate nella regione di Castilla-La Mancha e in Andalusia. Il ministro degli Interni, Grande Marlaska, ieri sera aggiornando le cifre delle vittime della tragedia ha dichiarato che “purtroppo avremo altri morti”. C'è infatti una terribile incertezza sul numero di persone disperse, che sono circa 2.500, anche se le autorità non vogliono ancora confermare alcuna cifra. Gli sforzi di ricerca, salvataggio e bonifica nelle località colpite sono enormi. Sono migliaia i volontari che si stanno spostando nelle zone più colpite. "Quello attuale è il più grande dispiegamento di forze armate realizzato in Spagna in tempo di pace e che ha realizzato 4.500 salvataggi e aiutato più di 30.000 persone", ha detto il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, parlando in conferenza. Il premier ha aggiunto che "queste cifre sono insufficienti perché sappiamo che gli aiuti tardano ad arrivare in molte località, perché ci sono ancora molti posti che è difficile raggiungere. Sono felice che il presidente della Comunità valenciana Carlos Mazon abbia deciso di chiedere 5.000 soldati e annuncio che il governo procederà con tale schieramento – ha continuato Sanchez – Oggi 4.000 andranno a Valencia e domani vi arriveranno i restanti 1.000". "Con quasi tutta certezza, stiamo parlando dell'alluvione più grave che il nostro continente abbia vissuto finora in questo secolo – ha sottolineato Sanchez – So che ci sono gravi carenze e comuni sepolti dal fango. So che dobbiamo migliorare, ma penso anche sappiamo che dobbiamo farlo insieme, uniti. Dobbiamo sostenere l'amministrazione autonoma con risorse e supporto tecnico. Questa è l'unica cosa che ci deve preoccupare tutti e farci riflettere su come migliorare la distribuzione dei poteri in situazioni così estreme". Un primo gruppo di 2.500 volontari è stato organizzato e gli sono stati assegnati dei turni, e la Generalitat ha invitato il resto delle migliaia di persone che si sono recate nella Città delle Arti questa mattina a tornare nei prossimi giorni. Ciononostante, c'è chi ha deciso di andare avanti per aiutare da solo. È previsto l'arrivo di un convoglio straordinario di macchinari pesanti per accelerare il lavoro di pulizia e rimozione dei veicoli. La ministra della Difesa, Margarita Robles, ha assicurato che “i militari sono in tutte le città dove ci sono stati danni”. Tuttavia, in un'intervista a Ondacero, riportata da Europa Press, il ministro ha sottolineato che “potrebbe non essere possibile raggiungere alcune zone specifiche perché è molto difficile, ma ci stiamo lavorando”. “È molto difficile raggiungere certi luoghi in certi momenti, non è facile, servono macchinari speciali”, ha detto durante l'intervista, aggiungendo che "ci vorrà tempo", pur assicurando che "i militari ci arriveranno". D'altra parte, alla domanda sul numero di dispersi ha detto che il ministero non è stato informato di questo e che, per quanto riguarda le sue capacità, non conosce il numero di dispersi al momento: “Non lo sappiamo”. A Catarroja, Picanya, Paiporta, Sedaví, Torrent, Utiel, Chiva, Alfafar e Massanassa sono stati allestiti punti di distribuzione nelle scuole, nei centri sportivi e nelle tende della Protezione Civile, mentre nel resto delle città sono in fase di attivazione. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)