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Salviamo gli oceani dalla plastica

Salviamo gli oceani dalla plastica
Foto di meineresterampe da Pixabay

Oggi, 8 giugno, Giornata mondiale dedicata agli oceani e al mare, World Oceans Day. Quest’anno, come accaduto per la Giornata Mondiale dell’Ambiente e per l’Earth Day, il tema è quello dell’inquinamento da plastica

L’evento, istituzionalizzato nel 2008 dalle Nazioni Unite,  punta a sensibilizzare il mondo all’immenso patrimonio “liquido” che ricopre il 70% della superficie del nostro Pianeta. Sono tanti gli appuntamenti in programma nei prossimi giorni.

A Roma, viene presentato oggi il progetto HELP the Ocean, l’installazione realizzata da Maria Cristina Finucci nella splendido palcoscenico dei resti della Basilica Giulia nel Foro Romano. Durante tutta l’estate rivolgerà a milioni di turisti e romani un grido d’allarme sullo stato degli Oceani ma anche dei fiumi, dei mari, e più in generale dell’intero nostro pianeta.

L’installazione rimarrà visibile fino al 29 luglio e fa parte di “WASTELAND, un’opera artistica che comprende un sistema di azioni reali che si svolgono nel tempo e in molti luoghi concepita per disseminare sulla scena internazionale una serie di “indizi” che suggeriscano l’esistenza di uno Stato Nazione da me inventato, il Garbage Patch State”, come ha sottolineato l’ideatrice. “Il fine dell’ opera è quello di poter meglio comunicare l’esistenza degli ammassi di plastica dispersi in mare chiamati Garbage Patch, uno dei più importanti fenomeni di inquinamento ambientale purtroppo fino ad oggi negletto proprio a causa della mancanza di una sua identificazione iconica”.

“Rifiuta ciò che ò monouso, ciò che non puoi riutilizzare”: ha ammonito il segretario generale dell’Onu Antonio Guterrez diffuso via Twitter invitando a combattere l’inquinamento da plastica. Alla lotta alla plastica in mare è stata dedicata anche la Giornata mondiale dell’Ambiente del 5 giugno.

La plastica in mare è una delle emergenze ambientali più grandi al mondo. Ogni anno vengono riversati negli oceani 8 milioni di rifiuti plastici, in particolare dai paesi emergenti di Asia, Africa ed America Latina. Negli oceani si calcola che si trovino indicativamente qualcosa come 150 milioni di tonnellate di plastica.

Per quanto riguarda il Mediterraneo, stando a quanto riportato da Legambiente con lo studio Beach Litter 2018 su 78 spiagge monitorate, per un totale di oltre 400 mila metri quadri, circa 60 campi di calcio, sono stati trovati una media di 620 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. Quattro rifiuti per ogni passo. Di ogni forma e dimensione. dimensione. La plastica è al primo posto tra i materiali rivenuti, con una percentuale dell’80%.

Plastica: che fare dunque?

Guardiamo al “Decalogo dell’usa e getta” diffuso dal Tavolo per il riciclo di qualità: un organismo formato da Federazione Gomma Plastica, IPPR-Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo, Corepla (il consorzio per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica), Enea, ISPRA e Legambiente.

1 – Usa la plastica monouso solo quando è necessario.

2 – Quando puoi, riutilizza piatti, bicchieri e bottiglie prima di riciclarli.

3 – Riusa le vaschette per conservare alimenti e piccoli oggetti.

4 – Conserva i vassoi e riutilizzali per servire altre vivande.

5 – Utilizza i sacchetti biodegradabili e compostabili per la raccolta dell’umido.

6 – Nella differenziata, la plastica va con la plastica, i sacchetti compostabili con l’umido.

7 – Svuota, risciacqua e riduci il volume degli imballaggi; schiaccia se possibile le bottiglie per il lungo.

8 – Tieni un contenitore in cucina dedicato agli imballaggi in plastica da riciclare.

9 – Segui le istruzioni del tuo Comune per la differenziata; se hai dubbi sul materiale leggi l’etichetta.

10 – Non abbandonare la plastica; contribuirai a ridurre il marine littering.

“Abbattere la produzione e l’immissione dei rifiuti di plastica nell’ambiente non è un utopia, e non è neanche una missione impossibile. Alcuni Paesi, Germania e Finlandia ad esempio, lo stanno già facendo e stanno ottenendo risultati straordinari. Il segreto di questo successo è da ricercare in tre parole: ‘vuoto a rendere'”. Lo ha scritto in un comunicato l’Enpa, durante la Giornata mondiale dell’ambiente.

Enea, ad esempio, invita a preferire tessuti di fibre naturali, acqua del rubinetto, cialde per caffè compostabili (o la vecchia moka), prodotti con packaging ridotto, biodegradabile o compostabile, prodotti alla spina e ricariche, e, ovviamente, raccolta differenziata.

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intervistato da Repubblica, ha sottolineato l’importanza dell’utilizzo della leva fiscale per fare in modo che sia più conveniente comprare prodotti sostenibili, diminuendo il costo di quelli senza plastica, incentivando l’utilizzo di imballaggi più leggeri.

Una riflessione in linea con strategia Ue per ridurre i rifiuti plastici. Entro il 2025, infatti, gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande con sistemi di cauzione-deposito. Senza dimenticare il divieto di vendita di stoviglie, cannucce, agitatori per bevande, bastoncini di cotone per le orecchie e bastoncini per palloncini in plastica.

Greenpeace ha lanciato l’iniziativa Plastic Radar. “Invitiamo i cittadini a segnalare la presenza di rifiuti di plastica in mare via Whatsapp al numero +39 342 3711267” ha dichiarato Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.

Tramite la consapevolezza di quello che siamo in grado di fare con i nostri comportamenti, è possibile, pian piano, invertire la rotta. Se vogliamo evitare che nel 2050 la plastica in mare arrivi a pesare più dell’intera fauna marina presente al suo interno.

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