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Paolo Goglio, resiliente e resistente, viaggiando in camper

Paolo Goglio, resiliente e resistente, viaggiando in camper
Paolo Goglio, resiliente e resistente, viaggiando in camper

È un viaggio in camper con protagonisti Gianna, una “camperina” maliziosa, e con a bordo un equipaggio composto da Leone, cane coccolone, e Paolo Goglio, regista e autore della nuova serie televisiva itinerante, che verrà trasmesso da diversi network televisivi in tutta Italia. Ma la storia di Paolo Goglio è molto di più e ve la raccontiamo in questa intervista

Lui è Leone cane coccolone, lei è Gianna camperina adolescente poco più che dodicenne, poi c’è quello là che tiene il volante, e anche la telecamera, ovvero Paolo Goglio, autore e interprete dell’inedita serie televisiva che sarà distribuita ai principali network ed emittenti TV indipendenti. Un programma concepito per portare un messaggio di libertà, natura, evasione spensierata e armonia esistenziale.

Ma la storia di Paolo Goglio, regista, autore, fotografo, è di quelle che appassiona. Dopo aver vissuto uno dei momenti più belli delle televisione, gli anni Ottanta, le alterne vicende della vita lo mettono a dura prova. Deve ricominciare da capo.

Non si lascia abbattere e silenziosamente rimette insieme i pezzi. “Risorgere dalle ceneri”, questa è la sua storia che vogliamo condividere con i nostri lettori in questa intervista dove ci racconta tutto quello che è successo e cosa può significare “reinventarsi”. Una storia dura ma di speranza, dove c’è sempre spazio per alcune parole importanti senza le quali non c’è resurrezione ossia amore, vita, ricerca di serenità.

Paolo, partiamo proprio dagli inizi della tua storia professionale, gli anni Ottanta

Il mondo della televisione anni ‘80 era uno spazio epico che collegava la magia alla realtà: lo schermo in bianco e nero si colorava grazie all’innovazione tecnologica che ancora oggi caratterizza il costante avanzamento del progresso. Al mattino alle 7 mi svegliavo per andare a scuola di cinema, dopo pranzo lavoravo in una delle prime emittenti private fino alle 2 di notte senza soste, incluso festivi e festività, Natale e Capodanno, vivevo di televisione ininterrottamente e contestualmente collaboravo anche con riviste di elettronica, telematica, informatica e programmavo videogames.

Era una passione travolgente e inesauribile, creavo, progettavo, allestivo e cablavo ogni singolo apparecchio, ho maturato esperienze professionali in ogni ambito della comunicazione: dalla regia alle tecniche di ripresa, dirigevo luci e fotografia, scrivevo testi e sceneggiature, allestivo scenografie e impianti in alta frequenza, dai trasmettitori in cima alle montagne fino ai ponti radio sui campanili e sui grattacieli.

Sono stato titolare di 7 studi televisivi, una emittente, 2 regie mobili, ho prodotto migliaia di servizi e documentari in tutto il mondo, reportage, cronaca e moda, telepromozioni e spot pubblicitari, produzioni live nel mondo dello sport e dello spettacolo, video istituzionali, tecnici, didattici, casting e servizi a 360 gradi.

Poi cosa è successo?

Ho cavalcato i numerosi cambiamenti di standard, dall’analogico al digitale, rinnovando le attrezzature e il know-how necessario per adeguarmi ai numerosi scenari che si aprivano in continuazione. Ho esteso il mio raggio d’azione verso un pionieristico mondo internet realizzando una rete di motori di ricerca con più di 3.000 siti web, servizi di telefonia, commercio elettronico, call center e pagamenti elettronici.

Nel 2009 la crisi che ha attanagliato ogni settore dell’economia falcidiando più di 300.000 aziende ha travolto inesorabilmente anche la mia attività: ho incominciato a perdere clienti che chiudevano, fallivano, sparivano… e proprio quando non ci sono più entrate ti accorgi che il sistema bancario/fiscale non è dimensionato per assisterti, ma per mandarti al tappeto.

