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La strategia Farm to Fork per un sistema alimentare sostenibile

Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

Farm to Fork è un sistema che punta alla transizione globale verso sistemi agroalimentari sostenibili con politiche commerciali e strumenti di cooperazione internazionale adeguati. Vediamo di cosa si tratta 

La strategia Farm to Fork convolge diversi aspetto della filiera agroalimentare, dall’agricoltura fino al modo di categorizzare gli alimenti tramite etichettatura. parliamo di un documento con cui l’Unione Europea ha voluto tracciare delle linee precise riguardo i temi della biodiversità e dell’alimentazione in prospettiva 2030. Un periodo che prevede un investimento dal valore di 20 miliardi di euro tra fondi Ue, nazionali e privati. 

“I cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono una minaccia esistenziale per l’Europa e il mondo. Per superare queste sfide, l’Europa necessita di una nuova strategia di crescita che trasformi l’Unione in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva. The European Green Deal è la nostra tabella di marcia per rendere sostenibile l’economia dell’UE. Ciò accadrà trasformando le sfide climatiche e ambientali in opportunità in tutti i settori politici e rendendo la transizione giusta e inclusiva per tutti”: si legge così nel sito ufficiale dell’Unione Europea che lo scorso anno ha presentato la strategia Farm to Fork.

Dal campo alla tavola

Farm to Fork nasce come uno dei pilastri del Green Deal europeo. La strategia Farm to Fork (“dal campo alla tavola” o F2F), dunque, è un piano decennale che punta ad un sistema alimentare equo, solidale e sostenibile. Un sistema che prevede il coinvolgimento di tutti i settori dell’agroialimentare, dalla produzione al consumo, passando naturalmente per la distribuzione.

La Politica Agricola Comune (PAC) e la Politica Comune della Pesca (PCP) rimangono gli strumenti determinanti per sostenere questa transizione che ha il l’obiettivo di rendere sostenibili i sistemi alimentari e assicurare condizioni di vita dignitose agli agricoltori, ai pescatori e alle loro famiglie. Entro il 2023 la Commissione presenterà una proposta legislativa che delineerà un quadro di riferimento in materia di sistemi alimentari sostenibili.

Farm to Fork, gli obiettivi

Ecco cosa prevede la strategia di Farm to Fork:

  • Garantire una produzione alimentare sostenibile.
  • Garantire la sicurezza alimentare.
  • Rafforzare le filiere corte per prevenire improvvise carenze di alimenti essenziali.
  • Favorire una filiera alimentare sostenibile dall’inizio alla fine. Dalla lavorazione alla vendita (sia all’ingrosso sia al dettaglio), e anche i servizi accessori, come l’ospitalità e la ristorazione.
  • Indicare origine e valori nutritivi in etichetta.
  • Promuovere il consumo di cibi sostenibili e sostenere la transizione verso abitudini alimentari sane.
  • Ridurre gli sprechi alimentari.
  • Combattere le frodi alimentari lungo la filiera.

Gli obiettivi fondamentali per la biodiversità:

  • il 10% delle aree agricole destinate a infrastrutture verdi per la conservazione della natura, in coerenza con la Strategia 2030 per la biodiversità.
  • Ridurre del 50% le vendite totali di antimicrobici per gli animali d’allevamento e di antibiotici per l’acquacoltura entro il 2030. Messa al bando dei pesticidi di sintesi entro il 2050, insieme al bando dei fertilizzanti di sintesi e degli antibiotici. Da chiarire la controversia per l’utilizzo di nuovi OGM, non esplicitamente citati, ma nominati con l’acronimo NBT, New Breeding Techniques. A riguardo non ci sono ancora indicazioni vincolanti, ma si preannunciano futuri atti legislativi da concordare.
  • Dimezzare la perdita di nutrienti, garantendo al tempo stesso che la fertilità del suolo non si deteriori. Ridurre di almeno il 20% l’uso di fertilizzanti entro il 2030.
  • Trasformare il 25% dei terreni agricoli in aree destinate all’agricoltura biologica entro il 2030.
  • La strategia Farm to Fork in pdf 

Non mancano, ovviamente, le criticità. Per le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura (qui l’elenco completo), il punto debole di questa strategia è quello relativo al settore zootecnico, soprattutto per quanto riguarda il discorso delle emissioni climalteranti.

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