Comunità Resilienti, questo il nome scelto per il Padiglione Italia alla prossima Biennale Architettura 2021, per porre al centro dell’esposizione, in tutta la sua viva drammaticità, la questione del cambiamento climatico e le impegnative sfide che interpellano l’architettura
Il progetto Comunità Resilienti, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e curato dall’architetto Alessandro Melis, è stato presentato ieri con una interessante conferenza stampa in streaming che ne ha illustrato in maniera dettagliata le principali peculiarità.
Il nucleo di tutto è la ferma convinzione che l’architettura debba contribuire in modo concreto al miglioramento della qualità della vita fornendo adeguate risposte agli epocali mutamenti ambientali e sociali in atto.
“Il Padiglione Italia vuole essere una giungla piena di strane creature, che tenta di usare la variabilità e la diversità imitando la natura. Caratteristiche che conferiscono resilienza ad un sistema che ha bisogno di adattarsi ad un cambiamento. L’esposizione accoglie la disomogeneità, la ridondanza e la variabilità a discapito dell’omogeneità e del determinismo della logica razionale, abbandonandola per preferire il pensiero associativo e la creatività. Il progetto del padiglione Italia favorisce l’ascolto dei rumori di fondo e delle anomalie rispetto al paradigma corrente dell’architettura. Non per dare voce all’emarginazione secondo un principio etico, ma per affermare l’importanza della ricerca come punto di osservazione dei fenomeni che ci circondano. Il progetto Comunità Resilienti ipotizza un futuro per la pianificazione urbana e le comunità che usi la resilienza come strumento di adattamento costruttivo. In questo modo, cerca di rispondere positivamente agli scenari ambientali in costante mutamento che oggi sono il frutto della crisi climatica”.
Comunità Resilienti, reagire contro le diseguaglianze e la crisi climatica
La dimensione globale della crisi ambientale, non riguarda solo il riscaldamento climatico, ma anche il crollo della biodiversità, gli effetti di un’economia predatoria nei paesi più poveri, le crescenti diseguaglianze, i relativi costi in termini di salute, non ultimo quello della stessa pandemia da Covid19. La crisi che stiamo attraversando impone una riflessione e un ripensamento profondo sui paradigmi attuali delle città e degli insediamenti umani sulla superficie del pianeta.
La città, la manifestazione per eccellenza della creatività dell’uomo. Il terreno su cui si scontrano credenze, miti, fatti concreti, utopie e distopie. Il luogo ideale per la proliferazione del parassitismo umano, in cui letteratura e cinema ambientano eventi post-apocalittici popolati di non-morti pronti a sfondare le recinzioni di sparuti villaggi. Bisognerebbe chiedersi se queste dicotomie hanno ancora senso nel pianeta che oggi viviamo. Una Terra diversa da quella che ci è stata consegnata e che è morta quando nel maggio 2013 la concentrazione di CO2 ha raggiunto le 400 parti per milione. Volevamo andare su Marte ed invece abbiamo portato Marte sulla Terra. In questo scenario la resilienza è un fattore fondamentale.
Comunità Resilienti, la sfida epocale dei territori
Principale obiettivo del Padiglione Italia, dunque, sarà quello di far riflettere in modo inedito i visitatori sui meccanismi di resilienza delle comunità, prioritaria chiave di lettura per il recupero di una nuova forma di interazione tra spazio urbano e territorio produttivo, all’insegna dell’interdisciplinarietà delle competenze e delle logiche evolutive non deterministiche, elementi centrali nei momenti di transizione.