Più di 2.000 imprenditori in quel periodo sono caduti, rinunciando drammaticamente alla vita. Ho dato fondo a tutti i risparmi convinto di poter superare anche quella fase di difficoltà, ho venduto la moto, le attrezzature, ma in realtà era come scendere una gradinata che mi portava in fondo a un pozzo, fino a quando mi sono reso conto di essere giunto sull’ultimo gradino e solamente un miracolo poteva salvarmi.

È successo molto più che un miracolo e sono tornato a combattere su un piano diverso, con strumenti diversi, alla luce di una nuova missione di vita. C’era qualcosa che nè il fisco nè le banche potevano portarmi via ed era il mio amore per la vita e per le grandi bellezze che mi circondano.

Avevo nuove consapevolezze ma non potevo più generare profitti, così ho definito una precisa strategia esistenziale per ridefinire le priorità e i valori, ho rinunciato a quasi tutto per guadagnare la risorsa più preziosa: il tempo. Ho venduto la casa ricavandone il necessario per estinguere il mutuo, acquistare alcune attrezzature recenti e innovative e sono andato a vivere in campeggio.

Vai a vivere in campeggio: sensazioni e pensieri di quel periodo? Oggi ancora vivi in campeggio e cosa pensi a riguardo, o meglio cosa significa per te: libertà, necessità

Inizialmente ero ancora molto ferito e soffrivo di disagio sociale ma poi ho iniziato a ridefinire i miei spazi e rendermi conto che dentro di me i confini erano in espansione, dialogavo con il cielo e con le stelle, camminavo nei boschi e sulle sponde del lago, osservavo i fiori e le foglie, accarezzavo le radici dei grandi alberi e mi immergevo nei ritmi della natura, armonizzavo con le stagioni e con il ciclo delle acque, dalle sorgenti al mare.

È stato un passaggio fondamentale per giungere ad una visione nuova e illuminante: io non ero quello che avevo, quello facevo e neppure quello che apparivo o quello che dicevo. Io sono quello che sono. E questo passaggio dall’avere all’essere mi ha collocato in una posizione nuova e soprattutto autentica, determinando una frattura radicale con le abitudini, le credenze, le convinzioni e soprattutto gli schemi e i valori precedenti.

Ho iniziato a fare ricerche e studi su nuove tematiche di vita, psicologico, spirituale, sociale e culturale, ho scritto 23 libri in un anno e contestualmente realizzavo mostre fotografiche. Non c’erano più comparse, attori, scenografie o studi televisivi: il Mondo intero era il mio teatro e ogni singola forma di vita comunicava attraverso di me il suo messaggio di luce: il filo d’erba, la rondine e il gabbiano, i germogli di primavera e i panorami di alta quota, le foreste e le nuvole, il vento e la pioggia, la terra, le rocce, le onde dell’oceano. Fotografavo tutto questo e lo portavo al mondo, era un rapporto di Amore che mi gratificava e mi completava: avevo trovato una nuova, inestimabile ricchezza!

Come arrivi a Odeon TV?

Tra i vari invitati al vernissage di una mostra fotografica c’era un carissimo amico che lavorava come agente pubblicitario per conto di Odeon TV. È rimasto incantato da questa nuova visione comunicativa, le mie immagini raccontavano qualcosa di inedito, c’era veramente amore e mi ha proposto di realizzare una versione televisiva. Inizialmente ero contrario, non volevo più ritrovarmi nel vorticoso frullatore delle produzioni televisive ma poi mi sono ascoltato interiormente, ho realizzato una prima puntata pilota e mi sono presentato allo staff direzionale.

