Nikolaus Widmann, il giovane 28enne che è riuscito a convincere un grande gruppo internazionale a puntare sul nostro paese per vincere la sfida della transizione energetica. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare di energia, ambiente e grandi sfide del futuro come la fondazione e guida di Inewa
Non si tratta di una storia di rientro di cervelli, ma di professionalità e coraggio:
il percorso manageriale di Nikolaus Widmann, il più̀ giovane amministratore delegato di Elevion Group, di cui ha ottenuto la fiducia per far diventare Inewa una delle principali ESCo italiane entro il 2025.
Il mondo dell’energia sta cambiando, i maggiori portavoce della sostenibilità ambientale e delle tematiche green sono i millennials e la generazione Z, per questo è importante che siano sempre più i giovani, all’interno delle aziende, a ricoprire ruoli manageriali. C’è dunque bisogno di esempi virtuosi e di storie che dimostrino che l’Italia è ancora un paese in cui i giovani manager possano costruire, guidare e far crescere un business, anche in questo settore.
Nikolaus Widmann, 28 anni (classe 1992), altoatesino di nascita e berlinese di adozione, sta scrivendo questa storia: quella di un giovane che con lo studio, il duro lavoro, l’intraprendenza e un business plan ambizioso ha ottenuto la fiducia di Elevion Group, gruppo internazionale da 600 milioni di euro di fatturato, per fondare e guidare Inewa, la nuova ESCo (Energy Service Company) e società di consulenza che da luglio 2020 opera sul mercato italiano per contribuire concretamente alla transizione energetica del nostro Paese.
“La transizione energetica è una sfida da vincere, con serietà – commenta Nikolaus Widmann – Non basta raccontare la favola della sostenibilità, o intervenire semplicemente con azioni di greenwashing. Sono necessarie azioni misurabili, tali da riuscire ad avere un impatto sul lungo periodo.”
Con il principio “non esiste kWh più rinnovabile di quello risparmiato” Nikolaus Widmann punta entro il 2025 a far diventare Inewa una delle principali Esco in Italia. Ecco, nello specifico, cosa ha da raccontarci.
Come nasce Inewa, come opera concretamente e quali i settori principali di applicazione
inewa è la nuova ESCo e società di consulenza nata dalla consapevolezza che per contribuire concretamente alla transizione energetica italiana è necessario supportare a 360° tutte le fasi del processo di innovazione. Per questo inewa opera come partner per chi vuole ridurre i consumi di energia, le emissioni di carbonio e l’impatto ambientale dei processi e delle proprie strutture. Con il nostro ramo ESCo interveniamo sugli aspetti strutturali. In base alle esigenze del cliente individuiamo le tecnologie più efficienti sul mercato, progettiamo un mix di soluzioni integrate e su misura e le realizziamo facendoci anche carico della manutenzione nel tempo. Inoltre, con il nostro ramo Consulting offriamo servizi tecnici dedicati e servizi di consulenza nell’area Sustainability. In questo modo aiutiamo i nostri clienti ad inserire la sostenibilità ambientale nei propri modelli di business e a ridurre le emissioni di carbonio lungo tutta la catena del valore.
Come si vince la battaglia della transizione energetica? Dalla decarbonizzazione al metano, gas climalterante, non sembra la soluzione ideale
Dobbiamo considerare la transizione energetica come un processo complesso che impegnerà tutto il sistema paese almeno per i prossimi tre decenni e che dovrà essere sostenibile, anche dal punto di vista sociale ed economico. Ad oggi il metano è una reale alternativa a petrolio e carbone, sia nel settore della mobilità che nel settore della combustione industriale. Oltre a ciò, è un vettore che può essere sfruttato con una tecnologia consolidata, sicura ed efficiente e per il quale esiste già una infrastruttura di distribuzione capillare su quasi tutto il territorio italiano. Per questo motivo la tecnologia basata sull’impiego di gas è imprescindibile in questa fase del processo, in particolare se sfruttato in modo efficiente in impianti di co- e trigenerazione; in questa ottica il metano fossile può essere visto come “vettore di transizione” mentre il biometano come la soluzione sostenibile “a regime”. L’obiettivo a livello italiano deve essere quello di puntare sulle bioenergie e aumentare la quota di biometano prodotto in Italia, per ridurre le emissioni climalteranti e la dipendenza dalle importazioni. In questo senso il PNRR va nella direzione giusta, con 1,92 miliardi previsti per sostenere questo settore.
