Il Parlamento vota il ddl di delegazione europea che dà mandato al Governo di stabilire le rinnovabili del futuro: entro l’estate le nuove norme. Legambiente e Transport&Environment: “un altro passo verso la nostra vittoria per foreste, biodiversità e contadini indonesiani”
Stop, una parola sola. L’olio di palma e l’olio di soia saranno esclusi dalla produzione di biocarburanti e di elettricità a partire dal 1 gennaio 2023. Lo sancisce la seguente norma, approvata il 31 marzo scorso alla Camera dei deputati (dopo il passaggio al Senato del 30 ottobre scorso), che il governo dovrà includere nella prossima legge sulle energie rinnovabili:
“Sono esclusi dal 1 gennaio 2023 dagli obblighi di miscelazione al combustibile diesel e dalla produzione elettrica rinnovabile, così come dal relativo conteggio delle fonti rinnovabili e dai sussidi di mercato, le seguenti materie prime in ragione delle evidenze sugli impatti causati in termini di deforestazione, come descritti nella relazione tecnica che accompagna il suddetto atto delegato: a) olio di palma, fasci di frutti di olio di palma vuoti, acidi grassi derivanti dal trattamento dei frutti di palma da olio (Pfad); b) olio di soia e acidi grassi derivanti dal trattamento della soia di importazione”.
Stop all’olio di palma, i motivi
Nel 2019 l’Italia ha consumato poco più di 1,4 milioni di tonnellate di olio di palma, destinandolo per oltre il 70% alla produzione di energia, metà nei serbatoi dei diesel e per metà in centrali elettriche “verdi”: il tutto incentivato con almeno 700 milioni di euro all’anno pagati dai cittadini ad ogni pieno carburante e in ogni bolletta elettrica. Ovviamente senza saperlo o poter scegliere prodotti alternativi.
La crescita dei consumi di biodiesel ha causato, dal 2015 ad oggi, il 90% della deforestazione in Indonesia e Malesia per far posto a piantagioni di olio di palma. Dall’inizio del secolo (2001) ad oggi nei due paesi asiatici sono andati perduto 33 milioni di ettari di foresta: una superficie pari all’Italia e la Svizzera insieme.
Stop palmoil, deputati e senatori per la realizzazione di questo obiettivo
Ora, il testo dell’intero disegno di legge di delegazione europea, in cui questa norma è compresa, passerà di nuovo al Senato, poi al governo che presenterà la proposta completa di decreto legislativo sulle rinnovabili ai due rami del Parlamento entro l’estate per l’approvazione finale. Un procedimento importante per porre fine ai sussidi dannosi agli olii di palma e di soia che divenga legge anche in Italia, come in Francia, Danimarca, Austria, Olanda, Svezia e Portogallo. Legambiente promette di vigilare sul governo perché l’obiettivo si realizzi, anche con l’aiuto del gruppo informale di deputati e senatori “stop palmoil”.
Legambiente e Transport&Environment ricordano che tutto è partito da quanto accaduto con la pubblicità “ingannevole” del biodiesel Eni, il 15 gennaio 2020, dopo la quale Eni ha deciso di abbandonare l’olio di palma dal suo biodiesel entro il 2023. Una battaglia che proseguirà nei prossimi anni per ridurre le importazioni e i consumi di olio di palma, di soia per tutti gli usi speculativi e impropri di tutte le coltivazioni a rischio deforestazione.
“La transizione energetica ed ecologica – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – passa anche dalla fine della ‘deforestazione made in Italy’ e dallo stop alla combustione di oli alimentari come quello di palma e di soia. La decisione faciliterà soprattutto la crescita della mobilità elettrica, da fonti energetiche davvero rinnovabili, come solare, eolico e biogas o etanolo da scarti e rifiuti”.
Veronica Aneris, Direttrice di Transport&Environment per l’Italia, ha commentato: “La decisione della Camera dei Deputati di smettere di sovvenzionare il biodiesel da palma e da soia con i soldi dei contribuenti a partire dal 2023 rappresenta un importante passo in avanti verso la tutela della nostra fauna, delle nostre foreste ed una politica fiscale più coerente. Solo i carburanti veramente sostenibili dovrebbero essere promossi, come gli elettroni verdi da solare ed eolico ed i biocarburanti avanzati da rifiuti e residui”.
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