Era una piccola clip di 12 minuti che conteneva qualcosa di magico, utilizzavo una piccola action cam in modalità “selfie” con parecchi anni di anticipo su quella che sarebbe poi diventata una tendenza generazionale e il risultato erano immagini inedite con angolazioni e punti di vista nuovi ed immersivi.

Mi hanno commissionato 35 puntate che hanno programmato per circa 3 mesi in prime time: la più importante fascia serale, poco prima del Tg. Il riscontro è stato veramente positivo, per la prima volta nella loro storia hanno ricevuto numerose telefonate di ringraziamento dai propri telespettatori. Stava succedendo qualcosa di nuovo: non avevano trasmesso solamente immagini, ma anche e soprattutto amore.

Da quello che fai, si percepisce una grande passione per il lavoro. Come è iniziata?

Mio padre realizzava i tradizionali filmini di famiglia con una cinepresa a molla e mi trasmetteva la sua passione per le immagini e la creatività, realizzava animazioni e titoli artigianali, sonorizzava con un improbabile registratore a bobine e alimentava il mio spirito di osservazione stimolandomi a trovare inquadrature diverse, posizioni e punti di ripresa, mi insegnava il campo e il controcampo, il controluce a la messa a fuoco.

Mia madre stimolava la mia sfera narrativa e la vena poetica. Insieme hanno realizzato centinaia di pellicole, nastri, videocassette e album di fotografie amatoriali ma di grande qualità. Nel tempo ho fatto di queste passioni di famiglia la mia attività professionale.

La tua passione per i viaggi: raccontaci le tue avventure?

Avevo le attrezzature professionali e un talento particolare per le riprese naturalistiche, così ho viaggiato moltissimo per realizzare documentari e video di promozione turistica. Sono stato 12 volte in Kenya, 2 in Thailandia, Cuba, Santo Domingo e Giappone e 1 volta in Perù, Mauritius, Sri Lanka, Maldive, Florida, Canarie e un pò tutti i paesi limitrofi, Egitto, Tunisia, Turchia, Grecia, i paesi Balcanici e quelli del Nord Europa.

Viaggiare per me significa acquisire esperienze di vita, conoscenze e ricchezze che amplificano il mio orizzonte interiore creando uno spazio sempre più ampio in cui riflettermi.

Da quando ho ricevuto in dono il progetto Amore con il Mondo seguo quella stella polare che mi orienta e mi indica il cammino: seguo il mio cuore. Un giorno, affranto dalla mancanza di risorse e circostanze, mi sono rivolto al cielo chiedendo di farmi viaggiare. Il mattino successivo mi hanno proposto di partecipare ad una spedizione nel profondo Sahara.

Mentre ammiravo il sole che tramontava dietro le dune piangevo di emozione, mi sentivo un semplice messaggero al servizio di un grande disegno, percepivo delle voci che mi guidavano, ero guidato e protetto. Ho intitolato questa miniserie televisiva: La voce del deserto.

Ero molto combattuto: da una parte le voci del fracasso sociale che mi chiamavano a cercare lavoro, curarmi e preoccuparmi del futuro, reinserirmi nei meccanismi tradizionali e convenzionali. Dall’altra queste voci interiori, o forse esteriori, che mi chiamavano altrove. Ho dedicato a questa tematica toccante e delicata un documentario realizzato in Olanda: il Grande Faro.

Tre anni fa, in un momento particolamente drammatico e complesso, sono partito per la Danimarca. Pernottavo nelle foreste e sulle spiagge incontaminate con un air-camp, ero in immersione totale con la natura e in questo contesto emotivo ho realizzato, primo nella storia del cinema, un intero film da solo. Ho inventato il selfiefilm!

Dopo parecchi mesi di post-produzione, sempre da solo ho organizzato un’anteprima al cinema Anteo di Milano, il consenso è andato molto oltre le mie migliori aspettative, ho ricevuto moltissime recensioni positive, inviti, interviste, proposte di incontri e proiezioni.

