Sempre più sostenibilità. ACEA ha illustrato, durante la manifestazione di Ecomondo che si è svolta a novembre, i propri progetti per un Paese più sostenibile. Al centro, il waste management, con i progetti SmartComp e Sludge Mining, e il tema della gestione sostenibile delle risorse idriche di cui le Case dell’acqua costituiscono un esempio.
Parole chiave, dunque: circular economy e sostenibilità. Da questo punto di vista, proprio sul Piano di Sostenibilità 2019-2022, ACEA ha programmato investimenti per 1,7 miliardi di euro. Vediamo nel dettaglio i progetti.
Lo SmartComp, ovvero il compostaggio a chilometro zero
Finalizzato allo sviluppo del compostaggio diffuso, lo SmartComp è un progetto, realizzato in collaborazione con ENEA e Università della Tuscia, rivolto alle grandi utenze (centri commerciali, mense, aeroporti e stazioni) che hanno necessità di gestire grandi quantità di rifiuti organici. Grazie all’utilizzo di mini-impianti di compostaggio, forniti da ACEA e dotati di una tecnologia sensoristica all’avanguardia, sarà possibile trasformare direttamente in loco i rifiuti umidi in compost tramite un processo aerobico che in circa 90 giorni produce fertilizzante di qualità pronto per l’utilizzo.
ACEA con questo progetto si propone come protagonista della waste transition, un nuovo modello di gestione dei rifiuti diffusa e partecipata. L’obiettivo dell’azienda è l’installazione di 250 SmartComp entro il 2022 per realizzare in maniera diffusa un sistema dalla capacità di 25mila tonnellate l’anno – pari a quella di un impianto localizzato che gestisce rifiuti organici prodotti da una città di 250mila abitanti – con un risparmio del 30% circa sui costi di gestione e una rilevante riduzione delle emissioni di gas serra dovuta all’eliminazione del trasporto rifiuti su gomma. Sostenibilità, in questo caso, significa SmartComp.
Fertilizzanti e biocombustibili dai fanghi di depurazione: 7,4 milioni sul progetto di ricerca
Lo “Sludge Mining” (ovvero estrazione di fanghi) è un progetto di ricerca e sviluppo -finalizzato alla realizzazione a Chiusi in provincia di Siena di un impianto di recupero innovativo – per il quale l’azienda ha previsto un investimento di 7,4 milioni di euro, cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Toscana per circa 2,3 milioni.
Il progetto di ricerca si propone l’obiettivo di sviluppare un laboratorio stabile sui prodotti di recupero dai processi di carbonizzazione per la produzione di biopolimeri, biometano e estrazione del fosforo da fanghi, oltre alla realizzazione di una serra idroponica. Oltre ad ACEA Ambiente partecipano al progetto la società Ingelia e le Università di Firenze, Pisa, Siena, Parma e il Politecnico di Milano.
Alla base del progetto di ricerca c’è proprio la nuova tecnologia di carbonizzazione idrotermica (HTC) brevettata da Ingelia. ACEA ha già avviato l’iter autorizzativo presso la Regione Toscana per la realizzazione di un impianto di recupero con una capacità di trattamento pari a 80.000 tonnellate annue di fanghi di depurazione nel proprio sito di Chiusi (SI).
Sarà il primo impianto in Italia e il più grande d’Europa, quindi molto più grande rispetto a quelli già esistenti in Spagna, Belgio e Inghilterra. Il processo di carbonizzazione idrotermica, che avviene in reattori chiusi, e l’uso di tecnologie innovative garantiranno, inoltre, la totale assenza di odori ed emissioni.
L’impianto produrrà circa 8 mila tonnellate annue di biolignite, un combustibile con un ridotto contenuto di zolfo, di origine biologica e rinnovabile, che consente di evitare l’emissione di 16.280 tonnellate annue di CO2 e che permetterebbe di riscaldare in modo sostenibile 4.000 famiglie.
Lo stesso impianto produrrà circa 6 mila tonnellate annue di fertilizzante organico, una quantità che consentirebbe di fertilizzare circa 20.000 ettari di terreno, pari a circa 25.000 campi di calcio. Con questo sito e con quello di Monterotondo Marittimo, situato in provincia di Grosseto e abilitato al trattamento di 25.000 tonnellate annue, ACEA tratterà un totale di 105mila tonnellate di fanghi, pari quasi all’intera quantità prodotta dalla Regione Toscana.
Sostenibilità della risorsa idrica: le Case dell’acqua
Anche dal punto di vista della gestione del servizio idrico, ACEA ha pensato a strategie in grado di misurarsi in maniera efficace con il problema derivante dai cambiamenti climatici in atto. Durante la recente edizione di Ecomondo, ACEA ha previsto nel proprio stand un percorso educational sulla gestione sostenibile della risorsa idrica rivolto agli studenti, con un focus particolare sul ciclo dell’acqua e sul risparmio idrico, di cui le Case dell’acqua costituiscono un esempio concreto.
Distribuite tra Lazio, Toscana, Umbria e Campania, le Case dell’acqua ACEA, sono in tutto 549 e hanno erogato – in base a stime elaborate da ACEA – più di 696 milioni di litri di acqua, l’equivalente di circa 300 piscine olimpioniche. Inaugurate prima a Roma e poi nel resto dei territori in cui ACEA è presente, il loro utilizzo ha permesso di diminuire l’uso di 464 milioni di bottiglie di plastica da un litro e mezzo e ha evitato l’emissione di oltre 135.594 tonnellate di CO2 nell’atmosfera, pari alla quantità prodotta da una cittadina di oltre 22.500 abitanti (il dato comprende sia la produzione delle bottiglie, sia il loro trasporto su gomma).