(Adnkronos) – Perché è importante parlare di standard sulla biodiversità? Per rispondere a questa domanda è necessario analizzare ciò che la natura sta vivendo oggi, come conseguenza del cambiamento climatico. Perdita e danneggiamento di habitat naturali, caccia e pesca in sovrasfruttamento, progressiva estinzione di numerose specie animali sono solo alcuni esempi. Ecco perché il Global Reporting Initiative ha pubblicato un nuovo importante aggiornamento dei suoi standard sulla biodiversità. La rivisitazione del precedente si è avvalsa dei framework globali sulla biodiversità: il Science Based Target Network, il Quadro globale sulla biodiversità delle Nazioni Unite KunmiNG-Montreal e la Taskforce on Nature-lated Financial Disclosures. Vediamo insieme di cosa si tratta. Il nuovo GRI 101: Biodiversità 2024 sostituisce il GRI 304: Biodiversità 2016. Lo scopo è quello di supportare le organizzazioni di tutto il mondo a divulgare in modo completo i loro impatti più significativi sulla biodiversità. “Gli impatti della perdita di biodiversità vanno ben oltre l’ambiente naturale, minando il progresso degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e avendo conseguenze devastanti per le persone, oltre a rappresentare anche un fattore moltiplicatore della crisi climatica – ha commentato Carol Adams, presidente di GRI Global Sustainability Standards Board (GSSB) -. Comprendere gli impatti che le organizzazioni hanno è quindi un aspetto cruciale dell’implementazione di soluzioni globali per fermare e persino invertire il danno e affrontare le minacce esistenziali”. Lo standard GRI aggiornato stabilisce un nuovo livello di trasparenza sugli impatti sulla biodiversità. Supporterà un reporting dettagliato e specifico sia da un punto di vistaq geografico, sia all’interno delle operazioni di un’organizzazione lungo tutta la sua catena di fornitura, garantendo che le parti interessate possano valutare come gli impatti sulla biodiversità vengono mitigati e ridotti. “Identificare e gestire gli impatti più significativi di un’organizzazione è fondamentale per comprendere le dipendenze e i rischi”, ha concluso Adams. Il GRI Biodiversity Standard consegna: • Piena trasparenza lungo tutta la catena di approvvigionamento, spesso laddove gli impatti più significativi sulla biodiversità non possono essere segnalati. • Reporting sugli impatti specifici per località, inclusi paesi e giurisdizioni, con informazioni dettagliate sul luogo e sulle dimensioni dei siti operativi. • Nuove informazioni sulle cause dirette della perdita di biodiversità, tra cui l’uso del territorio, il cambiamento climatico, lo sfruttamento eccessivo, l’inquinamento e le specie invasive. • Requisiti per la rendicontazione degli impatti sulla società, compresi quelli sulle comunità e sulle popolazioni indigene, e il modo in cui le organizzazioni interagiscono con i gruppi locali nel ripristino degli ecosistemi colpiti. In vigore dal 1° gennaio 2026, l’uso dello standard verrà analizzato dal GRI nei prossimi due anni. “Ci congratuliamo con il GRI per questo importante traguardo nel miglioramento della trasparenza a sostegno di uno sforzo globale per salvaguardare la biodiversità. La Taskforce on Nature-lated Financial Disclosures (TNFD) ha collaborato strettamente con il GRI con l’obiettivo di semplificare e allineare le raccomandazioni della TNFD e gli standard GRI. Grazie a questa cooperazione, le raccomandazioni della TNFD sono in larga misura coerenti con i GRI Standards, così come il GRI Biodiversity Standard si ispira al lavoro della TNFD. Siamo ansiosi di continuare la nostra collaborazione”, ha aggiunto Tony Goldner, direttore esecutivo del TNFD. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)