“Siamo consapevoli – ha dichiarato il Ministro della Cultura Dario Franceschini – di quanto l’architettura sia chiamata a dare un contributo sempre più qualificato e interconnesso al nostro vivere comune, sollecitato da molteplici criticità sociali e ambientali. Obiettivo del Padiglione Italia 2021 è promuovere una riflessione sulla capacità di trasformazione ed adattamento delle comunità italiane, ormai necessaria, per rispondere, localmente, alle sfide globali. Non possiamo sottrarci a questo imprescindibile compito, ma piuttosto condividere i passi avanti fatti dalla ricerca italiana in molti campi su questi temi di vitale importanza. Con esso ci auguriamo di dare un contributo significativo che possa portare i suoi frutti anche oltre il tempo della prestigiosa rassegna veneziana”.
“Comunità Resilienti – sottolinea il Direttore Generale Creatività Contemporanea del MiC e Commissario del Padiglione Italia Onofrio Cutaia – propone delle soluzioni concrete per il nostro Paese. Entro venti anni le nostre periferie saranno chiamate a trasformarsi in comunità resilienti, capaci cioè di contrastare positivamente la pressione sociale ed ambientale attualmente in atto. La città italiana rappresenta un concentrato di conoscenza applicata a cui attingere per rimodellare le periferie urbane, le aree prioritarie e complesse del Paese, per riflettere sulla contemporaneità e sulle sfide che essa pone al futuro dell’architettura. Valorizzare questo patrimonio di conoscenza, a partire dal modello della città italiana, compatta ed ecologica, divulgare i risultati della ricerca applicata, soprattutto al di fuori degli ambiti disciplinari ed accademici, sono le sfide che il curatore Melis lancia a tutti noi“.
Il Padiglione Italia – commenta il curatore Alessandro Melis – sarà esso stesso una comunità resiliente, costituita da 14 “sotto comunità”, intese come laboratori operativi, centri di ricerca o casi studio, secondo due fondamentali direttrici: una riflessione sullo stato dell’arte in tema di resilienza urbana in Italia e nel mondo attraverso l’esposizione delle opere di eminenti architetti italiani e un focus su metodologie, innovazione, ricerca con sperimentazioni interdisciplinari a cavallo tra architettura, botanica, agronomia, biologia, arte e medicina. Stephen Jay Gould ed Elizabeth Vrba hanno rivoluzionato la tassonomia della biologia introducendo il termine “exaptation” ovvero il meccanismo non deterministico della selezione naturale: euristicamente, il Padiglione Italia promuoverà l’exaptation architettonica come manifestazione di diversità, variabilità e ridondanza, sfidando l’omogeneità estetica deterministica a favore della diversità delle strutture creative. Come il genoma e il cervello umani, il padiglione sarà una giungla abitata da strane creature dove poter ascoltare un rumore di fondo che è già assordante e che richiede una risposta adeguata, facendo ricorso a nuovi paradigmi della conoscenza. Secondo quanto proposto dal curatore della Biennale Architettura 2021 Hashim Sarkis, nel Padiglione verrà dato rilievo all’aspetto esperienziale e immersivo, privilegiando forme espressive legate alla graphic novel, al gaming, in toni e modalità di ispirazione cyber punk, avvalendosi del contributo di indiscussi maestri del settore per avvicinare e sensibilizzare, questo è l’auspicio, un pubblico ampio e giovane“.
Padiglione Italia, “quasi” a impatto zero
Il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2021, novità assoluta, sarà a impatto CO2 quasi zero. Per raggiungere tale scopo si è proceduto a predisporre una sottrazione + integrazione dei materiali del Padiglione Italia 2019 per la 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia e una rilocalizzazione in forma permanente di tutto quello che verrà prodotto. Sarà un’opportunità unica non solo per mostrare opere coerenti con gli obiettivi della proposta, ma anche un’occasione di studiare il ciclo di vita di una realizzazione in un contesto di resilienza.
Al fine di ampliare la risonanza, l’approfondimento e la diffusione dei contenuti del progetto curatoriale, è stato definito un ricco calendario di eventi-panel in presenza e digitali per tutta la durata della manifestazione che potranno essere consultati e seguiti anche sul sito del Padiglione Italia.
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