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Overshoot Day: il debito ecologico che ci assilla

Overshoot Day: il debito ecologico che ci assilla
Photo Credit: Depositphotos

Domani si celebra l’Overshoot Day. Il “Climate Overshoot Day” rappresenta una data cruciale nel nostro calendario ambientale: segna il giorno in cui l’umanità ha esaurito le risorse naturali che la Terra può rigenerare nell’intero anno. Questo concetto, insieme al debito ecologico, pone in evidenza la crescente insostenibilità del nostro modello di sviluppo, invitandoci a riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni in un mondo sempre più fragile e confuso.

L’Earth Overshoot Day 2024, il giorno del sovrasfruttamento della terra calcolato ogni anno dal Global Footprint Network, che indica come in soli 7 mesi l’umanità abbia già utilizzato ciò che la terra impiega 12 mesi per rigenerare. A livello globale stiamo consumando l’equivalente di 1,7 pianeti all’anno, cifra drammatica che potrebbe arrivare nel 2030 a due pianeti sulla base delle tendenze attuali. Il giorno in cui si verifica l’overshoot rappresenta un campanello d’allarme su come stiamo gestendo le risorse del pianeta.

Questo significa che, da quel momento in poi, abbiamo iniziato a vivere “a credito” nei confronti della terra, utilizzando risorse che non siamo in grado di rigenerare nel corso dell’anno. Questo debito ecologico si traduce in un consumo eccessivo di risorse come acqua, terre coltivabili, biodiversità e materiali.

L’Earth Overshoot Day si calcola dividendo la biocapacità del pianeta (la quantità di risorse ecologiche che la terra è in grado di generare in quell’anno) per l’impronta ecologica dell’umanità (la domanda delle nostre società per quello stesso anno) e moltiplicando tutto per 365, i giorni di un anno.

Questo vuol dire che da domani 1° agosto 2024 l’umanità ha già “finito” tutte le risorse che la natura produce in un intero anno e inizia ad andare a debito.

Il debito ecologico, dunque, si riferisce alla differenza tra le risorse naturali consumate dall’umanità e quelle che il pianeta è in grado di rigenerare. Quando il consumo supera la capacità di rigenerazione, si accumula un debito ecologico. Le implicazioni di questo fenomeno sono vaste e preoccupanti:

  1. Diminuzione della biodiversità: l’overshoot porta all’estinzione di specie e alla perdita di habitat naturali, compromettendo gli ecosistemi vitali per il nostro benessere.
  2. Cambiamento climatico: il consumo eccessivo di combustibili fossili e la deforestazione contribuiscono all’aumento delle emissioni di CO2, aggravando il riscaldamento globale e le sue conseguenze.
  3. Sfruttamento delle risorse: un debito ecologico crescente implica che stiamo esaurendo risorse non rinnovabili a un ritmo insostenibile, compromettendo la capacità delle future generazioni di soddisfare le proprie esigenze.
  4. Instabilità economica: l’acquisizione di risorse a tempo debito può portare a crisi economiche, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, dove la dipendenza da risorse impoverite mette a rischio la sicurezza alimentare e la stabilità sociale.

L’Italia è uno dei paesi con il più elevato debito ecologico. L’Overshoot Day per il nostro Paese è arrivato già il 19 maggio: da quella data, se tutti consumassero come noi saremmo in debito di 226 giorni con il Pianeta rispetto alla fine dell’anno. In pratica se tutti vivessero come gli italiani servirebbero 2,6 pianeti Terra per soddisfare i bisogni collettivi.