Incontravo le persone e portavo a tutti quello stesso grido di Amore che ricevevo dal cielo. Ho intitolato il film CLIC – 10 giorni guidato dal vento, nei mesi successivi ho vinto il primo premio al festival internazionale di S.Vincent come miglior film sperimentale.

CLIC è un simpatico acronimo che rappresenta anche e soprattutto quell’attimo in cui cambi prospettiva, acquisti un modo diverso di vedere le cose e quindi di vivere, un passaggio verso una realtà aumentata che deriva dal risveglio di quella consapevolezza sommersa dal sistema consumistico, deprimente e oppressivo che usura la vita sperperando il tempo. La domanda precedente era: cosa fai? quanti soldi hai? Ora mi chiedevo una cosa diversa: quanto tempo hai?

Sito ufficiale del film: http://filmclic.it/

Ora in viaggio sulle strade del mondo con Leone e con Gianna: come è nato il progetto, in cosa consiste e dove vuoi arrivare?

Per anni ho viaggiato con la tenda Maggiolina, ho passato momenti ed esperienze straordinarie realizzando più di 150 puntate della serie televisiva Amore con il Mondo. Non avevo modo di fare diversamente, le risorse erano inevitabilmente molto limitate e sognavo di aumentare il mio raggio di azione proprio con un camper, che mi concedesse di viaggiare anche su lunghi periodi e grandi distanze in condizioni di agio, autonomia e soprattutto di interagire tramite smart-working con le mie necessità operative.

Ho realizzato questo sogno grazie al contributo di alcune associazioni e ho intitolato il nuovo compagno di viaggio alla memoria dei miei genitori. Loro si chiamavano Gianni e Anna e dalla naturale fusione dei loro nomi è nata Gianna, la prima camperina.

Per adesso sto realizzando alcune clip sperimentali, anche perchè i margini di viaggio sono ancora, attualmente, abbastanza limitati dalle restrizioni che impediscono una programmazione a lungo termine.

Realizzerò certamente una nuova stagione per le emittenti televisive e dalla miglior selezione del materiale confezionerò un docufilm. Gianna è personalizzata con i colori di Amore con il Mondo e ogni sera proietterò nel cielo un raggio di luce, ispirato dalla recente produzione che ho realizzato alla Sacra abbazia di S.Michele Arcangelo, in provincia di Torino.

Non ho un traguardo, un obiettivo da raggiungere o un punto di arrivo. Sono un semplice messaggero che porta ad altri messaggeri un frammento del grande progetto di vita, del grande progetto di Amore.

Come hai fatto a “risorgere dalle ceneri” e quali consigli possiamo dare a chi, sono in tanti, stanno attraversando momenti di grande difficoltà?

Purtroppo è proprio nei momenti di estrema difficoltà che attiviamo dei meccanismi di reazione alle avversità, diversamente assecondiamo il nostro vivere e ci lasciamo trasportare senza particolari preoccupazioni dalla vita preconfezionata. Non c’è una modalità migliore e una peggiore, semplicemente capita di inciampare, cadere, crollare.

Quando il passaggio è molto brusco o traumatico come nel caso di una grave perdita, un lutto, una malattia o una separazione, siamo costretti a trovare una via di uscita in tempi molto limitati e questo non è semplice, soprattutto se siamo ingabbiati da quei tradizionali criteri di stabilità e certezze che abbiamo edificato e difeso per una vita intera.

I tempi di rielaborazione, interpretazione, analisi e ricerca di una soluzione sono molto complessi e possono durare anni, decenni interi. Da qui le grandi malattie sociali, ansia, psicosi, fobie, paure, insicurezza e soprattutto quel costante senso di irrealizzazione che, molto spesso, è solamente una mancanza di risposte.

Tutto quello che avevo costruito nella mia vita è crollato improvvisamente: ho dedicato molte energie per uscire dalle macerie e non mi riferisco solamente alle perdite economiche o materiali ma soprattutto al tempo necessario per attraversare quel deserto interiore arido e desolato in cui ci ritroviamo nei momenti più drammatici.

