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Glifosate, sit-in di protesta in Sicilia

Glifosate, sit-in di protesta in Sicilia
Foto di Erich Westendarp da Pixabay

Mentre oggi alle 16,30 Monsanto e Confagricoltura tengono una conferenza, nella sede Confagricoltura di Catania, dal titolo “ROUNDUP la forza imbattibile”, AIAB Sicilia, insieme all’associazione degli apicoltori siciliani (ARAS) organizza un Sit-in di protesta al quale hanno aderito circa 30 associazioni in rappresentanza di migliaia di cittadini

Saranno oltre 200 le persone che oggi pomeriggio, a partire dalle 17,00, davanti alla sede catanese di Confagricoltura, oltre a protestare contro l’iniziativa della Confederazione, chiederanno a gran voce che la Sicilia diventi una regione “Glifosate Free”. Le circa 30 associazioni siciliane dell’agricoltura biologica e biodinamica, della permacoltura, dell’agricoltura rigenerativa, sinergica, agroecologica, della rete delle fattorie sociali, i biodistretti, le organizzazioni degli agricoltori, le associazioni ambientaliste, mediche, consumeriste, culturali e sociali, chiedono che venga rispettato in Sicilia il principio di precauzione e che venga vietato l’uso del glifosate alle amministrazioni comunali e provinciali, alle Ferrovie e all’ANAS.

Chiedono inoltre alla Regione di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione e di escludere da qualsiasi premio le aziende che ne facciano uso, evitando di premiare e promuovere “l’uso sostenibile di un prodotto cancerogeno”.

Le associazioni che aderiscono

Aiab Sicilia, Aras, Comitato Cittadino Vulcania Ambiente, Ass. Agricoltura Rigenerativa, Biodistretto Valle Del Simeto, Ass. Pronatura Ct.&Rg., Codex , Organismo Di Certificazione Bio, Isde Medici Per L’ambiente, Latte Nobile, Associazione Di Allevatori, Organica Sicilia, Rete Fattorie Sociali Sicilia, Legambiente, Lipu, Proserpina Ass. Biodinamica Sicilia, Me.No., Ass Tutela Allevatori, Permacoltura, Ass. Agricoltura Resiliente, Terra E Liberta’, Rivista Di Tutela Della Sicilia, Altragricoltura, Org. Per La Sovranita’ Alimentare, Federazione Del Sociale Usb Sindacati Di Base, Slow Food Sicilia, WWF Sicilia Orientale.

Il glifosate

Il glifosate o glifosato è l’erbicida più diffuso al mondo. Viene utilizzato per uccidere le piante infestanti e agisce in modo non selettivo: elimina tutta la vegetazione sulla quale viene impiegato. Brevettato nel 1974 dalla Monsanto Company, oltre che in agricoltura è ampiamente impiegato da Comuni e Provincie per la pulizia del verde pubblico, dalle Ferrovie per la pulizia dei binari, dall’ANAS per la pulizia delle strade.

Persone, piante e animali possono essere esposti in molti modi al glifosate e ai prodotti commerciali che lo contengono, sia per esposizione diretta (agricoltori), sia attraverso l’acqua, le bevande e gli alimenti di origine vegetale (pane, pasta, legumi e cereali prodotti nei climi freddi dove viene spesso usato per la maturazione artificiale del raccolto) e animale (carne e trasformati, in particolare laddove gli animali vengano nutriti con derivati da piante OGM).

Recentemente, un’inchiesta dell’Espresso ha evidenziato i danni sulla salute delle persone e sull’ambiente causati in Argentina dall’utilizzo dell’erbicida. Domani pubblicheremo l’intervista alle giornaliste Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga che hanno appena pubblicato il volume La Rivoluzione delle Api con prefazione di Vandana Shiva dove si approfondiscono, in maniera particolarmente documentata, gli aspetti che collegano la morìa delle api, i danni all’ambiente e alla salute e i problemi legati ai pesticidi e al glifosato.