L’overshoot e il debito ecologico sono il risultato di diversi fattori interconnessi tra cui la crescente pressione del caldo:

  1. Crescita della popolazione: l’aumento della popolazione globale porta a un maggiore consumo di risorse e a una crescente domanda di cibo, acqua ed energia.
  2. Modelli di consumo insostenibili: le società industrializzate presentano modelli di consumo che si basano su un eccesso di produzione e sull’usa e getta, provocando uno squilibrio tra offerta e sostenibilità.
  3. Politiche e management ambientali inefficaci: la mancanza di politiche efficaci da parte dei governi e la scarsa consapevolezza pubblica contribuiscono all’esaurimento delle risorse.
  4. Sistema Economico Lineare: Il modello economico tradizionale, basato sulla produzione, consumo e smaltimento, ignora il concetto di sostenibilità e rigenerazione.

Affrontare il problema dell’overshoot e del debito ecologico richiede un approccio globale, mirato a correggere i nostri comportamenti e sistemi economici:

  1. Economia Circolare: promuovere un’economia che si concentri sul riutilizzo, il riciclo e la riduzione dei rifiuti può aiutare a diminuire il debito ecologico.
  2. Educazione ambientale: incrementare la consapevolezza sui temi ambientali, sensibilizzando le persone sull’importanza di scelte sostenibili.
  3. Politiche sostenibili: I governi devono implementare politiche robuste e efficaci per la gestione delle risorse, la protezione della biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici.
  4. Innovazione tecnologica: investire in tecnologie verdi e rinnovabili può contribuire a ridurre il consumo di risorse non rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica.
  5. Protezione delle risorse naturali: garantire la tutela dei sistemi naturali e degli ecosistemi attraverso la creazione di aree protette e la promozione di pratiche agricole sostenibili.

L’umanità, con i suoi oltre 8 miliardi di abitanti, consuma in quantità eccessive, oltre le capacità di rigenerazione (e riassorbimento) del Pianeta. 50 anni fa, nel 1974 l’Overshoot day cadeva il 30 novembre: sforavamo di un mese il nostro budget annuale. Nel 2004, il 2 settembre, nel 2014 il 5 agosto. La data è sempre andata anticipandosi e il nostro il nostro debito ecologico è cresciuto.

La persistenza per oltre mezzo secolo di questo stato di sovrasfruttamento della natura ha portato una drastica perdita di biodiversità, un eccesso di gas serra di origine antropica nell’atmosfera, i cui effetti stanno diventando più evidenti con l’aumento della frequenza e dell’intensità di ondate di calore, incendi boschivi, siccità e inondazioni.  

“Esaurire le risorse ecosistemiche di un determinato anno è un po’ come superare il plafond della carta di credito, ma con una differenza: non c’è un soggetto terzo, una banca, che possa impedire all’umanità di continuare a fare debiti”, ha commentato Serena Milano, direttrice di Slow Food Italia sulle colonne di Hufftington Post. (QUI il link all’articolo completo). “Spetta a noi stessi il compito di invertire la rotta, di abbandonare stili di consumo che ignorano il senso del limite e mortificano il concetto di sobrietà”.

L’Overshoot Day e il debito ecologico ci offrono una prospettiva inquietante sullo stato della nostra Terra. È fondamentale affrontare queste sfide con urgenza e determinazione. Questa inversione di rotta non deve essere vista come un processo di mortificazione delle nostre esigenze. L’unica possibile risposta all’Overshoot Day è dimostrare che uno scenario opposto è possibile: che la riconversione ecologica può essere conveniente a patto che sia veramente un processo mondiale e che non si faccia catastrofismo da una parte per poi costringerci all’elettrico e a una raccolta differenziata che, troppe volte, comuni e malacreanza trasformano in una inutile “facciata verde”. Bisogna organizzare la meglio la nostra convivenza sotto molteplici punti di vista.

Solo attraverso un cambiamento reale nei nostri modelli di comportamento, nella politica e nell’economia, possiamo sperare di ridurre il nostro impatto sul pianeta e garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire. La responsabilità è collettiva e, come ogni azione conta, ogni scelta quotidiana in direzione della sostenibilità può contribuire a un cambiamento significativo.

Photo Credit: Depositphotos.

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