Ecco perchè considero veramente preziosa la simbologia del raggio di luce nella notte. La vita è come il grande viaggio di un’arca su cui trasportiamo non tanto le cose che abbiamo, ma tutto quello che siamo: le nostre esperienze, la nostra conoscenza, la modalità di pensiero, i gusti e il talento, le emozioni e i sentimenti, a volte seguiamo altre arche, in altri casi possiamo scegliere di sfidare il mare aperto, andiamo controcorrente, controvento. Che cosa ci spinge? Chi ci chiama a seguire una rotta diversa?

Arriva la tempesta e perdiamo la rotta, ma poi riusciamo a sbarcare su un’isola dopo un lungo naufragio nel mare in burrasca. Ecco che possiamo indicare che c’è comunque una rotta nuova. Poi ognuno è libero di andare dove desidera, scegliere il proprio percorso, seguire altre arche oppure sentirsi chiamato ad un percorso diverso, a prezzo di ritrovarsi solo e di correre dei rischi. E se ognuno di noi si posiziona come una stella che indica la direzione, come un faro che indica il cammino, possiamo divenire il riferimento per altri naufraghi.

Oggi faccio parte del direttivo di un’associazione che assiste gli imprenditori in grave difficoltà e sto curando numerosi studi e ricerche su queste tematiche che sono molto ampie e vanno affrontate con una certa gradualità. Contattatemi per partecipare ai laboratori di analisi e sviluppo o per organizzare incontri, conferenze e proiezioni. Anche in questo caso ho realizzato materiale specifico e dedicato, è una tematica molto sentita e molto profonda.

Hai realizzato parte dei tuoi sogni e quali vuoi ancora raggiungere?

Realizzare un sogno di per sè è relativamente semplice, difficile è sognare qualcosa da realizzare. In un contesto sociale frenetico e manipolato in cui tutti pensano e sognano per conto nostro, c’è una mistificazione dei desideri, delle ambizioni e dei progetti di vita quasi totale.

Ecco perchè siamo una generazione gravemente infelice e costantemente insoddisfatta, inappagata e irrealizzata. Manca sempre qualcosa, vogliamo sempre di più ma qualunque traguardo raggiungiamo ci ritroviamo sempre allo stesso punto di partenza.

È una spirale che usura il tempo e ci garantisce infelicità cronica a tempo indeterminato, ma per fortuna esistono segnali di allarme, ed è qui che dobbiamo trovare il coraggio e la forza di intervenire. Perchè sono proprio l’ansia, la depressione e l’infelicità quei sintomi che indicano chiaramente che siamo fuori strada.

Anzichè reprimerli con psicofarmaci o palliativi, possiamo interpretarli, sono un pò come delle boe intorno a cui virare, la segnaletica che indica il cammino. E quando senti di essere sulla tua strada non hai più bisogno di sognare qualcosa di diverso.

Siamo in prossimità del Natale: arrivato a questo punto della tua esistenza, se incontrassi Dio “on the road”, cosa gli diresti?

“Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Giovanni 8:12

Non solo nel vangelo cattolico, ma in tutti i testi sacri di tutte le religioni Dio, inteso come fonte della creazione e della vita, è luce, pace e amore. Immagino di essere come una nuvola portata dal vento, che vuole a tutti costi diventare quadrata o circolare, triangolare o piramidale… non è possibile.

Faccio degli sforzi enormi per mantenere una certa forma perchè tutti dicono che bisogna essere così… quadrati e no-quadrati, sferici e no-sferici, conici e no-conici, e quando mi rendo conto di avere una forma diversa, imperfetta o imprecisa, mi sento imperfetto e impreciso, malato, deviato, inadatto o difforme. Ma non è così.

