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Allevamenti suinicoli, appello di CIWF per dire stop alle scrofe nelle gabbie

Allevamenti suinicoli, appello di CIWF per dire stop alle scrofe nelle gabbie
Credit: End the Cage/CIWF

Le immagini fanno parte di un’inchiesta europea condotta da CIWF in diversi allevamenti. La coalizione End The Cage Age: “L’Italia sostenga senza indugi l’impegno della Commissione UE di mettere fine all’era delle gabbie”

Una battaglia di civiltà. Al di là delle convizioni personali, senza farne un campo per opposti estremismi e tifoserie, bisogna dire basta la sofferenza di creature inermi. Una nuova video-inchiesta sotto copertura, condotta da Compassion in World Farming (CIWF) e pubblicata dalla coalizione italiana End the Cage Age, rivela ancora una volta le sofferenze a cui sono sottoposte le scrofe allevate in gabbia.

Le immagini raccolte mostrano la realtà della vita in gabbia per le scrofe e fanno parte di una ampia inchiesta che ha coinvolto in tutto 16 allevamenti in diversi Paesi europei (Francia, Spagna e Polonia, oltre all’Italia), inclusi alcuni che riforniscono marchi considerati d’eccellenza.

Che non significa dire chiudiamo tutti gli allevamenti, attenzione. Significa porre fine ai “campi di sofferenza” innescati da un circuito impazzito che porta tutto all”estremo per ricavare profitto. Un po’ come accade per la questione ambientale. Non possiamo fare finta di niente e negare l’impazzimento del clima (cosa che molti fanno dando dei “gretini” a chiunque parli di una realtà oggettiva), non possiamo non vedere il fatto che, tra le concause del riscaldamento globale a causa delle emissioni, sia un fatto la derivazione dall’eccesso del consumo di carne.

In un recente rapporto della Commissione europea, meglio conosciuto come “Progress made on the implementation of Directive (EU) 2016/2284 on the reduction of national emissions of certain atmospheric pollutants“ si legge: “L’inquinamento da azoto costa all’Unione europea fino a 320 miliardi di euro ogni anno”.

  • A questo LINK lo studio riportato dal Fatto Quotidiano su allevamenti intensivi e inquinamento

Senza fare crociate e con l’equilibrio di chi fa del dialogo la giusta dimensione umana, bisogna saper accettare oggi che, se vogliamo bene all’ambiente ( e agli animali oltreché alla nostra salute) limitare il consumo di carne è un piccolo gesto d’amore capace di coinvolgere più aspetti e magari generare una riflessione capace di portare empatia. Per la natura e per il pianeta. Ma torniamo all’inchiesta riportata da CIFW.

La video-inchiesta rivela che le scrofe:

  • sono costrette a passare circa metà della loro vita in gabbie così piccole da impedire qualsiasi tipo di movimento tranne mettersi in piedi e sdraiarsi;
  • giacere sulle proprie deiezioni e urina, cosa che va contro la loro natura;
  • sopportare la sofferenza di non essere in grado di prendersi cura dei loro piccoli per via della restrizione imposta dalle gabbie;
  • sopportare tali livelli di stress e frustrazione da sviluppare comportamenti anomali come mordere le sbarre e masticare a vuoto.

Un appello al governo per dire basta alla gabbie negli allevamenti

Per la coalizione italiana End The Cage Age, questa è l’ennesima prova dell’urgenza di una norma europea che metta fine all’orrore degli allevamenti nellle gabbie. La coalizione si rivolge al Governo italiano, perché prenda posizione contro l’uso delle gabbie negli allevamenti e sostenga l’impegno della Commissione europea.

Lo scorso 30 giugno 2021, infatti, la Commissione europea si è impegnata a eliminare gradualmente, fino a vietare del tutto, l’uso delle gabbie negli allevamenti europei tramite una normativa dedicata – un risultato straordinario dovuto ai 1,4 milioni di persone che hanno firmato l’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) End the Cage Age. Ma, una volta presentata, la proposta legislativa dovrà essere valutata e approvata anche dal Consiglio dell’Unione europea, composto dai Ministri degli Stati membri. Per questo è fondamentale che l’Italia sostenga senza riserva questa transizione.

Una transizione possibile

Una transizione che, oltre che doverosa, è anche fattibile – come dimostrano due studi presentati a fine maggio da LAV e CIWF Italia, quest’ultimo proprio incentrato sulla transizione a sistemi di allevamento senza gabbie per le scrofe.

“Questa nuova video-inchiesta mette in luce la realtà della vita in gabbia per centinaia di migliaia di scrofe italiane che sono costrette a una vita di inimmaginabile miseria in gabbie minuscole. Non possono muoversi, nutrire adeguatamente i propri piccoli o esprimere comportamenti naturali, e sono così frustrate che sviluppano comportamenti anomali come il mordere le sbarre” commentano le associazioni.

“Non possiamo pensare che questi animali debbano aspettare ancora: è ora che l’UE ponga fine per legge all’era delle gabbie,” afferma la coalizione. “Chiediamo all’Italia di sostenere in sede europea il divieto delle gabbie, senza se e senza ma”.

L’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “End the Cage Age” è stata lanciata nel 2018 per chiedere la fine dell’uso di ogni tipo di gabbia per allevare animali a scopo alimentare, sostenuta da oltre 170 associazioni in 28 paesi: la più grande coalizione europea di ONG mai riunitasi. L’Iniziativa si è conclusa come da normativa europea un anno dopo, con il risultato eccezionale di 1,4 milioni di firme certificate.

In Italia la campagna è sostenuta da 22 organizzazioni: Amici della Terra, Animal Aid, Animal Equality Italia, Animal Law Italia, Animalisti Italiani, CIWF Italia Onlus, Confconsumatori, ENPA, Essere Animali, HSI Italia, Il Fatto Alimentare, Jane Goodall Institute Italia, LAC – Lega per l’Abolizione della Caccia, LAV, Legambiente, LEIDAA, LNDC Animal Protection, LUMEN, OIPA, Partito animalista, Terra Nuova, Terra! Onlus.

Per approfondire, alcuni link, tra chi dice no e chi dice si:

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