La situazione

Attualmente il glifosate, in varie formulazioni, rappresenta il 25% del mercato mondiale degli erbicidi ed è il prodotto più venduto in Italia: nel 2012 ne sono state acquistate 1795,1 tonnellate (fonte SIAN 2012), pari al 14,8 %, la percentuale più alta di tutte le sostanze chimiche per l’agricoltura vendute in Italia. I residui vengono frequentemente ritrovati negli alimenti e nell’ambiente.

Il rapporto ISPRA del 10 maggio 2018 sui pesticidi nelle acque italiane segnala la presenza di 259 principi attivi nelle acque italiane che inquinano il 67% dei punti di campionamento delle acque superficiali e il 33% di quelli delle acque sotterranee.

Tra le sostanze più ritrovate vi è proprio il glifosate, presente nel 39,7% dei campioni analizzati e il suo principale metabolita, l’acido ammino-metilfosfonico (AMPA), presente nel 70,9%, a chiara dimostrazione che l’erbicida non è biodegradabile e non “sparisce” affatto come invece ampiamente reclamizzato dalla Monsanto.

In Sicilia la situazione è ancora peggiore perché il 67,6% dei punti di campionamento delle acque superficiali e il 60% delle acque sotterranee sono risultati inquinati e il glifosate con l’AMPA è l’erbicida che presenta il maggior numero di sforamenti degli standard di qualità

Glifosate e ambiente

Al di là delle rassicurazioni fornite dalla Monsanto, il glifosate è una sostanza a elevata tossicità ambientale in grado di alterare gli ecosistemi con cui entra in contatto. Nelle aree agricole il suo impiego compromette la stabilità dei terreni, che vengono completamente denudati e privati di interi habitat costituiti dalla vegetazione erbacea degli ambienti marginali. Questo riduce drasticamente la biodiversità, aggrava il fenomeno del dissesto idrogeologico e favorisce la desertificazione che oggi tocca il 70% dei terreni siciliani.

Glifosate e salute

Numerosi sono gli studi che da decenni segnalano un’importante tossicità del glifosate non solo sulle cellule dei vegetali, ma anche per le cellule dei mammiferi. Una ricerca di Mesnage et al (2015) pubblicata nella rivista scientifica Food and Chemical Toxicology ha rivelato che le formulazioni commerciali contenenti glifosate possono essere anche 1.000 volte più tossiche del solo principio attivo, evidenziando effetti sinergici tra i componenti.

Il 20 marzo 2015 la IARC (International Agency for Research on Cancer), agenzia dell’OMS e massima autorità per la ricerca sul cancro, ha reso pubblico un documento in cui dichiara il glifosato “cancerogeno per gli animali” e “potenziale cancerogeno per l’uomo”. Il documento dà per certo che il pesticida è cancerogeno per gli animali e quindi lo classifica fortemente rischioso anche per l’uomo.

Una ricerca durata tre anni, coordinata da 17 esperti in 11 Paesi, le cui conclusioni sono state pubblicate nel marzo 2015 su The Lancet Oncology’ rivela una forte correlazione epidemiologica tra l’esposizione al glifosate e il linfoma non-Hodgkin. Ciò si aggiunge ai già noti aumenti della frequenza di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, morbo di Parkinson in testa.

Sin dagli anni Ottanta il glifosato è classificato anche come interferente endocrino; negli ultimi anni è via via emersa una serie di gravi pericoli, non ultima una ‘forte correlazione con l’insorgenza della celiachia’ (studi del MIT, 2013-2014)

Glifosate e Ogm

Il glifosate è strategico perché è coinvolto a livello mondiale anche nella produzione di organismi geneticamente modificati (OGM). Fra i più diffusi OGM oggi coltivati vi sono cotone, mais, soia e colza, il cui DNA è stato alterato per renderli resistenti all’erbicida, che quindi può essere usato in dosi sempre più massicce, inevitabilmente accumulandosi nel prodotto finale. Soia, mais e col-za OGM sono ampiamente utilizzati come mangimi per animali (in Italia: oltre l’85% degli animali da carne è alimentato con prodotti OGM); è anche così che le sostanze come il glifosato entrano nella catena alimentare e si ritrovato in concentrazioni elevate non solo nei liquidi biologici degli animali, ma anche in quelli delle persone che si alimentano con la loro carne o i prodotti derivati.

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