Naturale è quando mi lascio trasportare dal vento senza curarmi della forma che assumo, quella è solo una sembianza, quella stessa apparenza che ha trasformato il mondo moderno in una società di maschere dove tutti indossano un modello predefinito: quello della persona seria, ad esempio, o dell’uomo colto, quello benestante e quello benpensante, quello umile, quello semplice, quello prepotente e quello pacifico, quello rassegnato, quello ricco, quello forte e quello alla moda.

Preferisco il modello nuvola, senza maschere, senza costume, senza i fili manovrati dal burattinaio e senza le sbarre del recinto che delimita il perimetro esistenziale del modello ottimale.

Probabilmente non incontrerò Dio in persona, viaggiando lungo la strada, ma posso seguire una specie di Google Maps intergalattico, ultraterreno o extraesistenziale.

È pur sempre una strada, è pur sempre un viaggio. Il primo varco porta verso lo sconfinato regno della pace, è una terra immensa, difficile da raggiungere e molto lunga da attraversare. Nel passaggio successivo posso giungere nel regno dell’Amore. L’ultimo passaggio conduce verso la Terra di Luce, dove forse lo posso incontrare o più semplicemente sono già parte del tutto e non ho più nulla da chiedere.

Quanto credi che sia fondamentale avere “Amore con il mondo” per andare avanti? Raccontaci proprio di Amore con il mondo

Ho una mia visione e delle particolarità molto personali, credo che ognuno deve seguire il proprio talento e le proprie attitudini senza lasciarsi deviare da interferenze esterne. Purtroppo l’interazione sociale oggi determina una pressione immensa che ci porta a desiderare cose che non ci interessano, a fare cose che non ci appartengono. È difficilissimo uscire da questa trappola che paradossalmente, intrappola persino gli stessi autori della trappola.

È necessario vedere le cose dall’alto, da sopra, da fuori, per vedere il disegno. E per quanto lo scibile umano sia estremamente globalizzato e progredito, non esiste una conoscenza assoluta ma solamente numerose forme di conoscenza spesso in antitesi tra di loro e sono tutte vere, tutte giuste, tutte corrette, tutte reali.

Reale è il Mondo, a prescindere che la mente umana lo definisca piatto o rotondo. reale è la creazione e le creature a prescindere da chi o cosa le abbia create. L’umanità cerca da sempre di trovare una verità assoluta, una conoscenza definitiva.

Non sappiamo neppure se c’è un solo Universo, un solo Creatore ma non è questo il punto. Siamo in una fase di vita terrena proprio per vivere questo arco temporale in cui la realtà è sul pianeta Terra che è in grado di fornirci ogni risposta esistenziale per il fatto stesso di essere creature biologiche e vive.

E le risposte sono soggettive e quindi possono essere anche diverse. Dal confronto non devono conseguire discussioni, litigi, dispute e guerre ma solamente una ricchezza che deriva dalla condivisione di conoscenze ed esperienze, abilità e talenti.

Ecco perchè il sole tramonta e poi risorge, per darci quotidianamente un modello di luce e uno di oscurità. Ecco perchè le stagioni si ripetono ciclicamente ogni anno: per darci un modello di rinascita ripetuto a oltranza. E ogni volta che siamo chiamati a tramontare saremo sempre e comunque chiamati anche a risorgere.

Progetti e aspirazioni?

Vorrei essere contattato da chiunque desidera partecipare al progetto Amore con il Mondo: circoli, associazioni, enti, sale di proiezione, ovunque ci sia la possibilità di confrontarmi e condividere il mio operato.

Posso realizzare conferenze, proiezioni, incontri nelle scuole o in qualunque ambito relativo alle tematiche di vita. Sto ultimando i preparativi per allestire il camper e raggiungere tutti in qualunque destinazione.

I miei contatti:
Paolo Goglio
paolo@amoreconilmondo.com
Tel. 335-63.42.166
Il mio sito www.paologoglio.com

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