La bioenergia per l’autotrazione l’industriale: spieghiamola
Il biometano può svolgere un ruolo molto significativo nella decarbonizzazione del trasporto su mezzi pesanti, a livello italiano ed europeo. La sostituzione del gasolio fossile con mezzi a metano liquido (GNL) consente già oggi di ottenere le medesime percorrenze con vantaggi consistenti sia in termini di emissioni che di costi di esercizio. Il passaggio da metano liquido a biometano liquido non comporta nessun problema tecnico ai mezzi ma altresì di annullare le emissioni climalteranti del gas di origine fossile. Per questo motivo crediamo molto in questa tecnologia e con inewa stiamo investendo in tutta la filiera “biomethane to the road”, per intervenire dalla fase di produzione del biometano negli impianti di digestione anaerobica fino alla liquefazione e commercializzazione del biometano ai clienti finali.
Lei afferma: non esiste più rinnovabile di quello risparmiato. Cosa significa?
Significa promuovere un uso attento delle risorse. Anche in uno scenario in cui tutta l’energia di cui abbiamo bisogno provenga da fonti rinnovabili è necessario azzerare gli sprechi e promuovere un uso efficiente dell’energia, la cui produzione è tra le prima cause dei cambiamenti climatici.
Come affrontare dunque il problema dei cambiamenti climatici che molti si ostinano ancora a negare e quello delle emissioni?
Credo che ormai nessuno metta in discussione la portata e gli effetti dei cambiamenti climatici, che sono sotto gli occhi di tutti. Il problema è capire che bisogna intervenire a più livelli, dagli aspetti strutturale a quelli gestionali e culturali. Serve un grande sforzo collettivo. Come inewa diamo il nostro contributo, ma è evidente che a livello europeo e mondiale bisogna sostenere con più forza chi come noi investe in efficienza ed energia pulita.
I programmi di gestione differenziati di inewa: di cosa si tratta nello specifico?
Come ESCo certificata UNI CEI 11352:2014 aderiamo a FEDERESCO e offriamo ai nostri clienti la possibilità di accedere a EPC (Contratti a Rendimento Energetico) agendo direttamente anche come soggetto finanziatore. Noi anticipiamo il finanziamento iniziale per realizzare l’intervento di efficienza energetica e il cliente mantiene la sua liquidità, ripagando il nostro investimento nel tempo, con un corrispettivo determinato dall’entità dei risparmi che riusciamo a generare (nella bolletta energetica, ndr.).
Alla fine del periodo contrattuale il cliente può godere di un sistema più efficiente e sostenibile ma anche di un risparmio importante della spesa per energia. Questa è un’opportunità per molte aziende che non finanziano interventi in efficienza energetica perché gli investimenti si ripagano in tempi lunghi, che vanno oltre i capex restraint, che spesso sono di due o tre anni. Lo stesso vale per il risanamento degli edifici residenziali. Con il superbonus agiamo come General Contractor e soggetto finanziatore e offriamo la possibilità di cessione del credito con sconto in fattura.
La parola sostenibilità oggi è ovunque. Cosa deve fare un’azienda per essere realmente sostenibile?
Oggi la sostenibilità è la priorità, perché per anni si è fatto troppo poco. Per questo bisogna spingere e recuperare il tempo perso, intervenendo in modo forte per promuovere un uso sostenibile delle risorse, materiali e umane. L’importante è considerare la sostenibilità come un processo, i cui risultati si vedono nel tempo, e che deve essere trasparente e misurabile. Solo così è possibile sfruttare la sostenibilità come un driver per la crescita e non cadere in pratiche di green washing.
Il tema delle rinnovabili in Europa e in Italia: quale è la situazione e dove c’è più necessità di intervenire?
Sia a livello europeo che italiano c’è la consapevolezza di dover sostenere questo settore a più livelli. L’Italia gode di una situazione positiva, se si considera che nel 2019 il 40% della produzione elettrica era coperta da fonti rinnovabili, mentre siamo più indietro per quanto riguarda la produzione di energia termica (solo il 19,87% nel 2019, ndr.).
A mio parere bisogna incentivare con più forza la realizzazione di sistemi decentralizzati di produzione di energia da fonti rinnovabili e creare piattaforme energetiche integrate e flessibili, in grado di svilupparsi nel tempo in funzione dell’evoluzione del mercato. Ciò che dobbiamo evitare è la creazione di filiere energetiche separate ed in concorrenza tra loro e invece mettere a sistema tutte le risorse rinnovabili che ci sono in Italia in un’ottica di economia circolare.
Progetti e obiettivi futuri?
Le ambizioni non mancano: con inewa punto ad allargare la rete fornitori creando sinergie con professionisti e aziende attive sui territori e a fare importanti investimenti nel settore del energy services e della produzione di energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo è far diventare inewa una delle principali ESCo in Italia entro il 2025. È la costanza la dote che porta ai manager risultati di un duro lavoro quotidiano: la costanza nel continuare a credere in un progetto, anche quando si opera in un mercato molto competitivo come questo, la costanza di credere nei propri obiettivi e non abbassare mai la guardia, soprattutto quando si ottengono i primi risultati.