(Adnkronos) – Sono positivi i nuovi dati sull'impiego a lungo termine di exa-cel (exagamglogene autotemcel), terapia cellulare non virale, con modifica genetica ex vivo Crispr/Cas9, provenienti da studi clinici globali su persone affette da anemia falciforme grave (Scd) o beta-talassemia trasfusione-dipendente (Tdt). I risultati, presentati in occasione del recente Congresso annuale dell'Associazione europea di ematologia (Eha) – e diffusi da Vertex Pharmaceuticals Incorporated – confermano i benefici clinici potenzialmente trasformativi e duraturi di exa-cel, la prima e unica terapia approvata di editing genico basata sulla tecnologia Crispr/Cas9. I dati presentati – si legge in una nota – si riferiscono a più di 100 pazienti (46 Scd; 56 Tdt) trattati con exa-cel nel corso di studi clinici, il cui follow-up più lungo si estende a più di 5 anni. I risultati di efficacia sono coerenti con le analisi degli endpoint primari e secondari precedentemente riportati da questi studi con exa-cel e continuano a dimostrare un beneficio clinico potenzialmente trasformativo con livelli duraturi e stabili di emoglobina fetale (HbF) e di editing allelico. "Il beneficio potenzialmente trasformativo riscontrato nei pazienti affetti da anemia falciforme nel corso dello studio è impressionante, se si considera il peso significativo e cumulativo della malattia che le persone affette da questa malattia del sangue devono affrontare – ha dichiarato Haydar Frangoul, direttore medico di Ematologia e Oncologia pediatrica presso il Sarah Cannon Research Institute e il TriStar Centennial Children's Hospital di Hca Healthcare – Sono ansioso di offrire questa terapia e l'opportunità di una potenziale cura funzionale ai miei pazienti idonei". I dati presentati "relativi ai pazienti adulti e adolescenti con Tdt – ha affermato Franco Locatelli, professore di Pediatria presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, direttore del Dipartimento di Ematologia e Oncologia pediatrica dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – si aggiungono al crescente numero di evidenze a favore di exa-cel, confermando l'importanza di garantire la disponibilità di questo trattamento innovativo ai pazienti eleggibili il prima possibile. Con il follow-up più lungo, che ha ora raggiunto più di 5 anni e che dimostra livelli stabili di emoglobina totale e fetale, vi è ora evidenza di un beneficio duraturo derivante da exa-cel per i pazienti a cui il trattamento è stato somministrato”. Nel dettaglio le presentazioni – 2 presentazioni orali e 2 poster – comprendono i dati aggiornati degli studi pivotal dei pazienti trattati con exa-cel in Climb-111 e Climb-121 e seguiti in Climb-131. I nuovi dati dello studio pivotal exa-cel evidenziano che 36 pazienti su 39 (92,3%) con Scd e valutabili (quelli con almeno 16 mesi di follow-up) erano liberi da crisi vaso-occlusive (Voc) per almeno 12 mesi consecutivi (Vf12), coerentemente con i dati sull'endpoint primario precedentemente riportati. La durata media di assenza di Voc è stata di 27,9 mesi, con un massimo di 54,8 mesi. Nella Tdt, 49 su 52 (94,2%) pazienti valutabili (quelli con almeno 16 mesi di follow-up) sono stati indipendenti dalle trasfusioni per almeno 12 mesi consecutivi, con un'emoglobina media pesata di almeno 9 g/dL (Ti12), in linea con i dati sull'endpoint primario precedentemente riportati. La durata media dell'indipendenza trasfusionale è stata di 31,0 mesi, con un massimo di 59,4 mesi. Tutti i pazienti con Tdt dosati con almeno 16 mesi di follow-up sono liberi da trasfusioni e 2 dei 3 pazienti che non hanno raggiunto il Ti12 nel Climb-111 hanno raggiunto il Ti12 nello studio di follow-up a lungo termine, il Climb-131, e sono indipendenti dalle trasfusioni da oltre un anno. Il terzo è libero da trasfusioni da 3,4 mesi. Sia i pazienti con Scd che quelli con Tdt hanno riportato miglioramenti duraturi e clinicamente significativi nella qualità della vita, compreso il benessere fisico, emotivo, sociale/familiare e funzionale, oltre che lo stato di salute generale. Inoltre, sia nei pazienti con Scd che in quelli con Tdt, i livelli di alleli Bcl11A modificati sono rimasti stabili nel tempo nel midollo osseo e nel sangue periferico, indicando il successo dell'editing nelle cellule staminali ematopoietiche a lungo termine. Tutti i pazienti hanno ottenuto l'attecchimento dei neutrofili e piastrine dopo l'infusione di exa-cel. Il profilo di sicurezza di exa-cel – conclude la nota – è stato generalmente coerente con il condizionamento mieloablativo con busulfano e il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)