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Human impact database, monitorare le attività umane nell’ambiente

Human impact database, monitorare le attività umane nell'ambiente
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Human impact database, il sito che mette in luce l’impatto sull’ambiente delle attività umane. Ne scopriremo delle belle. Obiettivo: promuovere la sensibilizzazione collettiva sugli importanti temi del futuro e dell’Agenda 2030

Ogni anno si tiene l’Overshoot day della Terra, una delle tante ricorrenze per far capire agli abitanti del pianeta cosa succede con “i loro movimenti e le loro attività”. L’Overshoot day della Terra serve, insomma, per far capire il consumo di risorse e di energia sul pianeta con lo scopo di sensibilizzare al “risparmio” e a una migliore gestione delle stesse a partire dall’anno successivo.

Un po’ per la stessa motivazione è nato il portale Human impact database. Realizzare un report costante per vedere cosa succede sulla terra con l’affacendarsi degli esseri umani e soprattutto riportare l’attenzione su temi che troppe volte vengono visti come catastrofismi ideologici o esagerazioni alla moda.

Un’equipe di scienziati dell’Università di Stanford, in California, ha messo a punto questo nuovo database, appunto The Human impact Database, per raccogliere dati riguardanti i diversi aspetti della crisi climatica in cui l’attività umana appare come evidente e conclamata.

Non appare casuale che l’idea sia venuta ad un gruppo di scienziati californiani. In California, infatti, le conseguenze del cambiamento climatico sono rilevanti, tra queste incendi e siccità pluridecennale, e gli stessi scienziati hanno dichiarato di aver voluto sviluppare una comprensione più profonda dei modi in cui le attività umane possono aver prodotto cambiamenti così drammatici e conseguenti nel nostro ambiente locale e globale”.

In pratica si tratterebbe di approfondire in maniera molto immediata: quanta acqua e quanta terra utilizzano gli esseri umani, ad esempio, o quanto metano viene prodotto ogni anno. Con lo scopo di arrivare a risposte concrete a problemi sempre più “ordinari”.

Human impact database, struttura e funzionamento

Human impact database, visibile all’indirizzo anthroponumbers.org, è suddiviso in cinque settori principali: acqua, energia, flora e fauna, cicli atmosferici e biogeochimici e territorio. Ai cinque settori si aggiungono 20 sottocategorie.

Ad ogni attività viene abbinato un numero globale che la descrive (il consumo totale se si tratta di una risorsa, ad esempio, o il livello di emissione totale nel caso di metano o anidride carbonica), e la percentuale che di questa attività è possibile collegare alle “umane gesta”.

Ci sono poi casi in cui viene evidenziato uno storico che mostra l’evoluzione nel tempo, e per ogni voce c’è la possibilità di sapere come è stato effettuato il calcolo. Nel database sono presenti anche 300, tra fotografie e grafici esplicativi, per spiegare al meglio numeri ed evoluzione nel tempo dei monitoraggi. Uno spazio web importante per creare un “tavolo globale” sulla questione ambientale e climatica.

Alcuni numeri

Alcuni numeri che possiamo trovare in Human impact database e che meglio possono farci riflettere su cosa significa “muoversi” nell’ambiente: la produzione globale di plastica (400 miliardi di chilogrammi ogni anno), il numero di animali estinti (762 specie) o l‘innalzamento medio annuo globale del livello del mare (circa 3.4 millimetri ogni anno).

Per essere ancora più “centrati”, gli scienziati hanno incluso anche stime riguardanti le diverse regioni e continenti. La suddivisione spiega, ad esempio, come diverse società varino nell’alimentazione (gli americani consumano relativamente poco pesce e molta più carne) e negli stili di vita. Oppure come esistano diversi livelli di sviluppo economico, dove ci si affidi maggiormente a risorse naturali diverse per costruire infrastrutture (legno o cemento), per generare energia (nucleare o carbone) e dove siano presenti industrie estrattive o inquinanti. Come ricorda Luca Mercalli, “Non c’è più tempo”. Human impact database muove in questa direzione. Sensibilizzare per proteggere il pianeta.

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