Pannelli fotovoltaici caratterizzati da una parte “attiva” costituita da uno strato di composti organici del Carbonio. Flessibili e leggeri, aiuterebbero le piante a svilupparsi velocemente.
La nostra insalata sta per subire una rivoluzione. In serra la novità si chiama L-Glutatione, una parola che è facile mandare giù, almeno in senso onomatopeico. L’L-Glutatione altro non è che una sostanza chimica che, applicata nello strato polimerico della cella, le renderebbe competitive e performanti. Almeno a sentire quanto riportato da uno studio appena pubblicato su Nature. Ma andiamo per ordine e vediamo cosa sono esattamente queste celle solari semitrasparenti al carbonio che stanno creando scompiglio in serra.
Celle solari “organiche” per la crescita delle piante
Le celle vengono definite “organiche”, come riportato dalla ricerca, non perché “vive” ma in quanto la chimica del funzionamento del dispositivo è basata sul carbonio. I pannelli al carbonio hanno, tra le caratteristiche, il vantaggio di essere flessibili e leggeri con la possibilità di essere depositati su larghe aree a costi ridotti.
Fino a poco tempo fa, però, il limite di queste celle era rappresentato dal fatto che, a livello energetico, i rendimenti e la stabilità di questi dispositivi non aveva le performance delle celle tradizionali. Ed ecco che entra in campo il famoso L-Glutatione. La sostanza applicata alla cella permette alla cella di durare di più, limitandone la degradazione. ma soprattutto viene implementata l’efficienza fino all’80%.
Lo strato di L-Glutatione blocca i raggi ultravioletti e infrarossi, che possono danneggiare le piante e causare il surriscaldamento. Ecco spiegato il loro impiego nelle serre. Dai primi test effettuati, sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo, che le serre caratterizzate da questi tetti solari all’L-Glutatione favoriscano la crescita delle piante.
Celle come stelle
Un’altra ricerca, pubblicata sulla rivista Cell Reports Physical Science, aveva parlato di celle solari organiche semitrasparenti (o ST-OSC) rispetto al tipo più diffuso e a base di silicio come di celle capaci di sfruttare l’energia simile alle nostre stelle.
I pannelli ST-OSC potrebbero essere regolati per assorbire diverse lunghezze d’onda della luce secondo necessità, rendendoli adatti a questi tipi di luoghi. Insomma, celle o stelle, sulle nostre insalate ne vredremo delle belle.