La Fondazione per il Futuro delle Città, insieme all’Università di Firenze e all’Università Cà Foscari di Venezia, ha lavorato ad uno studio che dimostra la capacità delle vaste aree periurbane del pianeta di ospitare tra i 106 e i 241 milioni di alberi.
Lo studio, pubblicato ieri in anteprima su Nature Cities, è stato condotto da un gruppo di esperti, coordinati da Stefano Mancuso, scienziato e botanico di fama internazionale, e Professore presso l’Università di Firenze e Direttore Scientifico della Fondazione per il Futuro delle Città.
Ciò che emerge dalla ricerca è che le vaste aree periurbane del pianeta, transizione tra le periferie e la campagna, spesso degradate o inutilizzate, potrebbero ospitare tra 106 e 241 milioni di alberi. Escludendo le aree attualmente coltivate, potrebbero trovare spazio foreste periurbane con una quantità stimata tra i 34 e 101 miliardi di alberi.
Quanto descritto determinerebbe molteplici benefici, tra cui la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità dell’aria e conservazione della biodiversità.
Utilizzando dati satellitari, il gruppo di ricerca formato da Stefano Mancuso, Saverio Francini, Gherardo Chirici, Leonardo Chiesi, Paolo Costa e Guido Caldarelli, è riuscito a identificare con una risoluzione di soli 500 metri e a livello globale le aree disponibili in una fascia di 10 chilometri dalle città. Emerge quindi come soli 20 Paesi potrebbero ospitare il 78% delle foreste periurbane.
Stefano Mancuso e il gruppo di ricerca: risultati concreti in rapporto ai cambiamenti climatici
Il progetto elaborato dalla Fondazione per il Futuro della città condurrebbe a risultati concreti nella lotta agli effetti del cambiamento climatico. Nell’anno 2023 si sono registrate le temperature più alte di sempre, oltre a estensioni minime del ghiaccio marino antartico, e un aumento degli eventi climatici estremi in tutto il mondo, inclusa l’Italia, con ondate di caldo, inondazioni, siccità e incendi.
“Per contrastare il riscaldamento globale, la soluzione teoricamente è semplice: ridurre le emissioni di gas serra, in particolare di CO2, e al contempo assorbire il surplus di CO2 dall’atmosfera” – afferma Stefano Mancuso, che continua: “Tuttavia, ridurre le emissioni comporta profondi impatti economici e richiede tempo, oltre che un impegno globale che al momento è difficile da garantire. D’altra parte, l’assorbimento di CO2 dall’atmosfera tramite la riforestazione non presenta ostacoli tecnici significativi e può offrire enormi benefici ambientali e occupazionali”.
La proposta di piantare mille miliardi di alberi, accettata al G20 del 2021, dunque, potrebbe giocare un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico, con numerosi co-benefici. Per leggere lo studio del gruppo di ricerca di Stefano Mancuso pubblicato su Nature Cities visitare il sito.
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