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Truffe online, colpa delle banche come dice Riondino? Poche regole per difendersi

(Adnkronos) – Il caso sollevato da David Riondino è l'ultimo di una lunga serie. Le truffe online e via telefono sono il prezzo da pagare alla diffusione dei pagamenti digitali e all'informatizzazione delle attività finanziarie? No, soprattutto se si seguono poche regole chiare. L'attore e cantante, come ha riferito lui stesso alla stampa, ha subito un raggiro telefonico da 11mila euro da un finto operatore di Nexi che lo ha indotto a fare diversi bonifici. Ora chiama in causa le banche che, dice, dovrebbero tutelare di più i loro clienti. In realtà, da tempo, il sistema bancario si sta muovendo con una serie di campagne che puntano sull'educazione finanziaria, l'unico vero anticorpo per disinnescare le trappole di cui è disseminata la Rete o che, come nel caso di Riondino, vengono attivate con il telefono. Nelle raccomandazioni congiunte di Bankitalia e associazioni dei consumatori ci sono tutti gli accorgimenti che avrebbero evitato al regista e attore di subire la frode.  Pagare in internet con la carta è comodo e veloce, così come fare bonifici e altre operazioni attraverso l'app o il sito della banca (home banking). Alcuni truffatori, però, cercano di sottrarre i codici e le password con cui si opera online. La Banca d'Italia in collaborazione con le associazioni dei consumatori ha lanciato la campagna "Occhio alle truffe!", con l'obiettivo di informare sulle frodi più insidiose nel campo dei pagamenti elettronici, sui comportamenti per evitare queste trappole e sugli strumenti a disposizione per tutelarsi.  Ricevi un'email da un mittente che sembra affidabile, ad esempio una persona che conosci. Nell'email, il mittente ti chiede di cliccare su un link, scansionare un QR code o fare qualcos'altro con urgenza per evitare conseguenze negative. Se lo fai, ti viene chiesto di inserire dati riservati, come le credenziali per accedere al tuo conto online (nome utente e password) o il numero e i codici della tua carta di credito. Un truffatore può cercare di ingannarti così anche con un messaggio sul telefono; questa frode è chiamata smishing. Può anche provare a farlo telefonandoti; in questo caso si parla di vishing.  Come difenderti: Non dare mai credenziali, password e codici. Non cliccare mai su link o scansionare QR code in messaggi sospetti. Controlla sempre le tue operazioni: contatta subito la tua banca e blocca la carta se noti anomalie, come pagamenti che ritieni di non aver fatto. Attiva l'avviso che ti informa ogni volta che fai un pagamento elettronico.  Ricevi un'email, un messaggio sul telefono o una telefonata da qualcuno che si presenta come la tua banca.  Come difenderti: Leggi attentamente l'email. Fai attenzione a eventuali errori di grammatica, alle richieste di pagamento, ai link e ai QR code. Per telefono, interrompi la conversazione quando ti dicono che ci sono anomalie come l'accesso di estranei al tuo conto, attacchi informatici, il blocco della carta o il malfunzionamento dell'home banking. Poi, contatta subito la tua banca attraverso i suoi canali ufficiali. Controlla sempre le tue operazioni: contatta subito la tua banca e blocca la carta se noti anomalie, come pagamenti che ritieni di non aver fatto. Non dare mai credenziali, password e codici. Attiva l'avviso che ti informa ogni volta che fai un pagamento elettronico. Attenzione! La banca non chiede mai credenziali, codici di accesso e password al cliente via telefono, email, sms, Whatsapp o altre app di messaggi. Non comunicare mai questi dati, altrimenti potresti non avere il rimborso delle somme che ti hanno sottratto. Se hai fornito questi dati hai agevolato la frode.  Il truffatore intercetta i dati quando li inserisci. Può farlo, ad esempio, con un virus informatico che si infiltra nel tuo browser (il programma che usi per navigare in internet); il virus può modificare transazioni o pagine web in tempo reale. Come difenderti: Installa un antivirus e tienilo aggiornato. Non usare l'home banking con reti wi-fi pubbliche. Controlla sempre le tue operazioni: contatta subito la tua banca e blocca la carta se noti anomalie, come pagamenti che ritieni di non aver fatto. Attiva l'avviso che ti informa ogni volta che fai un pagamento elettronico.  Segnala alla tua banca le operazioni fraudolente e chiedi il rimborso. Se la banca non ti rimborsa e pensi di esserti comportato in modo corretto, puoi inviarle un reclamo scritto. Se la banca non risponde al reclamo entro 15 giorni lavorativi o non accoglie la tua richiesta, puoi presentare un ricorso all'Arbitro Bancario Finanziario e mandare un esposto alla Banca d'Italia. Denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine può aiutare a combattere le truffe.  Le truffe vanno combattute da tutti, a partire dalle banche ovviamente. Ma un po' di educazione finanziaria di base e, prima ancora, queste poche raccomandazioni elementari possono aiutare a evitare problemi. (Di Fabio Insenga) —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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